Roma ‘copia’ la Regione, ok del Campidoglio all’accorpamento scolastico per l’anno 2026-27: Municipi e scuole coinvolte

Roma, il sindaco Roberto Gualtieri e l'assessore Claudia Pratelli (Scuola) all'inizio dell'anno scolastico 2025-26, foto comune di Roma

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A Roma la questione del dimensionamento scolastico torna al centro del dibattito politico. Con la deliberazione n. 346 dell’11 settembre 2025, la Giunta capitolina guidata dal sindaco Gualtieri ha approvato la proposta di riorganizzazione della rete scolastica di Roma in vista dell’anno 2026/27. La delibera prevede anche un accorpamento scolastico nel Municipio VII, tra gli istituti comprensivi di via del Calice ed ex Guido Milanesi.

Roma, la Regione Lazio e la battaglia ‘politica’ per il dimensionamento scolastico

Una decisione che assume un significato politico particolare. Da due anni, infatti, il centrosinistra (e in particolare il PD) combatte una battaglia politica contro il piano regionale di dimensionamento scolastico. Piano voluto dal presidente della regione Lazio Francesco Rocca (FdI), contestandone metodo e finalità. Di recente, la Regione Lazio è stata obbligata, da alcune sentenze del Tar del Lazio, a rivedere i suoi piani di accorpamento in provincia di Rieti.

Colpisce, quindi, che sia proprio un’amministrazione di centrosinistra a muoversi nella stessa direzione, chiedendo tale modifica.

Roma, ok della Giunta all’accorpamento di due Istituti scolastici per l’anno 2026-27 nel Municipio VII

Alla seduta di Giunta capitolina che ha dato l’ok al provvedimento erano presenti il vicesindaco Silvia Scozzese e gli assessori Battaglia, Patanè, Pratelli (Scuola) Segnalini, Veloccia, Lucarelli, Alfonsi e Funari. Assente invece il sindaco Roberto Gualtieri. Assente anche l’assessore allo Sport, Alessandro Onorato, che si vede sempre meno in Campidoglio, così almeno ci raccontano alcuni dipendenti capitolini e così mostrano le deliberazioni di Giunta di settembre. Assenti infine gli assessori Zevi e Smeriglio.
“Il municipio VII – riporta la deliberazione del Campidoglio appena varata – con una nota del 25 luglio scorso ha trasmesso al Campidoglio una nota avente oggetto “dimensionamento scolastico anno 2026 – 2027″. Nota con cui ha trasmesso una delibera della giunta Municipale del 18 giugno con cui il municipio ha stabilito di approvare Il dimensionamento scolastico che prevede (…) l’accorpamento degli istituti comprensivi di via del Calice ed ex Guido Milanese”. Tra l’altro, già lo scorso anno 2025/26, il Campidoglio aveva deliberato alcuni accorpamenti, in particolare nel Municipio III, con l’accorpamento degli istituti Levi e Fidene.

Roma, le richieste del Municipio VII che richiede un accorpamento – www.7colli.it

Il ruolo del VII Municipio

Guardando al dato più generale, tutti i municipi di Roma, per l’anno 2026-27, hanno chiesto di mantenere l’attuale dimensionamento. A distinguersi, tra i Municipi romani, è stato quindi solo il VII Municipio, guidato dal minisindaco Francesco Laddaga (PD). Una scelta che arriva proprio mentre il centrosinistra denuncia a livello regionale (in provincia di Rieti, più di recente. Ma anche in provincia di Roma, come accaduto a Ciampino, dove però il Comune è uscito sconfitto dalle aule di Tribunale) gli “accorpamenti forzati”. Un cortocircuito politico difficile da spiegare ai cittadini-elettori.

Le sentenze del Tar

La vicenda romana, come anzidetto, si inserisce in un quadro regionale teso. Proprio nei giorni scorsi il Tar del Lazio ha annullato alcune delle delibere sul piano di dimensionamento scolastico 2025/26 varato dalla Regione. I giudici amministrativi hanno accolto i ricorsi di enti locali e genitori, rilevando la mancanza di motivazioni adeguate sugli accorpamenti.

Le sentenze sottolineano come la Regione abbia ignorato le indicazioni della Conferenza regionale permanente per l’istruzione, senza fornire spiegazioni. È un colpo pesante al piano del presidente Rocca, già contestato da Comuni, Province e opposizioni. La domanda sorge spontanea. Chissà se, ora, anche il Municipio VII di Roma verrà ‘bersagliato’ di ricorsi giudiziari contro l’accorpamento da parte di genitori e comitati?

Un nodo politico e sociale, per Roma e il Lazio

Il nodo centrale è uno. Il dimensionamento scolastico viene presentato come uno strumento di efficienza amministrativa. Ma in realtà è diventato un terreno di scontro politico e sociale. Famiglie e docenti temono di perdere punti di riferimento consolidati, dirigenti scolastici vedono ridursi le autonomie, le comunità locali vivono gli accorpamenti come un impoverimento del territorio.

Il piano per il 2026/27 di Roma è stato appena votato, ma la delibera capitolina rappresenta un passo comunque decisivo. La palla passa ora alla Città Metropolitana che dovrà concedere il suo ‘Sì’ o ‘No’ definitivo. Ma una certezza intanto c’è: il tema del dimensionamento continuerà a infiammare la politica laziale e romana, con il VII Municipio in prima linea e le famiglie che chiedono certezze e trasparenza.