Roma, danni record nei licei occupati: “Oltre 2 milioni di euro”

Roma, danni record nei licei occupati, tra incendi e allagamenti: “Oltre 2 milioni di euro” per risistemarli. Con la fine dell’anno scolastico 2024–2025, arriva anche la resa dei conti per i danni subiti dagli istituti superiori romani dopo un’ondata di occupazioni senza precedenti. Secondo quanto rilevato da Città Metropolitana, l’ente proprietario degli edifici scolastici, la cifra è da capogiro: oltre 2,1 milioni di euro.
Una somma più che quintuplicata rispetto all’anno scolastico precedente, quando i danni ammontavano a circa 300-400 mila euro. Le occupazioni, pur presentandosi come strumenti di protesta studentesca, hanno spesso lasciato dietro di sé uno scenario di devastazione materiale che ha inciso pesantemente sui bilanci pubblici e sulla continuità didattica. La notizia è stata riportata dal quotidiano Il Messaggero.

Roma, il caso Gullace: roghi e chiusura
A pesare come un macigno sul bilancio dei danni è l’incendio divampato nel liceo Gullace nell’ottobre 2024. Due roghi hanno devastato la succursale dell’istituto durante un’occupazione non controllata, in cui si sono infiltrati soggetti esterni. L’edificio, gestito esclusivamente dagli studenti in quei giorni, è stato dichiarato inagibile subito dopo lo sgombero. Le operazioni di recupero sono ancora in corso, ma la riqualificazione completa richiederà 2 milioni di euro. Le risorse verranno coperte attingendo al bilancio di Città Metropolitana, nonostante le difficoltà economiche dell’ente.
Roma, il liceo Virgilio, tra degrado e raccolte fondi
Un altro istituto colpito duramente è il liceo Virgilio, occupato a dicembre 2024. La stima iniziale dei tecnici di Città Metropolitana parlava di 60 mila euro di danni: 32 mila per ripristinare gli impianti antintrusione e antincendio, e 28 mila per edilizia e tinteggiature. La scuola, però, aveva valutato solo 24 mila euro come interventi urgenti. Nel tentativo di riparare i danni, gli studenti hanno organizzato una colletta, ma i fondi raccolti si sono fermati a 5 mila euro, con un’aggiunta di 1.500 euro provenienti da un’iniziativa del Consiglio d’Istituto. Una cifra ben lontana da quella necessaria.
Il vandalismo all’Enzo Rossi di Roma
Le proteste studentesche non hanno risparmiato nemmeno il liceo artistico Enzo Rossi di via del Frantorio, che dopo l’occupazione di novembre 2024 si è ritrovato con 20 mila euro di danni. Aule imbrattate, computer rubati, muri sfondati e lavagne interattive distrutte hanno trasformato l’istituto in un campo di battaglia. In risposta, la comunità scolastica ha tentato un’azione riparatrice organizzando una giornata di riqualificazione. Un gesto simbolico che, però, non è bastato a ripristinare pienamente i locali né a coprire le perdite materiali.
Altri istituti di Roma colpiti
Danni meno gravi ma comunque significativi sono stati registrati in altri licei della capitale. Il liceo Cavour, nel cuore della città, è stato trovato in condizioni di degrado e sporcizia dopo l’occupazione. In questi casi, anche solo un intervento di pulizia straordinaria può comportare costi ingenti, specie in scuole che già operano con fondi limitati. La somma dei danni minori, distribuiti su numerosi istituti, ha comunque inciso sul bilancio finale, contribuendo al superamento del tetto dei due milioni di euro.
La scuola ferma, la Dad ritorna
Ma i danni non sono solo materiali. L’impatto delle occupazioni ha riguardato anche la didattica, con numerose scuole costrette a sospendere le lezioni. Dopo l’occupazione, il liceo Virgilio ha dovuto ricorrere per alcuni giorni alla didattica a distanza, mentre al Gullace le lezioni online sono durate oltre un mese. Una situazione che ha penalizzato gli studenti, accentuando le disuguaglianze e rallentando i programmi scolastici.
Un prezzo pesante per tutti, per Roma e i romani
Il conto salato delle occupazioni di quest’anno solleva interrogativi urgenti. Mentre si discute sul diritto degli studenti a manifestare, le scuole si ritrovano con strutture devastate, fondi prosciugati e interruzioni prolungate dell’attività didattica. La cifra di 2,1 milioni di euro non è solo un dato economico: è il segno tangibile di un sistema scolastico in crisi, dove la protesta spesso si traduce in violenza sugli spazi comuni. E dove, alla fine, a pagare sono sempre gli stessi: studenti, docenti e famiglie.