Roma, dialisi e “mazzette” al Sant’Eugenio, il governatore Rocca accelera e invia la task force: “Verità in 10 giorni”
Un arresto che scuote la sanità romana e, inevitabilmente, la politica regionale. Al centro dell’inchiesta c’è la Nefrologia dell’ospedale Sant’Eugenio: il primario Roberto Palumbo è accusato di corruzione. Secondo quanto emerso dalle indagini, sarebbe stato fermato dalla Squadra Mobile mentre riceveva denaro. La Procura di Roma, negli accertamenti finora svolti, ipotizza un giro di affari legato alla gestione dei pazienti dializzati.
Il presunto “sistema” tra pubblico e privato
Il punto che rende la vicenda di interesse pubblico non è solo la singola accusa, ma l’idea di un meccanismo organizzato attorno a un reparto strategico. L’ipotesi investigativa parla di pazienti dirottati verso alcuni centri privati per la dialisi in cambio di mazzette. E parla anche di una rete di collaboratori che avrebbe favorito l’intreccio di interessi tra sanità pubblica e sanità privata, con un potenziale danno al diritto di cura.
La risposta politica della Regione Lazio
Il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, ha scelto una linea netta: “senza indugio” una verifica sull’ospedale. Con l’obiettivo dichiarato di arrivare a fare chiarezza “entro fine anno”. Ma la scadenza operativa, nel concreto, è molto più ravvicinata: massimo dieci giorni per una prima ricostruzione tecnica. Rocca chiede di accertare non solo eventuali illeciti, ma anche “i processi gestionali adottati” nel reparto di Nefrologia. Mettendo sotto la lente controlli, procedure e catena decisionale.
La commissione: cinque esperti, mandato mirato
Per questo la Regione ha istituito una commissione tecnica di cinque esperti con un compito preciso: verificare “la correttezza delle procedure gestionali del reparto di Nefrologia e dialisi dell’ospedale Sant’Eugenio” e il percorso “ospedale-territorio” dei pazienti sottoposti a trattamento dialitico. L’incarico è stato affidato a Massimo Morosetti (direttore Nefrologia ospedale Grassi), Giuditta Palombo (dirigente medico Nefrologia al Grassi), Paolo De Paolis (direttore Nefrologia San Camillo), Fulvio Marrocco (direttore Nefrologia San Paolo di Civitavecchia) e al dirigente medico Giorgio Punzo.
Accesso agli atti e tempi strettissimi: il messaggio ai vertici
Alla commissione è stato riconosciuto il potere di accedere a tutti gli atti in possesso del Sant’Eugenio. Una scelta che, sul piano politico-amministrativo, suona come un segnale ai vertici della macchina sanitaria. Non si tratta solo di “capire cosa è successo”, ma di capire come sia stato possibile — se le accuse saranno confermate — che un presunto circuito di favori possa prosperare in un reparto così delicato. Ai commissari è stato chiesto di chiudere i lavori “il prima possibile”, comunque entro dieci giorni.
La partita vera: controlli, trasparenza e credibilità del servizio pubblico
Questa vicenda pesa perché tocca una frontiera sensibile: la dialisi non è un servizio accessorio, ma una necessità vitale e continuativa. Quando la politica parla di “processi gestionali” parla, in realtà, di potere e responsabilità: chi controlla, chi firma, chi monitora, chi interviene ai primi segnali. La verifica regionale, se condotta fino in fondo e resa comprensibile ai cittadini, può diventare un test di credibilità per l’Asl Roma 2 e per l’intero sistema: non bastano annunci, servono regole che funzionano anche quando nessuno guarda.