Roma, crollo alla Torre dei Conti, appello della Procura: “Inviateci video e foto del primo cedimento”
Roma, dopo il tragico crollo della Torre dei Conti, nel cuore della Capitale, costato la vita a un operaio rimasto intrappolato sotto le macerie, i Carabinieri lanciano un appello alla cittadinanza: chiunque abbia ripreso il primo momento del cedimento, anche solo parzialmente, invii subito immagini e filmati agli inquirenti. Non è un gesto simbolico: quelle sequenze possono cambiare il corso dell’inchiesta, chiarire dinamiche decisive e, soprattutto, evitare che simili tragedie si ripetano. È il momento in cui Roma chiama i suoi cittadini a una collaborazione concreta, rapida e responsabile.
Dove inviare i materiali, senza perdere tempo
Le forze dell’ordine chiedono di trasmettere video e fotografie via e-mail all’indirizzo: crollotorredeiconti@carabinieri.it (dimensione massima degli allegati 20 MB) oppure via WhatsApp al numero +39 347 926 1316. La richiesta è esplicita: inviare solo ciò che ritrae il primo crollo, anche se il frammento è parziale o disturbato. Spesso i secondi iniziali sono i più rari e preziosi: se li avete, non attendete. Ogni minuto può contare per cristallizzare prove e tracce digitali che con il tempo rischiano di andare perse o deteriorarsi.
Cosa includere nell’invio per renderlo utile
Insieme ai file, è indispensabile allegare un documento di identità e un’utenza di contatto (preferibilmente un numero di telefono a cui essere richiamati). Aggiungete una breve descrizione: data e ora approssimativa della ripresa, punto da cui avete filmato (via, numero civico, riferimento visivo), eventuali condizioni meteo o anomalie percepite (rumori, vibrazioni, polvere). Più il contesto è preciso, più il materiale diventa utilizzabile dagli investigatori e dai tecnici che analizzano i frame per ricostruire sequenze, direzioni delle fratture e cadute di elementi strutturali.
Formati, qualità e accorgimenti tecnici
Non modificate i file: niente filtri, tagli o compressioni ulteriori rispetto a quelle automatiche del dispositivo. Conservate l’originale: i metadati (data/ora, modello del telefono, coordinate se attive) sono preziosi. Se il video supera i 20 MB, inviate una prima versione a bassa risoluzione per segnalare la disponibilità del contenuto e indicate che possedete l’originale integrale, pronto per il trasferimento con modalità che vi verranno comunicate. Per WhatsApp, inviate come documento e non come “foto” per preservare, quando possibile, la qualità. Evitate re-upload su piattaforme social: rischiano di degradare le prove.
Sicurezza personale e responsabilità
La raccolta dei materiali non giustifica azioni rischiose: non avvicinatevi ad aree interdette e non superate transenne o nastri. Se siete testimoni diretti, annotate ora i ricordi mentre sono freschi (direzione del primo cedimento, tempo tra i rumori e la polvere, eventuali operazioni in corso). Non pubblicate dettagli sensibili sui social: oltre a esporvi, potreste inquinare la prova generando ricostruzioni errate. Consegnare il materiale alle autorità è l’unico percorso che garantisce catena di custodia e utilizzo legittimo in sede giudiziaria.
Perché il “primo crollo” è cruciale
Gli istanti iniziali raccontano la genesi del cedimento: da quale punto parte la frattura, quali elementi cedono per primi, come si propaga la spinta. Sono informazioni che gli esperti incrociano con calcoli, progetti e stati di fatto. Un frame in più può confermare o smentire ipotesi su errori umani, difetti strutturali o condizioni esterne. Aiutare oggi significa contribuire a una verità tecnica e giudiziaria che serve a dare giustizia alla vittima e a migliorare la sicurezza di cantieri e monumenti in una città che vive di storia ma non può rinunciare alla tutela delle persone.
Come scrivere il messaggio di accompagnamento
Nel testo dell’e-mail o di WhatsApp, inserite: oggetto “Torre dei Conti – Primo crollo”; nome e cognome, data e luogo della ripresa, dispositivo utilizzato (se noto), contatto preferito per essere richiamati. Se il video è stato inviato da terzi, segnalatelo e indicate, se possibile, la catena di condivisione. Evitate commenti o attribuzioni di colpa: attenetevi ai fatti. Se avete più file, numerateli in ordine cronologico. Se il materiale è già stato pubblicato altrove, fornite il link, ma inviate comunque l’originale: le versioni online spesso sono compresse o alterate.
Un appello anche in video
A supporto della richiesta, è disponibile un appello in video del Capitano Corina Lanza, Comandante dei Carabinieri di Piazza Venezia, con cui si ribadisce l’importanza della collaborazione dei cittadini. Il link fornito dagli inquirenti per scaricare il messaggio è: https://we.tl/t-XBS3Ybelij. Guardarlo aiuta a capire tono, urgenza e finalità dell’invito: non una caccia morbosa alle immagini, ma la ricerca di frammenti probatori che, uniti, compongono il mosaico della verità. Condividerlo in modo responsabile può amplificare la raccolta di prove utili.
Tempistiche e corretto uso delle prove
L’invio dei materiali deve essere immediato: più si aspetta, più si rischia di perdere dati, dispositivi o memoria degli eventi. Conservate una copia di sicurezza dei file su un supporto separato. Una volta trasmesso il materiale, attendete eventuali indicazioni: potrà esservi chiesto di formalizzare una dichiarazione o di fornire ulteriori dettagli. Ricordate: le immagini consegnate alle autorità potranno essere utilizzate esclusivamente nell’ambito delle indagini e dei successivi procedimenti, nel rispetto della normativa sulla privacy e sulla tutela dei testimoni.
Il senso civico che salva vite
Questo appello non è solo una richiesta tecnica: è una prova di comunità. Di fronte a una tragedia che ha colpito un lavoratore e la città intera, ogni cittadino può offrire un contributo concreto. Un video di pochi secondi, una foto sfocata, un dettaglio annotato: pezzi di realtà che, messi insieme, possono restituire una ricostruzione fedele dei fatti e impedire che si ripetano. Se avete visto o ripreso qualcosa, fate la vostra parte adesso: crollotorredeiconti@carabinieri.it (max 20 MB) o WhatsApp +39 347 926 1316, con documento d’identità e numero per essere ricontattati. La verità ha bisogno anche di voi.