Roma non è la discarica delle correnti del Pd

Discarica Pd roma

Nel Pd devono aver scambiato Roma per la discarica delle loro correnti interne.

Appena cacciato da Mario Draghi perché evidentemente considerato un disastro sui conti pubblici e per il recovery fund, Roberto Gualtieri dovrebbe essere la carta di Nicola Zingaretti per la Capitale, trattata come casella per risolvere i problemi interni del partito.

Roma discarica del Pd

Zingaretti non ha mosso un dito per salvare il ministro dell’economia dalle grinfie di Draghi, non si è sentito un lamento. L’unico piagnisteo viene dalla componente femminile del partito, strapazzata dalla nomenklatura, a differenza da quanto accaduto per Lega e Forza Italia.

Nei ministeri si sono assestati di nuovo il capo delegazione Dario Franceschini; il ministro della difesa Lorenzo Guerini. New entry il terzo capocorrente Andrea Orlando. Prima hanno sistemato se stessi, poi hanno chiamato Gualtieri e gli hanno offerto la consolazione: la Capitale come premio fedeltà.

Ma state scherzando? Non siete capaci di difenderne le imprese governative al vertice del ministero più importante e ora lo gettate sulla Capitale, come se fosse la discarica del Pd?

Se il ministro dell’economia non fosse stato cacciato da Draghi, chi ci mettevate, Orlando?

Sulla Capitale basta giochi

È veramente un modo vergognoso di procedere quello che vede protagonista il partito di Zingaretti, che evidentemente considera Roma solo come una pedina di scambio. Prima dovevano accontentare Giuseppe Conte; ora Roberto Gualtieri; domani chissà.

Auguriamoci che questa campagna elettorale cominci presto anche per consentire ad Andrea Abodi – se sarà lui l’ottimo alfiere finalmente chiamato a rappresentare il Centrodestra – di farsi conoscere ed apprezzare per il suo valore da tutta la città.

Non ne possiamo più degli interminabili giochi di palazzo. Ormai tra la primavera e settembre – se si rinvia per Covid – il destino di Virginia Raggi è segnato. E Pd e Cinquestelle potranno fare tutte le capriole che vorranno ma Roma non sarà mai più in mano loro.