Roma, Damiano David in concerto con due super date: dove e quando

Roma si prepara ad accogliere uno dei suoi figli più discussi e amati. Damiano David, ex frontman dei Måneskin e simbolo di una generazione in bilico tra ribellione e fragilità, torna nella Capitale con due date che promettono di infiammare l’autunno musicale.
L’11 e il 12 ottobre il Palazzo dello Sport sarà il teatro del suo ritorno: due serate già sold out da settimane, a conferma di un fenomeno che va oltre la musica. Dopo aver infiammato l’Europa e conquistato il pubblico di Londra, Parigi e Berlino, il cantante romano torna “a casa”, chiudendo il primo capitolo del suo tour mondiale prima di spiccare il volo verso Australia, Giappone e Sud America.
L’ex dei Måneskin e la rinascita solista
Sul palco, Damiano non porta soltanto la sua voce graffiante e il magnetismo scenico che lo hanno reso celebre. Porta una storia di trasformazione personale.
Durante una delle tappe londinesi, ha confessato: “Con i Måneskin ho vissuto un sogno, ma a un certo punto qualcosa dentro di me si è rotto”. Parole che raccontano una frattura profonda, quella di un artista che ha scelto di spogliarsi dei riflettori della band per ritrovare la propria essenza.
“Scrivere il mio ultimo album mi ha salvato — ha detto — è stato come tenere un diario emotivo. Mi ha aiutato a superare le ansie e a mostrare un lato più umano”.

Un messaggio che ha colpito nel segno. La critica lo descrive come più maturo, più vulnerabile, ma anche più vero. E il pubblico risponde con una devozione che ha il sapore del rito collettivo.
“Funny Little Fears” e la paura di essere sé stessi
Il tour prende il nome dal suo primo album solista Funny Little Fears, arricchito da un repack intitolato Funny Little Dreams. Un titolo che, tradotto, suona come una confessione: “piccole paure divertenti”, forse il modo ironico con cui Damiano guarda oggi al suo passato e alle proprie insicurezze.
Sul palco romano porterà i brani più amati dal pubblico, tra cui Born With a Broken Heart, The First Time, Talk To Me e Next Summer, alternati a qualche sorpresa. Non mancheranno le sue reinterpretazioni taglienti di successi internazionali, come Nothing Breaks Like a Heart di Mark Ronson, trasformata in un manifesto di vulnerabilità e sensualità.
Ogni canzone è un frammento di vita: amori bruciati, notti insonni, la fame di libertà. Il linguaggio è diretto, viscerale. Quasi un pugno nello stomaco per chi si aspetta la perfezione patinata di un prodotto commerciale.
Due notti da vivere tutto d’un fiato
Chi ha assistito alla tappa milanese parla di un concerto viscerale, costruito come una confessione pubblica più che come uno show.
Le luci rosse, i movimenti rallentati, la voce che si spezza tra un brano e l’altro: ogni gesto di Damiano sembra studiato per abbattere la distanza tra artista e pubblico. E Roma, con il suo calore ruvido, sembra il luogo perfetto per questa catarsi collettiva.
Raggiungere il Palazzo dello Sport sarà facile: la metro B, fermata EUR Palasport, è la via più diretta. Da lì bastano cinque minuti a piedi per ritrovarsi dentro l’arena. Le linee Atac 070, 700 e 709 completano il quadro dei collegamenti, ma si prevedono strade affollate e una folla che non vorrà perdere neanche una nota.
L’attesa e il mistero del futuro
Dietro il successo solista, però, aleggia una domanda che molti fan continuano a farsi: ci sarà un ritorno dei Måneskin?
Damiano non chiude la porta, ma gioca con il mistero. “Non si sa mai”, avrebbe detto con un sorriso enigmatico durante un meet & greet. Intanto, le sue due serate romane sembrano segnare l’inizio di un nuovo percorso artistico, più introspettivo ma non meno provocatorio.
Roma, dunque, si prepara a due notti che promettono di essere molto più di un concerto: un atto di verità. L’urlo di un artista che, dopo aver dominato i palchi del mondo, sceglie di tornare dove tutto è cominciato. Con la stessa fame di musica. E una nuova consapevolezza: per rinascere, a volte, bisogna prima perdersi.