Roma, dietro la sparatoria del Tufello un impero della droga: arrestato il boss gambizzato

Dietro la sparatoria avvenuta nel quartiere Tufello il 22 febbraio 2023, si celava un’organizzazione criminale radicata e ben strutturata. La vittima della brutale gambizzazione, M.C., all’epoca 48enne e oggi cinquantenne, non era una persona qualunque.
Dalla sparatoria del Tufello a un business della droga
Secondo quanto emerso dalle indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma e portate avanti dalla Polizia di Stato, era il vertice di una fiorente piazza di spaccio. Ora è detenuto in carcere insieme al suo fidato braccio destro, al termine di un’inchiesta che ha portato all’emissione di cinque ordinanze cautelari.

Il movente del raid armato non era casuale. Si trattava infatti di una faida interna al mondo del traffico di stupefacenti, in particolare cocaina, scatenata probabilmente da contrasti legati a debiti e al controllo del territorio.
Un cellulare “prezioso” e pusher a piedi
L’attività investigativa, avviata subito dopo l’agguato, ha permesso agli agenti del III Distretto Fidene-Serpentara di ricostruire l’intera filiera dello spaccio. Al centro di tutto un cellulare che M.C. definiva “preziosissimo”: era lo strumento con cui gestiva gli affari, ricevendo ordini dai clienti, fissando gli appuntamenti e organizzando le consegne in modo rapido e discreto.
Le consegne avvenivano tutte a piedi, in un’area circoscritta, per non destare sospetti. La droga veniva custodita all’interno di un’abitazione nelle vicinanze, formalmente intestata a una persona incensurata, scelta proprio per eludere i controlli delle forze dell’ordine. I pusher, selezionati da una cerchia ristretta di fedelissimi, erano incaricati di recapitare le dosi, mimetizzandosi tra i residenti del quartiere.
Trenta episodi di spaccio documentati, poi il blitz con armi, droga e arresti
Le forze dell’ordine hanno seguito ogni movimento dell’organizzazione per oltre tre mesi, riuscendo a documentare più di 30 episodi di cessione di cocaina. La svolta è arrivata a giugno 2023, quando è scattato un blitz decisivo: all’interno dell’appartamento di copertura, gli agenti hanno trovato droga pronta per essere venduta, una somma consistente di denaro contante e due armi da fuoco, tra cui una pistola calibro 40 Smith & Wesson, risultata rubata anni prima. Quest’ultima era proprio addosso a M.C. al momento del suo arresto.
Le indagini hanno permesso di ricostruire in dettaglio l’organigramma del gruppo criminale: ruoli, responsabilità, compiti e modalità operative. Oltre a M.C. e al suo socio di 44 anni, sono finiti sotto indagine altri tre uomini, accusati di detenzione di droga a fini di spaccio. Due di loro sono stati colpiti da obbligo di dimora a Roma e coprifuoco notturno, mentre tutti e tre dovranno presentarsi quotidianamente alla polizia giudiziaria.