Roma, dalle inaugurazioni ‘social’ di Gualtieri a prati ingialliti e alberi morti: il flop delle piantumazioni del Giubileo

Piazza dei Cinquecento sembra una landa nel deserto. Alberi morti, rinsecchiti. Anche se erano stati piantati meno di 8 mesi fa con grandi squilli di trombe e il sindaco di Roma Roberto Gualtieri che – come suo solito – si mostrava alle telecamere per poi andare su tutti i social. E, il 15 gennaio di quest’anno, Facebook, Instagram e TikTok rimbombavano con la voce del Primo Cittadino.
“Ecco la nuova piazza dei Cinquecento”, diceva trionfante e sorridente. “Qui, dove era tutto asfalto, abbiamo rifatto completamente la pavimentazione, con tanti nuovi alberi”. Gualtieri, soddisfatto, mostrava un sughero, verde e rigoglioso. Lo stesso che, pochi mesi dopo, sarebbe morto, stecchito dalla mancanza di acqua e di cure.

Piazza dei Cinquecento, disastro annunciato
Il sindaco, nel suo video social, mostrava poi le nuove pensiline del terminal dei bus. “Peccato che non ci sia neanche una panchina in tutta la piazza“, commentano molti cittadini. “Avevano finito i soldi o si erano semplicemente dimenticati che magari sarebbe utile sedersi, soprattutto per certe categorie di persone?”
Roberto Gualtieri mostra poi il “boulevard” con quella che è “la nuova alberatura”. Peccato che, appena pochi mesi dopo, sia tutto morto. Gli alberi tutti rinsecchiti. “Ho sofferto quando ho visto che erano stati sradicati alberi ombrosi bellissimi”, commenta un residente.
Social vs quotidianità: quando le apparenze si scontrano con la realtà
“Questa riqualificazione è un’eredità importante che il Giubileo lascia ai romani”, conclude Gualtieri sorridente. Ma, guardando la piazza c’è ben poco da sorridere. Anzi, vedendo gli alberi completamente secchi, viene da piangere. Se questa è l’eredità, ci sarebbe da firmare per fare una rinuncia. E cercare di rimediare ai danni. Perché quello che succede a piazza dei Cinquecento non è un fatto isolato.
Il verde piantato a Roma per il Giubileo, infatti, non è “nato” sotto una buona stella. Inaugurato – sempre in pompa magna e sempre in “diretta social” per il sindaco più cliccato del web – in vari punti della città come anche in piazza San Giovanni o piazza della Repubblica, dopo pochi mesi il prato si era ingiallito e gli alberi (oltre che i fiori) si erano seccati. Per protesta, a giugno gli ambientalisti di Fare Vere avevano deciso di mettere delle lapidi sugli alberi già secchi nelle due piazze e in piazza dei Cinquecento, sollecitando l’amministrazione capitolina a prendere provvedimenti.
Al Parco di San Sebastiano, polmone verde dell’Aventino, il 35% dei pini piantati negli ultimi anni è già secco. Ad ammetterlo Nathalie Naim, capogruppo della lista Gualtieri nel II Municipio, che nei giorni scorsi ha portato in aula una delibera, votata da maggioranza e opposizione, che mette in risalto la situazione critica in molte zone verdi del territorio, chiedendo al Campidoglio di intervenire.
Irrigazione ko e piante inadatte, 100 milioni in fumo
Sia i cittadini che le associazioni ambientaliste puntano il dito contro l’amministrazione capitolina. Gli agronomi parlano chiaro: a mancare non sono solo la cura e la manutenzione, ma un’intera pianificazione all’altezza di una città che si dichiarava pronta ad affrontare il Giubileo. L’irrigazione sotterranea, dove esiste, è spesso fuori uso. Il risultato è una serie di annaffiature manuali, sporadiche e insufficienti. A questo si sommano scelte discutibili sulle tipologie di piante, spesso incapaci di resistere allo stress urbano.
La questione diventa ancora più pesante se si guarda ai costi: la cura del verde rientrerebbe in un Accordo Quadro da 100 milioni di euro, soldi destinati non solo alla manutenzione ordinaria e straordinaria, ma anche a nuove piantumazioni. Un investimento colossale che, davanti a un simile spettacolo, rischia di trasformarsi in un clamoroso spreco di risorse pubbliche. Non è solo un danno estetico o ambientale: è il segnale di una gestione che scricchiola proprio di fronte a un evento che dovrebbe mostrare Roma al mondo.
Chi annaffia?
A piazza dei Cinquecento, così come a piazza della Repubblica, a piazza San Giovanni, ma anche in altre zone della città, il problema principale sembra essere proprio l’irrigazione automatica, mancante o non funzionante. Di certo, gli alberi, così come i prati, non hanno ricevuto acqua a sufficienza, essendo ora secchi: alcuni sono completamente morti e non recuperabili. Spesa a parte, il danno è ambientale: Roma, da Capitale più verde d’Europa, rischia di vedere sparire il suo patrimonio verde. La sua posizione in classifica, infatti, è già scesa dal primo al terzo posto, con Oslo e Berlino che la anticipano. Mentre le altre città curano il loro verde, da noi si procede solo con gli spot da social, per poi abbandonare piante e prati al loro destino.
A chi giova tutto questo, oltre che per la gloria da “influencer”? Se gli alberi muoiono, andranno sostituiti. Quindi ricomprati, in giro infinito… Ricorda quasi il rifacimento delle strade, che dopo pochi mesi presentano buche. Lavori infiniti, con costi infiniti. Forse perché, magari, il lavoro iniziale non era stato fatto a regola d’arte? E nessuno, magari, se ne era accorto?

