Roma come Napoli? Rischio disordini per l’incompetenza del governo

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Italia a rischio disordini. Bilancio della Polizia di Stato nella prima notte a Roma di lockdown parziale dalle 24 alle 5 e di limitazione degli ingressi alle località interessate dal fenomeno della movida: più di 800 le persone controllate, elevate sanzioni a 17 persone. Più di 800 le persone controllate dalla Polizia di Stato nella prima notte in cui Roma ha sperimentato un lockdown parziale dalle 24 alle 5 e che ha previsto la chiusura, con creazione di varchi in entrata e in uscita, di alcune località interessate dal fenomeno della movida come Piazza Trilussa, Piazza Campo de’ Fiori, Piazza Sempione, Piazza Madonna de Monti e il Pigneto. C’è stata una protesta al quartiere Ostiense, subito rientrata.

La polizia preoccupata per i disordini

Ma è innegabile che i fatti di Napoli hanno preoccupato le forze di polizia. Anche se c’è la solidarietà delle forze politiche, è chiaro che la responsabilità è delle misure poco chiare e contraddittorie del governo. Che ormai sembra nel panico più totale. “Ieri sera a Napoli abbiamo assistito ai prodromi di una possibile quanto sciagurata deriva violenta dell’emergenza legata alla pandemia. Sono mesi che l’intero Paese è chiamato ad una quotidiana emergenza. Crediamo sia questo il tempo della responsabilità. Il tempo in cui davvero nessuno può esimersi dal dare il proprio contributo”. Così in una nota il Segretario dell’Associazione nazionale funzionari di Polizia, Enzo Letizia.

Lo scenario rischia di degenerare

“Come associazione nazionale funzionari di Polizia ci riconosciamo in totalmente nelle parole del Presidente della Repubblica Mattarella ed auspichiamo che nessuno sia sordo al suo invito. Isolare violenti e gruppi criminali, spesso coesi da illeciti interessi è dovere imprescindibile. Dovere che deve essere esercitato anche evitando strumentalizzazioni e tensioni nelle esternazioni pubbliche. Le donne e gli uomini delle forze dell’ordine vivono insieme a tutti i cittadini le difficoltà quotidiane e continuano senza sosta nel loro lavoro. Ma, oggi più che mai, è il tempo che il Paese ritrovi assoluta unità di intenti. Abbassare i toni è una necessità, il Paese ha bisogno di equilibrio o diversamente lo scenario rischia di degenerare sotto la spinta di provocazioni estremistiche o criminali con violenze a macchia di leopardo sul territorio nazionale”.

La polizia diventa il capro espiatorio dei disordini

Anche per Cesario Bortone, segretario provinciale Consap a Napoli, “i poliziotti si trovano sempre ad essere capri espiatori di una politica troppo altalenante. Occorrono linearità e fermezza disposizioni, maggiore tutele per poliziotti. E protezione sia per quanto riguarda protezioni individuali anti covid per gli agenti, non possiamo stare in balia di continue sollecitazioni e cambi di programma su disposizioni regionali o nazionali. Vogliamo più linearità, concretezza e fermezza”. “Non possiamo essere gli obiettivi di questo malcontento e dell’insofferenza della gente, che dovrebbe capire il lavoro che facciamo per tutelare tutti. Che senso ha attaccare la Polizia? E’ uno sfogo insensato, pericoloso”.

Le istituzioni prendano posizione

“Gravissimo e allo stesso tempo prevedibile quanto avvenuto a Napoli. Adesso però non si può lasciare tutto nelle mani della polizia. Serve una forte presa di posizione da parte delle istituzioni e il governatore De Luca deve comprendere che i poliziotti non sono soldatini di piombo”. Così Fabio Conestà, segretario generale del Movimento Sindacale Autonomo di Polizia (Mosap). E aggiunge: “Il disagio e il periodo difficile che sta vivendo il nostro Paese, non può legittimare i facinorosi e professionisti del disordine a inveire contro le forze dell’ordine, anch’esse esposte al contagio e con famiglie a casa che le aspettano. Per questo motivo – dice Conestà – chiediamo provvedimenti durissimi nei confronti di chi si rende responsabile di questi gesti. Manifestare il proprio dissenso è un diritto costituzionalmente garantito, ma la Costituzione dice anche che deve venire in maniera pacifica e senza armi. Tutto il contrario di quanto avvenuto ieri”, ha concluso.