Roma, città verde… di incuria: tra margherite e sterpaglie, la Capitale sembra una giungla


“Darò ai romani una città sempre più verde”: con queste parole, nel suo programma elettorale, il sindaco Roberto Gualtieri aveva promesso una Capitale più vivibile, più sostenibile, più pulita. E, a voler guardare le strade, i parchi e i giardini in questi giorni, si potrebbe dire che quella promessa è stata mantenuta. Ma non nel senso sperato dai cittadini. Perché Roma oggi è sì più verde, ma verde di incuria, incolta come una giungla urbana, lasciata a se stessa sotto il sole della primavera inoltrata.

Da nord a sud, passando per i quartieri centrali, l’erba cresce rigogliosa, ma non per merito di politiche ambientali virtuose: il verde pubblico romano appare abbandonato, sfalciato a metà o del tutto trascurato. A denunciarlo, con toni caustici, è Ermenegildo Rossi, segretario dell’Ugl Roma e provincia, che in una nota punta il dito contro il Campidoglio: “Nei giardini del Laurentino l’erba ha raggiunto un’altezza di un metro e ottanta. L’Appia Antica è praticamente invisibile, nascosta dai cespugli. Le rotatorie su via Ardeatina sono sommerse da margherite e papaveri che coprono perfino i segnali stradali”.

Dal Laurentino ai Parioli: Roma senza manutenzione

Il problema non riguarda solo le periferie, tradizionalmente penalizzate, ma anche le zone centrali e i quartieri più “bene”: dai marciapiedi di Tor Bella Monaca alle aiuole dei Parioli, la manutenzione del verde è al palo. Gli interventi di sfalcio, essenziali per il decoro ma anche per la sicurezza, sembrano essersi fermati. E così la vegetazione prende il sopravvento: erbacce alte, cespugli invadenti, fiori selvatici che spuntano ovunque.

Il risultato è una città dove la bellezza del patrimonio storico si scontra con l’incuria delle aree verdi. Dove il verde non è più simbolo di benessere ambientale ma di negligenza amministrativa. E il rischio non è solo estetico: “Tra qualche settimana – avverte Rossi – quando tutta quest’erba si sarà seccata, inizieranno i problemi legati agli incendi”.

Rischio incendi e degrado urbano

Non è la prima volta che Roma affronta la stagione calda in questo modo. Ogni anno, con l’arrivo dell’estate, si ripropone lo stesso copione: ritardi negli appalti, tagli al personale, confusione tra competenze comunali e municipali, mentre i cittadini attendono invano che la situazione cambi. Nel frattempo, crescono le segnalazioni di degrado, i disagi per chi vive vicino a parchi non curati, e i timori legati alla sicurezza, soprattutto per gli incendi che divampano facilmente nei terreni secchi e incolti.

Una Capitale da rimettere in ordine

Il paradosso è evidente: in una città che dovrebbe essere modello di bellezza e gestione urbana, il verde pubblico si trasforma in problema. E mentre il sindaco Gualtieri rivendica i propri sforzi in tema di transizione ecologica e piantumazioni, la realtà che i romani vivono quotidianamente è fatta di erba alta, sterpaglie e mancata manutenzione.

Perché Roma non ha bisogno solo di essere più “verde” in senso elettorale, ma più curata, più vivibile, più sicura. E questo passa anche, e soprattutto, dalla manutenzione ordinaria: un’erba tagliata in tempo, una rotonda visibile, un parco frequentabile non sono dettagli, ma simboli di civiltà e buon governo.