Roma, diventa realtà (temporanea) il Ponte Farnese, il sogno incompiuto di Michelangelo (video)

ponte farnese (2)

Contenuti dell'articolo

È diventato realtà il Ponte Farnese. Il sogno incompiuto che Michelangelo Buonarroti aveva immaginato nel XVI secolo, su commissione dell’allora Papa Paolo III Farnese, per collegare Palazzo Farnese ai giardini dell’attuale Villa Farnesina. Ossia, sull’altra sponda del Tevere, nel tratto vicino a Ponte Sisto, a Roma. L’opera mai portata a termine dal Buonarroti rivive oggi sotto le sembianze di una installazione temporanea, realizzata in chiave totalmente ecosostenibile dall’artista francese Olivier Grossetête. Svelata ieri al pubblico, grazie ad una iniziativa promossa dall’Ambasciata di Francia, insieme all’Institut Français Italia, con il sostegno del gruppo Webuild e in collaborazione con Villa Farnesina-Accademia dei Lincei.

Il Ponte Farnese sarà di cartone

Nell’ambito dei lavori di restauro delle facciate laterali e del tetto di Palazzo Farnese (2021-2025) durante i quali si svilupperanno molti progetti culturali, l’Ambasciata ha fatto appello a Olivier Grossetête che ha immaginato quest’omaggio a Michelangelo. L’artista ha raccontato così il progetto di Ponte Farnese. “Effimere per natura, come noi, queste monumentali costruzioni partecipative di cartone sono destinate a scomparire. La loro posta in gioco è quindi tanto nel processo, nel percorso e nell’esperienza collettiva che propongono quanto nelle loro forme finali. Questo ponte “sospeso”, inaccessibile per essenza, ci collega in definitiva solo a noi stessi. È l’immagine del nostro rapporto con l’indicibile”.

Il ponte lungo 18 metri e sospeso nell’aria

Dopo giorni di lavoro per i cittadini iscritti agli ateliers che si sono svolti presso l’auditorio di Villa Farnesina, ecco l’installazione molto attesa. Ha le forme di un “ponte volante” totalmente di cartone, lungo 18 metri e sospeso nell’aria a pari metri di altezza grazie a tre grandi palloni aerostatici. Resterà visibile al pubblico fino al prossimo 18 luglio, per poi essere smontata tutta e il cartone utilizzato per la costruzione sarà interamente riciclato. Il progetto, artisticamente battezzato “Ponte fra le Epoche”, ha permesso di coniugare arte e ingegno umano. Attraverso una partecipazione collettiva durata quattro giorni e sapientemente guidata dalla squadra dell’artista Grossetête, con il coinvolgimento di centinaia di volontari di tutte le età, bambini inclusi.

Presenti all’evento, l’ambasciatore di Francia in Italia Christian Masset insieme all’amministratore delegato di Webuild Pietro Salini, che hanno accolto su Ponte Sisto, insieme al Presidente dell’Accademia dei Lincei, Giorgio Parisi, il sindaco di Roma, Virginia Raggi, e il vice-presidente della Regione Lazio, Daniele Leodori.

Il ponte promosso dall’Ambasciata di Francia in Italia

“L’ambasciata, dopo un lungo periodo in cui la partecipazione agli eventi era preclusa, ha promosso il progetto di Olivier Grossetête con un forte spirito di squadra. Anche nell’ambito dei lavori di restauro di Palazzo Farnese che dureranno fino al 2025 – ha detto Masset -. È una bella opportunità di offrire ai cittadini la possibilità di partecipare direttamente a un progetto culturale. Che è anche un omaggio alla loro città e alla loro storia. Palazzo Farnese è già da sé un “ponte” tra Francia e Italia, è la casa dei romani. Lo spettacolo che sorge stasera è simbolo di una rinascita condivisa. Anche un segnale che le nostre culture sono intrinsecamente legate, la nostra amicizia è forte e indistruttibile. E’ un grande momento di gioia condivisa, e sarà seguito da molti altri eventi culturali comuni”.

“Abbiamo reso un sogno realtà”

“Siamo orgogliosi di avere reso un sogno realtà”, ha dichiarato Salini. “Questa installazione simbolo anche di sostenibilità rappresenta la sintesi di una partecipazione collettiva che, sotto la guida sapiente e immaginifica dell’artista, ha saputo mettere insieme tutti gli attori e gli elementi necessari per il completamento in tempi record dell’opera artistica. È la conferma che collaborazione e partecipazione rendono possibile il superamento degli ostacoli che ogni progetto complesso comporta. Permettendo tempi di realizzazione coerenti con gli obiettivi che l’opera stessa si propone. Un modello che abbiamo applicato a Genova, per la realizzazione del Ponte San Giorgio, e che auspichiamo potrà essere una leva per la celere esecuzione delle tante opere di cui necessita oggi l’Italia”.

(Foto: pagina facebook Ambassade de France en Italie)