Roma condannata a pagare 8 milioni al costruttore entro 3 mesi, ma è senza soldi: il caso imbarazza la Giunta Gualtieri
Roma è stata condannata quest’oggi 12 novembre a versare oltre 7,9 milioni di euro alla società edile Nuova Florit S.r.l., per un ‘errore amministrativo’ risalente a 12 anni fa ma che ora ricade pesantemente sui conti pubblici capitolini. Lo ha stabilito il TAR del Lazio, accogliendo il ricorso della società contro l’inadempienza dell’amministrazione capitolina nel dare esecuzione a una precedente sentenza del Tribunale civile del 2024. Dietro la vicenda, che chiama in causa politicamente la Giunta del sindaco Roberto Gualtieri e in particolare l’assessore all’Urbanistica Maurizio Veloccia, si nasconde uno dei problemi cronici del Campidoglio. La gestione spesso caotica dei piani edili, vecchi e nuovi, una voragine che rischia di inghiottire risorse destinate a servizi e infrastrutture.
La richiesta ai giudici del Comune di Roma di rinviare la causa, in attesa di una delibera per il riconoscimento del debito fuori bilancio, è stata respinta nettamente: per i giudici, “bisogna pagare subito”, i diritti della società devono essere rispettati, in caso contrario il Campidoglio sarà commissariato dal Ministero dell’Interno, questo riporta testualmente la sentenza.
Roma, i giudici dicono ‘No’ al Campidoglio: “Basta rinvii”
“Alla camera di consiglio del 4 novembre 2025 – si legge difatti nella sentenza – il Comune di Roma dichiarava a verbale che (…) fosse in corso di predisposizione la proposta di deliberazione da sottoporre all’Assemblea Capitolina per il riconoscimento del debito fuori bilancio occorrente al pagamento della somma dovuta e chiedeva, a tal fine, un rinvio della trattazione della causa”. La pronta risposta dei giudici del Tar del Lazio non si è fatta attendere: “Ritiene il Collegio – si legge sempre nella sentenza – che l’istanza di rinvio formulata oralmente da Roma Capitale non possa trovare accoglimento“.
Il terreno “fantasma”: promesso edificabile, ma bloccato dai vincoli
Il caso nasce il 3 giugno 2013 (sul finire del mandato dell’ex sindaco Gianni Alemanno). Quel giorno il Comune di Roma ha ceduto alla Nuova Florit un’area di Roma sud come compensazione per precedenti diritti edificatori. Quell’area, secondo le carte ufficiali, doveva essere edificabile. Solo anni dopo la società scoprì che i vincoli urbanistici la rendevano assolutamente inedificabile. Una beffa da milioni di euro.
Il Tribunale civile, nel 2024, aveva già condannato Roma a risarcire la società per “l’affidamento incolpevole” nella validità di quella convenzione. Ma il Comune di Roma non ha mai saldato il conto, costringendo Nuova Florit a tornare in tribunale, questa volta davanti al TAR.
Gualtieri e Veloccia nella tempesta politica
La sentenza del Tar arriva in un momento delicatissimo per il sindaco Roberto Gualtieri, già alle prese con un bilancio comunale sotto pressione, appesantito da vecchi e nuovi debiti, e una città in difficoltà nel garantire servizi essenziali. Sotto i riflettori finisce anche Maurizio Veloccia, assessore all’Urbanistica, da tempo impegnato a risolvere le controversie nate da vecchie e nuove convenzioni edilizie.
Il TAR ordina di pagare entro 90 giorni
La decisione del TAR è perentoria: Roma ha 90 giorni di tempo per pagare la somma dovuta, più interessi legali, oppure interverrà un Commissario ad acta nominato dal Ministero dell’Interno. Sarà, infatti, il Capo del Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali a poter sostituire l’amministrazione comunale, con il compito di eseguire materialmente il pagamento. Una misura eccezionale che rappresenta una sconfitta amministrativa e politica per il Campidoglio, commissariato di fatto nella gestione dei propri debiti.
Il prezzo dell’inefficienza: Roma paga (di nuovo)
Questa non è solo una vicenda giudiziaria, ma un nuovo episodio di mala gestio urbanistica che rischia di costare caro ai cittadini romani. Il TAR, pur respingendo la richiesta di una penalità di mora, ha condannato il Comune di Roma anche alle spese legali.
In totale, l’esborso per l’amministrazione supera gli 8 milioni di euro, cifra che finirà inevitabilmente per pesare sul bilancio comunale 2026. Si tratta di un risarcimento record, ma non di un caso isolato: in Campidoglio si contano decine di contenziosi simili, nati da convenzioni e promesse edificatorie rivelatesi poi insostenibili. Un fardello che, secondo stime interne, potrebbe tradursi in centinaia di milioni di euro di potenziali passività, con effetti devastanti sulla capacità del Comune di Roma di programmare investimenti.