Roma, di nuovo perso, di nuovo ritrovato: anziano affetto da Alzheimer salvato da cittadini e polizia

Sembrava un capitolo chiuso, una brutta avventura finita bene. E invece Naho, anziano affetto da Alzheimer, è sparito di nuovo. Dopo essere stato ritrovato appena due settimane fa, grazie all’appello disperato del figlio Najo, l’uomo è tornato a far perdere le sue tracce. È accaduto ancora una volta a Roma, e ancora una volta è stato salvato da un intreccio di umanità, intuito e tecnologia.
L’appello del figlio
Domenica scorsa si è trasformata in un incubo per la famiglia di Naho. L’anziano si è allontanato da casa, dove vive con la moglie, senza dire una parola. Nessuno sapeva dove fosse andato, né perché se ne fosse andato di nuovo. Solo la consapevolezza della sua fragilità, legata a una patologia che annebbia la mente e disorienta, ha riacceso le paure dei familiari.

Najo, il figlio, non ha perso tempo: ha sporto denuncia, ha allertato la rete, ha lanciato un nuovo appello sui social e in TV. Per tre giorni, la speranza ha camminato sul filo sottile dell’ansia. Poi, l’intuizione giusta, nel posto giusto.
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L’intervento dei negozianti di zona
A notare l’anziano sono state Giorgia ed Eleonora, due negozianti della zona di Campo Marzio. Durante una pausa pranzo, hanno incrociato il suo sguardo smarrito. Non era un semplice passante. Naho sembrava fuori posto, fragile, confuso. “Mi portate a casa? Ho sete”, ha detto con voce flebile.
Le due donne non hanno esitato. Un rapido controllo online e il sospetto è diventato certezza: quel volto era lo stesso del signore disperso da giorni, il cui volto stava circolando ovunque. Hanno immediatamente chiamato il 112. Sul posto sono intervenuti gli agenti Domenico e Alessio del I Distretto Trevi Campo Marzio, che hanno preso in carico la situazione con la delicatezza e la prontezza che la situazione richiedeva.
Il ritorno a casa
Pochi minuti dopo, il telefono di Najo ha squillato. Dall’altra parte della cornetta, la voce degli agenti e la notizia tanto attesa: “L’abbiamo trovato, sta bene”. Il sollievo è stato immediato, ma l’emozione più grande è arrivata con l’abbraccio reale, fisico, fra padre e figlio.
Naho, nonostante la stanchezza, ha voluto scattare una foto con i suoi “angeli custodi”, a ricordo di quel momento e di quelle persone che lo hanno salvato, ancora una volta.