Roma, delitti di Villa Pamphili, il medico legale conferma: “Anche Anastasia è stata strangolata”

Roma, sulla destra l'uomo accusato del duplice omicidio

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Roma, una svolta drammatica si aggiunge al caso dei delitti di Villa Pamphili. La nuova perizia medico-legale firmata dal professor Vincenzo Arena, anatomopatologo dell’Università Cattolica, indica con chiarezza che anche Anastasia Trofimova è stata vittima di strangolamento.

La donna, compagna di Francis Kaufmann – noto anche come Rexal Ford – era stata trovata morta insieme alla figlia Andromeda il 7 giugno scorso in un’area nascosta del parco romano. La scoperta di questa nuova causa di morte cambia radicalmente il quadro processuale, aggravando ulteriormente la posizione del compagno americano, già in carcere con l’accusa di omicidio per la morte della figlia.

Le evidenze scientifiche: lesioni compatibili con strangolamento

Secondo la relazione di Arena, le analisi istologiche sul corpo di Anastasia hanno rilevato stravasi ematici localizzati nei tessuti molli anteriori del collo, in particolare nelle zone peri-ioidea e tiroidea.

Tali lesioni sono riconducibili a una pressione esterna esercitata sul collo, sintomo inequivocabile di strangolamento. Non è stata riscontrata alcuna indicazione di cause naturali di morte. Il medico legale ha quindi escluso ogni altra ipotesi, confermando che la morte della donna è stata violenta e dolosa.

I fatti: la tragedia nascosta tra i cespugli di Villa Pamphili

La vicenda si è consumata in uno scenario di degrado e isolamento. Madre e figlia vivevano da settimane in condizioni precarie all’interno di una tenda nascosta nel parco romano, lontane dal mondo e sotto stretto controllo di Kaufmann.

Secondo quanto ricostruito dalla procura, Anastasia è stata uccisa il 3 giugno, mentre Andromeda è morta due giorni più tardi. La scoperta dei corpi il 7 giugno ha dato avvio a una corsa contro il tempo per rintracciare l’uomo, che nel frattempo si era rifugiato in Grecia, sull’isola di Skiathos. Il 11 giugno, dopo un’intensa attività investigativa internazionale, è stato arrestato e rimpatriato in Italia.

Il comportamento in carcere: sfida alle regole

Da quel momento, Kaufmann ha mostrato un atteggiamento di sfida costante nei confronti delle autorità penitenziarie e giudiziarie. In carcere a Rebibbia, ha revocato il proprio avvocato di fiducia, rifiutando persino l’assistenza legale d’ufficio offerta dallo Stato.

Ha preteso di scegliere in autonomia l’orario dell’“ora d’aria” e ha manifestato la volontà di gestire personalmente il proprio processo. Tuttavia, queste pretese non trovano alcun riscontro nelle norme italiane. Davanti ai giudici si è limitato a un silenzio ostinato, già mantenuto sin dall’estradizione.

Un quadro accusatorio che si fa sempre più grave

Il fascicolo dell’indagine, coordinato dal sostituto procuratore Antonio Verdi e dall’aggiunto Giuseppe Cascini, si arricchisce di nuove prove decisive. Le analisi del Dna, i dati delle celle telefoniche e le ricostruzioni degli orari confermano la dinamica degli eventi.

Ora, con la relazione di Arena, l’accusa si trasforma in duplice omicidio. Kaufmann non è più solo l’assassino della figlia, ma è considerato responsabile anche della morte di Anastasia. Una conferma che aumenta ulteriormente la gravità del suo quadro giudiziario e rende ancora più cupa la tragedia consumatasi nel cuore di Roma.

Conclusioni

Il caso dei delitti di Villa Pamphili si arricchisce di elementi che delineano una tragedia famigliare di estrema violenza. L’aggiornamento medico-legale ha ribaltato la percezione iniziale, inserendo anche la morte di Anastasia nel conteggio delle vittime di un omicidio pianificato e attuato con freddezza. Le indagini proseguono con rigore, mentre la giustizia italiana si prepara a un processo che potrebbe chiarire definitivamente uno degli episodi più drammatici della cronaca recente capitolina.