Roma costretta a mostrare la lista ‘segreta’ dei vincitori del concorso per 1000 nuovi taxi: il Tribunale bacchetta il Campidoglio

Roma, sullo sfondo il Colosseo e un taxi, in primo piano il sindaco Gualtieri e l'assessore Patanè

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Roma non potrà più nascondere i nomi dei vincitori del concorso straordinario per mille nuove licenze taxi lanciato mesi fa dalla Giunta Gualtieri. A stabilirlo è stato il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio che ha ordinato al Campidoglio di rivelare i dati dei candidati risultati idonei, finora celati dietro freddi codici alfanumerici. La decisione dei giudici amministrativi segue due ricorsi giudiziari presentati da due aspiranti tassisti esclusi ed è contenuta in altrettante ordinanze del Tar del Lazio. Due ricorsi presentati non solo contro il Campidoglio, ma anche contro tre colossi del settore, ossia tre cooperative di taxi molto attive nella Capitale. Una sorte di Davide/i contro Golia.

Questa decisione rappresenta una sonora sconfitta per l’Amministrazione capitolina, accusata in soldoni dai giudici di eccessiva opacità e di aver innalzato un ‘muro di segretezza‘ in una procedura che riguarda direttamente la vita di migliaia di cittadini, di lavoratori – quelli del settore taxi – e la stessa mobilità della Capitale.

La richiesta dei giudici, ovviamente, incide sull’avvocatura comunale e gli uffici capitolini. Ma impatta anche – almeno a livello politico – sul sindaco Roberto Gualtieri e l’assessore alla Mobilità Eugenio Patanè.

Roma, battaglia per trasparenza e legalità nel concorso dei taxi

I ricorsi, presentati da due candidati esclusi dalla graduatoria, hanno portato a un pronunciamento che si candida a diventare un precedente importante. Il Tar ha riconosciuto il diritto degli aspiranti tassisti ad accedere ai dati degli altri concorrenti, almeno quelli vincitori, sottolineando come l’interesse alla difesa prevalga sulle presunte presunte ragioni di riservatezza invocate dal Comune.

In sostanza, il Tribunale ha bacchettato il Campidoglio: la trasparenza non è opzionale, ma obbligatoria, soprattutto quando si tratta di gare pubbliche e di concessioni che incidono sul tessuto economico e sociale della città.

Un concorso travagliato, quello dei 1000 nuovi taxi di Roma

Il bando straordinario per le mille nuove licenze taxi era stato presentato come la grande svolta per decongestionare il trasporto urbano, spesso al collasso. Una promessa di modernità e di respiro europeo, dopo anni di polemiche sulla scarsità di vetture disponibili, soprattutto nelle ore di punta e durante grandi eventi.

Ma la macchina amministrativa si è subito inceppata: esclusioni contestate, graduatorie criptate, ricorsi a pioggia. Il risultato? L’ennesimo scenario di caos all’ombra del Campidoglio, dove la burocrazia ha soffocato la chiarezza e la sfiducia dei cittadini è cresciuta di pari passo con la rabbia delle categorie coinvolte.

Il paradosso dei “codici segreti” del concorso per 1000 nuovi taxi

La vicenda della lista ‘criptata’ dei vincitori ha assunto i contorni di un paradosso. Un concorso pubblico, presentato come emblema di correttezza e rigore, ha finito per trasformarsi in un labirinto di codici numerici, inaccessibili. Chi ha vinto? Chi ha perso? Nessuno poteva saperlo con certezza. Sono rimasti segreti anche i nomi dei vincitori.

Un’anomalia che stride con i principi basilari di trasparenza e che il Tar ha finalmente rimesso in ordine. Il diritto di sapere chi ha ottenuto un titolo pubblico non può essere sacrificato sull’altare della burocrazia.

I taxi di Roma pretendono risposte

La decisione del Tar costringe il Campidoglio a uscire dall’ambiguità. Entro trenta giorni, l’amministrazione dovrà comunicare i nomi dei vincitori del concorso. Una mossa inevitabile che potrebbe scatenare nuove polemiche e nuovi ricorsi.

La vicenda ha messo in luce, ancora una volta, le fragilità della macchina comunale e la difficoltà cronica di Roma a gestire in modo limpido i processi decisionali. In una città che attende da anni una vera rivoluzione della mobilità, questa ordinanza è più di un atto giuridico: è un monito.

Oltre i tribunali: la sfida della mobilità a Roma

Se il Tar ha imposto chiarezza, resta aperta la sfida più grande: rendere efficiente il sistema dei trasporti. Mille nuove licenze taxi non sono soltanto numeri su una delibera, ma pezzi di un mosaico che deve rispondere al grido di una Capitale in costante emergenza di mobilità.

Roma, città eterna, non può restare imprigionata tra autobus in ritardo, metropolitane sovraffollate e taxi introvabili. La sentenza di oggi non chiude la partita, ma segna un punto di svolta: la trasparenza sarà la bussola con cui dovrà misurarsi ogni futura decisione. In ogni caso, il Campidoglio ha facoltà di ricorrere al Consiglio di Stato contro tale sentenza di primo grado.

Taxi a Roma
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