Roma, disabile grave sventa la truffa ma non può muoversi: il ‘grazie’ di Giampaola ai poliziotti

Gianpaola e i poliziotti

Non tutte le storie con la Polizia iniziano con una sirena che rompe il silenzio della notte o che sovrasta i rumori del giorno. Alcune, come quella di Gianpaola, cominciano con una voce tremante al telefono e finiscono con un sorriso inaspettato alla porta di casa.
La protagonista è una donna di 65 anni di Roma, residente in zona Torrespaccata, affetta da grave disabilità, che nei giorni scorsi si è trovata catapultata in un incubo: movimenti sospetti sull’estratto conto, addebiti mai autorizzati, la paura di essere stata truffata. Ma anche l’impossibilità di uscire da casa per chiedere aiuto.

La chiamata al 112… con sorpresa

Dopo aver notato gli addebiti sulla carta prepagata, Gianpaola ha subito contattato la banca per bloccarla e poi ha chiamato il 112, sperando che qualcuno potesse ascoltarla. E qualcuno l’ha fatto davvero.

Dalla Sala Operativa della Questura è partita una richiesta al VI Distretto Casilino. A rispondere, due agenti: Federico e Benedetto. Non si sono limitati a un’intervista telefonica o a una semplice raccolta di dati. Sono andati da lei, a casa, e l’hanno ascoltata, davvero.

Il gesto di umanità degli agenti: “A presto”

Quando gli agenti hanno suonato alla porta, la donna scossa e spaventata. I due agenti si sono seduti accanto a lei, le hanno lasciato il tempo di raccontare, di sfogarsi, di sentirsi compresa. Dopo aver raccolto la denuncia e sbrigato tutte le formalità, si sono congedati con un semplice “a presto”. Ma non era una frase di circostanza. Qualche giorno dopo, sono tornati. Non per un secondo interrogatorio, ma solo per salutarla. Un gesto piccolo, che ha avuto un peso enorme per Gianpaola: in quella visita, ha ritrovato il sorriso che aveva perso.

In una lettera indirizzata al Questore di Roma, Gianpaola ha voluto ringraziare Federico e Benedetto per averla ascoltata, capita e aiutata, in un momento di difficoltà in cui si è sentita vulnerabile e sola. Le sue parole sono un elogio non solo all’efficienza, ma anche all’umanità con cui i due agenti hanno scelto di comportarsi.