Roma, contestazione al corteo per Gaza: attivisti accusano il centro-sinistra

Roma, contestazione al corteo per Gaza

Durante il corteo per Gaza tenutosi oggi – sabato 7 giugno 2025 – a Roma, convocata da Partito Democratico (PD), Movimento 5 Stelle (M5S) e Alleanza Verdi e Sinistra (AVS) per esprimere solidarietà al popolo palestinese, un gruppo di attivisti ha realizzato un’azione di contestazione. L’iniziativa è stata organizzata da Fronte Comunista (FC), Fronte della Gioventù Comunista (FGC), Collettivo Militant, Unione Democratica Arabo-Palestinese (UDAP) e Giovani Palestinesi d’Italia (GPI).

La contestazione al corteo per Gaza in viale Manzoni

Il momento di protesta si è svolto lungo il percorso del corteo, precisamente all’altezza dell’incrocio tra via Emanuele Filiberto e viale Manzoni, dove alcune decine di militanti hanno aperto uno striscione con la scritta Basta complicità con il genocidio! Italia fuori dalle guerre imperialiste», sventolato bandiere palestinesi, acceso fumogeni ed effettuato interventi al megafono.

L’obiettivo dichiarato era quello di esprimere dissenso verso i partiti promotori del corteo, accusati di non aver preso una posizione sufficientemente netta sul conflitto in Palestina e di non opporsi con fermezza alle alleanze militari internazionali.

Il comunicato: “Guerre frutto della competizione economica”

Le organizzazioni accusano centro-sinistra e istituzioni internazionali di alimentare conflitti a tutela degli interessi economici dominanti.

In un comunicato congiunto, i cinque gruppi promotori dell’iniziativa spiegano le ragioni della contestazione. Secondo la loro analisi, l’attuale scenario internazionale – dal conflitto in Ucraina all’occupazione in Palestina – rappresenta l’evoluzione della competizione economica su scala globale. A detta degli attivisti, i governi nazionali sarebbero disposti a sacrificare le vite umane per difendere gli interessi dei grandi gruppi finanziari.

Nel testo si legge inoltre una critica esplicita ai partiti italiani che, secondo gli autori, “non si oppongono concretamente ai piani di guerra internazionali” e, in alcuni casi, sostengono il riarmo europeo. PD, M5S e AVS sono accusati di non denunciare il ruolo della NATO e dell’Unione Europea nel contesto bellico e di assumere oggi una posizione pacifista solo in modo strumentale. La frase “Alla testa marcia il nemico” riassume la denuncia di incoerenza tra dichiarazioni pubbliche e responsabilità politiche passate.

“Obiettivo: un’Italia estranea alle alleanze militari”

Le sigle propongono la costruzione di un’alternativa politica contraria a guerra, riarmo e logiche imperialiste.

Il comunicato si conclude con l’invito a non delegare la costruzione della pace a chi rappresenta interessi economici e militari consolidati. Secondo le organizzazioni promotrici, serve un’alternativa politica che si ponga in netta discontinuità con le forze attualmente rappresentate in Parlamento.

Tra le rivendicazioni principali emergono la difesa della resistenza palestinese, la fine del genocidio a Gaza, e l’estraneità dell’Italia dalle alleanze militari come NATO e UE, considerate responsabili di contribuire all’escalation dei conflitti globali.