Roma, dai proclami al flop: via delle Fornaci diventa un ‘cimitero’ di alberi, salvo solo 1 (VIDEO)

Un viale che doveva rinascere nel verde, a due passi da San Pietro, oggi sembra più una via Crucis. Là dove erano stati piantati sessanta alberi, sono rimaste soltanto croci di legno e tronchi secchi che adesso dovranno essere caricati sui camion e poi buttati. È la denuncia di Daniele Giannini, dirigente regionale della Lega ed ex presidente del Municipio Aurelio-Boccea, che parla senza mezzi termini di uno “scempio ambientale” firmato dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri e dall’assessora Sabrina Alfonsi.
“Qui ci avevano raccontato di un intervento che avrebbe trasformato Via delle Fornaci e Via Nuova delle Fornaci in un piccolo paradiso verde – denuncia Daniele Giannini – ma oggi vediamo soltanto i resti: alberi secchi, croci di legno, rami tagliati. Questo è il cimitero degli alberi pagato con i fondi PNRR. Soldi che i cittadini dovranno restituire con gli interessi”.

Alberi piantati 6 mesi fa e già morti
A marzo, l’assessora all’Ambiente Sabrina Alfonsi aveva presentato l’intervento come un progetto strategico per la salute dei cittadini e la lotta al cambiamento climatico. Sessanta ligustri piantati con tanto di foto, articoli e proclami istituzionali. Oggi, però, su via delle Fornaci quegli alberi non ci sono più. Forse perché, una volta fatti i proclami, ci si è dimenticati che gli alberi andavano anche curati…
“Uno solo è sopravvissuto – ironizza Giannini – e come cantava Gianni Morandi, ‘uno su mille ce la fa’. Tutti gli altri sono morti o tagliati. Eppure erano stati piantati con soldi pubblici, fondi PNRR che ora dovremo restituire per non avere nulla in cambio. Una beffa per i cittadini”.
L’ennesimo flop del verde romano
La denuncia riguarda non solo la morte degli alberi, ma anche il modo in cui erano stati piantati. “Basta guardare i marciapiedi: chi deve passare con una carrozzina o una sedia a rotelle non ci riesce, perché lo spazio è insufficiente. Invece di rendere migliore questa zona, a duecento metri dal Vaticano e a poca distanza dal Gianicolo, l’hanno resa più invivibile, con traffico e smog ma senza verde”, aggiunge l’esponente della Lega.
L’intervento su Via delle Fornaci e via delle Nuove Fornaci doveva essere il simbolo della “rinascita verde” del Municipio XIII. Nelle parole dell’assessora Alfonsi, “una rete arborea capace di mitigare le isole di calore e migliorare la qualità ambientale”. Ma oggi, camminando lungo via delle Fornaci, restano solo i resti secchi degli alberi e i camion che li portano via. Una scena che stride con gli slogan e le promesse di pochi mesi fa.
“Vogliamo chiarezza: quanto è stato speso – incalza Giannini – perché non si è fatta la manutenzione e cosa intende fare ora l’amministrazione. Via delle Fornaci merita di tornare a essere una delle strade più verdi di Roma, non il simbolo di soldi pubblici buttati via”.
La replica di Sabrina Alfonsi
Subito è arrivata la replica dell’assessora Sabrina Alfonsi, che reputa non corrette alcune delle informazioni date da Giannini, precisando che la piantumazione di marzo non è stata finanziata con fondi PNRR, ma è un intervento ordinario pagato dal bilancio comunale e realizzato tramite appalto triennale per la manutenzione. “La messa a dimora di quegli alberi, avvenuta a marzo, non è stata finanziata con fondi PNRR… ma si è trattato di un intervento ordinario eseguito con fondi del bilancio comunale attraverso l’appalto triennale per la manutenzione”.
Nessuna spesa in più
Sulla questione dei costi per la sostituzione, Alfonsi smentisce che saranno spesi nuovi soldi pubblici: “Per la sostituzione degli alberi non sarà necessario ‘spendere ulteriori fondi pubblici’. Gli interventi di messa a dimora di nuovi alberi prevedono sempre la garanzia biennale di attecchimento a carico dell’impresa esecutrice”. La sostituzione è prevista a novembre, periodo indicato come ideale dalle buone pratiche agronomiche, e alle nuove piante decorreranno altri due anni di garanzia a carico dell’impresa. L’assessora sottolinea che tutto avverrà con trasparenza e rispetto delle procedure amministrative e contrattuali.
Sull’origine del disseccamento, l’assessora definisce il caso “assolutamente anomalo”: la norma prevede una percentuale standard di mancato attecchimento tra il 7% e il 15%, mentre qui si è registrata una mortalità anomala che lascia presumere un lotto di piante problematiche già all’origine, non rilevabile al momento della messa a dimora.