Roma, dopo 17 anni via libera alla maxi lottizzazione accanto la Riserva di Decima Malafede

Roma, un cartello che annuncia l'ingresso alla Riserva di Decima malafede

Contenuti dell'articolo

Roma, dopo una lunga battaglia legale, il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha sbloccato uno dei più grossi progetti urbanistici della Capitale: la maxi lottizzazione denominata “La Torretta”, classe 2008, prevista a ridosso della Riserva Naturale di Decima Malafede. Nel cuore del IX Municipio capitolino. Con una sentenza di quest’oggi, i giudici amministrativi hanno accolto il ricorso presentato dalle società T. s.r.l., B. s.r.l. e L.T. 2014 s.r.l., annullando la delibera del Consiglio regionale del Lazio (seconda Giunta Zingaretti) che, nel 2021, aveva esteso il vincolo paesaggistico anche a quelle aree, pur non ricadenti all’interno della Riserva, ma situate poco distanti dall’area verde.

Roma, ok alla lottizzazione vista Riserva di Decima Malafede

Il progetto “La Torretta” nasce da un accordo di programma siglato nel 2008 tra Regione Lazio (ex Governatore Marrazzo) e Roma (In carica vi era, da quanto ci è stato possibile ricostruire, il Commissario prefettizio succeduto a Veltroni, in carica fino all’arrivo di Alemanno).

Si tratta di un piano edile di sviluppo urbanistico già in fase avanzata: titoli edilizi rilasciati, prime opere avviate, lottizzazione già in parte realizzata. Tuttavia, nel 2020, con l’approvazione del Piano di Assetto della Riserva di Decima Malafede, la Regione aveva incluso – in forma di proposta grafica – anche le aree private nel perimetro delle cosiddette “zone contigue”, cioè quelle porzioni di territorio che fungono da fascia di protezione tra riserva e aree esterne.

Il nodo del Piano Paesaggistico del 2021 della Regione Lazio (Zingaretti)

Il successivo passaggio, avvenuto nel 2021, ha inasprito la situazione: con l’approvazione del nuovo Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR), la Regione ha formalizzato l’estensione del vincolo paesaggistico su quelle stesse aree, equiparandole di fatto alle zone naturali protette.

Secondo il Tar, però, questa scelta è risultata viziata da un “eccesso di potere” amministrativo: le aree in questione erano già interessate da un piano attuativo approvato e in corso di esecuzione, e l’applicazione del vincolo è avvenuta senza un’istruttoria approfondita né il necessario coordinamento con gli strumenti urbanistici già vigenti.

Il Tar del Lazio: Piano edile Fronte Decima Malafede da salvaguardare

Il Collegio ha riconosciuto la legittimità delle aspettative maturate dalle società ricorrenti, evidenziando che la disciplina urbanistica in vigore tutela i piani attuativi approvati prima dell’approvazione definitiva del PTPR, purché in linea con i criteri paesaggistici previsti.

Nel caso della lottizzazioneLa Torretta”, ciò è confermato dal fatto che la realizzazione era già iniziata e i titoli edilizi erano stati rilasciati. Il vincolo, quindi, non può impedire il completamento dell’intervento, seppure nel rispetto delle successive valutazioni paesaggistiche richieste.

Tutela ambientale e pianificazione edile

La sentenza ribadisce l’importanza di un corretto bilanciamento tra tutela del paesaggio e diritti edificatori legittimamente acquisiti. Se da un lato la normativa paesaggistica prevale sugli strumenti urbanistici, dall’altro il legislatore ha previsto specifiche clausole di salvaguardia per i piani già approvati, proprio per evitare situazioni di blocco o incertezza.

Il Tar ha ricordato che il rapporto tra PTPR e pianificazione urbanistica va gestito nel rispetto dei principi di buon andamento, trasparenza e leale collaborazione tra pubblica amministrazione e cittadini.

Via libera, ma condizionato

L’annullamento della delibera regionale non comporta un’automatica liberalizzazione edilizia. Il completamento della lottizzazione dovrà comunque rispettare i vincoli ambientali e paesaggistici applicabili, attraverso l’acquisizione dell’autorizzazione paesaggistica prevista dalla normativa.

Tuttavia, il giudizio chiarisce che, nel caso specifico, la Regione dovrà tener conto dell’esistenza del piano “La Torretta” nel riesaminare la propria posizione, evitando future sovrapposizioni o incongruenze tra gli strumenti urbanistici e quelli di tutela ambientale.