Roma, crollo alla torre dei Conti: al via da lunedì i lavori di messa in sicurezza
Roma, partiranno lunedì i lavori per la messa in sicurezza della Torre dei Conti, ferita gravemente dai crolli del 3 novembre. Come emerso dal tavolo tra Campidoglio, Soprintendenza del Colosseo e Sovrintendenza capitolina, «dovrebbero iniziare lunedì i lavori per la messa in sicurezza della Torre dei Conti», con l’obiettivo primario di proteggere cittadini, turisti e lavoratori. L’area, nel cuore dell’asse tra via Cavour e il Colosseo, resterà sotto stretto controllo. Il Comune ricorda che si tratta di un intervento urgente su un monumento medievale che, dopo «tre cedimenti susseguitisi nell’arco di poche ore», è diventato un potenziale pericolo. In quell’incidente ha perso la vita un operaio rumeno di 66 anni, Octay Stroici: una tragedia che ha accelerato le decisioni sulle opere di messa in sicurezza.
Gru, piattaforme e ditta in “somma urgenza”
In questi giorni è già iniziata la cantierizzazione dell’area. Per non perdere tempo, «si è deciso di utilizzare in somma urgenza una ditta già contrattualizzata con piazza Lovatelli», così da evitare nuove gare e ritardi. A breve «arriveranno due gru e due piattaforme» che saranno utilizzate per prelevare i materiali di risulta e consentire di lavorare in quota in condizioni di maggiore sicurezza. L’obiettivo è chiaro: ridurre al minimo i rischi di ulteriori distacchi e di caduta di frammenti sulla strada e sui percorsi pedonali. La presenza delle gru potrà comportare restringimenti e deviazioni temporanee, ma è il passaggio necessario per mettere in sicurezza una zona attraversata ogni giorno da migliaia di persone.
Un protocollo tra Ministero, Comune e vigili del fuoco
Parallelamente al cantiere, si sta definendo il quadro istituzionale. «Si sta predisponendo uno schema di convenzione tra ministero della Cultura, Comune e vigili del fuoco per stabilire gli obiettivi, la tempistica degli interventi e le relative competenze». Il documento approderà in giunta capitolina per l’approvazione e, in parallelo, dovrà essere ratificato al Collegio Romano. Il tavolo interistituzionale non sarà episodico: «si riunirà in modo permanente una volta a settimana» per aggiornarsi sullo stato dei lavori, verificare l’efficacia delle soluzioni e introdurre eventuali correttivi. Per i cittadini significa un monitoraggio costante e condiviso, con responsabilità chiare e tempi scanditi.
Formare i pompieri agli interventi in quota
Tra le ipotesi più concrete c’è il coinvolgimento diretto dei vigili del fuoco. Le istituzioni stanno valutando «l’addestramento di personale dei vigili del fuoco affinché siano loro a occuparsi degli interventi di messa in sicurezza», non solo per l’emergenza attuale ma anche in vista di future criticità su altri beni storici. I pompieri potrebbero occuparsi di «spruzzare la calce a presa o realizzare il puntellamento delle zone più lesionate, oltre alla rimozione delle parti pericolanti», sempre «in conformità con il progetto redatto dall’ingegner Alessandro Bozzetti dello studio Croci», lo stesso professionista che si è occupato della chiesa di San Giuseppe dei falegnami al Foro Romano. Una scelta che rafforzerebbe la capacità operativa dello Stato nei casi in cui sicurezza pubblica e tutela del patrimonio coincidono.
Una ferita nel cuore archeologico contesa tra demolizione e tutela
Dopo i crolli, la Torre dei Conti è diventata paradossalmente un’attrazione. «La Torre è diventata un elemento di attrazione per i turisti», affascinati dall’idea di scattare selfie davanti al luogo del disastro, «sull’onda della distorsione sempre più diffusa, ai limiti della morbosità, di fotografarsi nel luogo di un disastro». Eppure, fino a poco tempo fa, la torre era sprofondata in un «oblio ventennale» senza restauri. Con i fondi del Pnrr, «quasi 7 milioni», sarebbe dovuta «rinascere come punto di informazione turistica, museo e caffetteria con terrazza panoramica all’ultimo piano». I crolli hanno riaperto un dibattito acceso: qualcuno ha proposto l’abbattimento, ipotesi respinta dalla Soprintendenza del Parco archeologico del Colosseo e contestata dagli accademici dei Lincei e da Italia Nostra, in nome della tutela storica e identitaria del monumento.
Sicurezza prima di tutto per cittadini e visitatori
In attesa di decidere il futuro della Torre, la priorità resta la sicurezza. Il quasi rudere «continua a suscitare la curiosità dei turisti», ma l’area resta sensibile e va rispettata: transenne, divieti di accesso e prescrizioni non sono un ostacolo alla visita di Roma, bensì una garanzia per tutti. La messa in sicurezza che parte lunedì è il primo passo per evitare nuovi rischi e per consentire, in prospettiva, di recuperare un tassello importante del paesaggio archeologico della capitale. Il messaggio delle istituzioni è netto: prima si mette la struttura in condizioni stabili, poi si potrà discutere di restauri, rifunzionalizzazioni e nuove aperture al pubblico. Fino ad allora, ai romani e ai turisti viene chiesto un atto di responsabilità: rispettare le limitazioni per contribuire alla salvaguardia di un bene comune.