Roma, controllori e vigili contro i palpeggiamenti su bus e metro: in arrivo multe da 500 euro (mentre prosegue l’emergenza borseggi)

Roma, un classico controllore Atac in servizio

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Roma prova a voltare pagina sul fronte della sicurezza sui mezzi pubblici. Dopo anni di denunce, campagne di sensibilizzazione e promesse cadute nel vuoto, sta per arrivare una misura che punta a colpire i molestatori non solo sul piano penale ma anche economico: multe fino a 500 euro per chi palpeggia, importuna o aggredisce verbalmente donne, studenti o pendolari sui bus e nelle metropolitane. Una sanzione amministrativa che, nelle intenzioni del Campidoglio, dovrebbe affiancare le azioni delle forze dell’ordine, spesso limitate dall’assenza di flagranza o dalla reticenza delle vittime a denunciare.

La novità nasce dall’idea di aggiornare il Regolamento di polizia urbana, estendendo i poteri della Polizia Locale e del personale Atac. L’obiettivo è chiaro: rendere immediata la risposta alle molestie, anche senza attendere l’intervento delle pattuglie o delle autorità giudiziarie.

La città dei silenzi e delle mani troppo lunghe

Dietro questa misura, c’è un fenomeno che Roma conosce bene ma che raramente trova spazio nelle statistiche ufficiali: le molestie sui mezzi pubblici. Ogni giorno, migliaia di donne e ragazze affrontano viaggi all’insegna dell’ansia, strette fra corpi sconosciuti e mani invadenti, spesso costrette al silenzio per paura o vergogna. Le denunce, poche e tardive, rappresentano solo la punta dell’iceberg di un problema strutturale.

L’iniziativa del Comune di Roma nasce quindi da una consapevolezza: non bastano più gli arresti occasionali, serve un deterrente quotidiano. Ma sarà davvero sufficiente una multa per cambiare i comportamenti di chi, nel caos di una metro affollata, si sente libero di approfittarne?

  • Vigili, autisti e controllori “sentinelle” della sicurezza

Il piano prevede un investimento nella formazione del personale che ogni giorno vive la prima linea del trasporto pubblico. Vigili urbani, autisti e controllori Atac saranno chiamati a riconoscere, segnalare e gestire situazioni di molestia o discriminazione. Il regolamento, infatti, intende vietare esplicitamente “violenze, molestie e discriminazioni per ragioni di genere, età, provenienza o stato sociale”.

In altre parole, i bus e le metropolitane diventeranno spazi dove la sicurezza non sarà più un optional. Tuttavia, non mancano i dubbi: come verranno formati realmente questi operatori? E soprattutto, avranno il potere – e il coraggio – di intervenire in tempo reale, in contesti spesso caotici e potenzialmente pericolosi?

La città delle multe e dei borseggiatori

La misura, accolta con favore da più forze politiche – dal Partito Democratico a Forza Italia – viene presentata come un passo avanti nella tutela delle donne. Ma resta una contraddizione di fondo: mentre si annuncia la tolleranza zero contro le molestie, Roma continua a essere una giungla di furti e borseggi sui mezzi pubblici.

Le cronache quotidiane raccontano di turisti derubati, pendolari accerchiati e borse scomparse in un battito di ciglia. Un fenomeno che sembra non conoscere tregua, nonostante telecamere, pattugliamenti e campagne di prevenzione. E allora la domanda che aleggia sul Campidoglio è inevitabile: questa nuova stretta sarà davvero efficace o finirà per restare un altro proclama da conferenza stampa?

Il paradosso di una capitale sotto assedio

Roma vive un doppio paradosso. Da un lato si tenta di garantire il diritto alla sicurezza per chi viaggia, dall’altro la città continua a mostrare le crepe di un sistema incapace di proteggere i suoi cittadini nei luoghi più affollati e vulnerabili. Le metro diventano corridoi di paura, gli autobus teatri di soprusi quotidiani.

Il nuovo regolamento promette rigore e formazione, ma resta il nodo cruciale: chi controllerà davvero i controllori? Senza un piano di presenze costanti, di pattuglie mirate e di campagne di prevenzione concrete, anche la multa più severa rischia di trasformarsi in un simbolo vuoto, un deterrente solo sulla carta.

Un segnale, non una soluzione

La multa da 500 euro è un segnale politico e sociale importante: afferma che le molestie non sono “solo parole” o “bravate”, ma un’aggressione alla libertà di chi viaggia. Tuttavia, la sola sanzione amministrativa non può sostituire la certezza dell’intervento, della protezione immediata e della giustizia effettiva.

Roma prova a reagire, ma lo fa ancora a metà. Senza un piano organico contro l’insicurezza quotidiana, il rischio è che questa iniziativa resti l’ennesimo tentativo di rincorrere i problemi invece di prevenirli. La città eterna meriterebbe risposte più forti, non solo multe simboliche.