Roma città meno giovane d’Italia: insicura, con affitti cari e pochi centri sportivi

Roma è ufficialmente la città meno giovane d’Italia. Lo sancisce il nuovo report 2024 sulla qualità della vita del Sole 24 Ore, che colloca la Capitale all’ultimo posto – 107° su 107 province – nella classifica dedicata agli under 35. Una débâcle senza attenuanti per la metropoli più popolosa del Paese, che appare sempre più inospitale per le nuove generazioni.
Il quadro tracciato dall’indagine è impietoso: l’accesso alla casa è precluso da affitti esorbitanti, l’insicurezza urbana è in crescita, e le opportunità di svago e sviluppo personale – come centri sportivi e spazi aggregativi – restano scarse o inesistenti.

Un capitale umano bloccato
Il dato che colpisce di più è il paradosso tra formazione e opportunità. Roma si colloca quarta in Italia per numero di laureati, ma questa risorsa non si traduce in benessere giovanile. I giovani ci sono, studiano, si laureano. Ma poi si ritrovano intrappolati in un contesto che non valorizza il capitale umano: mercato del lavoro stagnante, servizi inadeguati e scarsa mobilità sociale impediscono un vero salto di qualità. La città sembra così trasformarsi in un gigantesco campus universitario da cui fuggire appena finiti gli studi.
La questione casa e la sicurezza
Tra i fattori che affondano Roma in classifica, spiccano i costi degli affitti, fuori portata per la maggior parte dei giovani, anche per chi lavora. Quartieri periferici e semicentrali, un tempo rifugio accessibile, oggi risentono della gentrificazione e dell’aumento della domanda. Accanto alla questione abitativa si fa largo la percezione di insicurezza: il report registra un aumento degli incidenti stradali notturni e una minore fiducia nella sicurezza urbana, con impatti negativi soprattutto per chi vive la città in orari serali o si sposta con mezzi pubblici.
Pochi spazi per crescere
Roma è anche povera di spazi dove i giovani possano coltivare passioni, fare sport o semplicemente socializzare. La carenza di impianti sportivi e aree verdi attrezzate si fa sentire soprattutto nei quartieri popolari e nelle periferie, dove si concentra gran parte della popolazione under 30. A questa carenza strutturale si somma la mancanza di politiche efficaci per lo sviluppo culturale e aggregativo, con pochi investimenti in centri giovanili, biblioteche di quartiere e iniziative di partecipazione attiva.
Il Lazio non brilla, ma Rieti sorprende
Il malessere giovanile non si limita alla Capitale. Anche il resto del Lazio si colloca in fondo alla classifica. Latina è al 103° posto, Frosinone al 95°, Viterbo al 91°. Solo Rieti rappresenta un’eccezione, guadagnandosi il 33° posto grazie a un contesto economico più accessibile, un costo della vita contenuto e un tessuto imprenditoriale più dinamico per chi vuole avviare un’attività.
Roma a due velocità: bambini e anziani
Se Roma è un incubo per i giovani, la situazione è più sfumata per altre fasce d’età. Per i bambini sotto i 10 anni, la Capitale si piazza al 46° posto, con un dato positivo nella voce “mense scolastiche” dove arriva addirittura seconda a livello nazionale. Tuttavia, la città si rivela poco accogliente anche per gli anziani. Nella classifica dedicata alla terza età, Roma precipita al 63° posto, con un drammatico 100° posto nella voce “sentirsi soli”. Il numero di posti letto nelle RSA è insufficiente e il patrimonio culturale accessibile – come biblioteche pubbliche – resta sottoutilizzato e carente.
Una capitale da ripensare
L’indagine del Sole 24 Ore lancia un allarme chiaro: Roma sta perdendo la sua anima giovane. Una città che dovrebbe essere motore di cambiamento, innovazione e partecipazione, oggi si mostra incapace di offrire ai suoi giovani un futuro. Il risultato è un progressivo svuotamento generazionale, che rischia di compromettere la vitalità e la sostenibilità della Capitale nei prossimi decenni. Urgono politiche strutturali, visione urbana e investimenti mirati. Senza, Roma resterà un gigante stanco e inospitale, sempre più lontano dal futuro.