Roma, detenuto prende a testate poliziotto e gli rompe il naso: aggressioni senza fine in carcere
Non bastava il poliziotto sequestrato e massacrato da un branco di detenuti del carcere minorile di Casal del Marmo. Ieri, sempre a Roma, altro episodio di violenza cieca si è consumato dietro le sbarre. Stavolta a Rebibbia, nel primo pomeriggio. Ore 13.30 circa. Un agente di polizia penitenziaria viene colpito in pieno volto da un detenuto, una testata violenta, improvvisa, che gli frattura il setto nasale. Fine turno in ospedale, con prognosi di 20 giorni.
Poliziotto picchiato a Rebibbia
Succede nel reparto G9 del penitenziario romano di Rebibbia. Per motivi definiti futili, un giovane detenuto di origine marocchina aggredisce l’agente con estrema violenza. Le urla attirano altri poliziotti, che intervengono, bloccano il detenuto e prestano i primi soccorsi al collega ferito. Poco dopo l’arrivo in ospedale, dove i medici prestano le cure al giovane poliziotto, che ne avrà per almeno 20 giorni, a cause della frattura al naso.
Solo 24 ore prima, a pochi chilometri di distanza, un episodio ancora più grave aveva scosso l’intero sistema penitenziario. A Casal del Marmo, un gruppo di detenuti minorenni, tutti stranieri di origine nordafricana, decidono di vendicarsi di un poliziotto che aveva provato a dare delle regole. Volti coperti, stessi abiti addosso: le maglie donate dal parroco per Natale. Prima distruggono le telecamere di sorveglianza, per non essere ripresi durante il pestaggio. Poi sequestrano un agente. E lo massacrano di botte, ferendo anche un secondo poliziotto e devastando parte degli arredi dell’istituto. Per l’agente 17 giorni di prognosi. I detenuti, invece, verranno probabilmente trasferiti in altri istituti di pena.
Rebibbia oltre il limite
A fotografare una situazione ormai fuori controllo è la Fns Cisl Lazio. I numeri parlano chiaro. A Rebibbia i detenuti sono 1655, a fronte di una capienza regolamentare di 1171. Un surplus di 484 persone. Celle sovraffollate, spazi ridotti, tensione costante. Un contesto che rende impossibile qualsiasi percorso serio di trattamento e reinserimento.
Il problema non è solo il numero dei detenuti. È anche, e soprattutto, la carenza di personale. Secondo il sindacato, mancano circa 200 agenti rispetto agli organici previsti. Dovrebbero essere 782, ma quelli realmente in servizio sono molti meno. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: turni massacranti, stress cronico, rapporti numerici detenuti-agenti insostenibili. E aggressioni sempre più frequenti. Con oltre 580 agenti in meno, il sistema si regge su un equilibrio precario. E ogni episodio di violenza diventa solo questione di tempo.
La richiesta dei sindacati: interventi immediati
La Fns Cisl Lazio condanna con fermezza l’ennesima aggressione ed esprime solidarietà all’agente ferito. Ma chiede soprattutto interventi immediati: completamento degli organici, trasferimenti per i detenuti responsabili di violenze, misure concrete per garantire sicurezza e operatività negli istituti.
Senza correttivi urgenti, avvertono dal sindacato, episodi come quelli di Rebibbia e Casal del Marmo non resteranno eccezioni. Ma diventeranno la regola.