Roma, dopo il Pantheon anche Fontana di Trevi ‘a pagamento’: ticket da 2 € dal 7 gennaio (ma c’è un giallo)

Buongiorno Roma

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Roma, la novità, subito: dal 7 gennaio 2026 la Fontana di Trevi potrebbe diventare “a pagamento” per i turisti. L’ipotesi – al vaglio in Campidoglio – prevede un ticket da 2 euro per accedere all’area più vicina alla vasca, mentre per i residenti a Roma resterebbe gratuito. Il piano si innesta su un sistema già attivo di contingentamento (massimo 400 persone alla volta) e introdurrebbe due corsie separate (romani/turisti), con paletti più eleganti al posto delle transenne e la possibilità di pagare anche con carta. L’obiettivo dichiarato: governare i flussi e trasformare una parte dell’assalto quotidiano in risorse per servizi e manutenzione, con stime che parlano di un potenziale fino a 20 milioni di euro.

Il biglietto che cambia la foto più famosa di Roma

La scena è sempre la stessa: smartphone alzati, monetina pronta, spintoni gentili e un mare di persone che si gioca pochi metri di vista sul capolavoro barocco. Solo che, dal prossimo gennaio, quel “pochi metri” potrebbe trasformarsi in un accesso regolato e a pagamento per chi arriva da fuori città. L’idea è semplice: mettere ordine davanti alla fontana più instagrammata della Capitale senza trasformare Piazza di Trevi in una bolgia permanente.

Come funzionerebbe: 400 persone, due corsie e paletti “da salotto”

La macchina organizzativa, almeno sulla carta, è già pronta: l’area è da tempo contingentata (massimo 400 persone contemporaneamente) e il nuovo assetto prevederebbe un percorso più “pulito” e definitivo, con paletti in ottone al posto delle transenne. Una corsia per i romani (gratis), una per i visitatori (ticket), con la possibilità di pagare anche con carta. In alcune ricostruzioni, la piazza resterebbe comunque attraversabile: il ticket riguarderebbe l’accesso ravvicinato.

Numeri da stadio: 5,3 milioni in sei mesi (e il Comune fa i conti)

Il motivo vero è scritto nelle statistiche: oltre 5,3 milioni di passaggi solo nel primo semestre 2025. A questi livelli, anche un biglietto simbolico può diventare un “tesoretto” da reinvestire tra manutenzione, pulizia e gestione dei flussi. E Roma, in questa fase, ha un problema di successo: il turismo tira, ma ogni giorno chiede servizi, decoro e controlli in una manciata di strade sempre più sotto pressione.

Il precedente che pesa: Pantheon a 5 euro, e non si è svuotato

Il modello, in città, esiste già. Dal 2023 il Pantheon è entrato nel club dei monumenti con biglietto (5 euro, con riduzioni per i giovani). E i risultati, almeno sul piano dei numeri, parlano chiaro: nel 2024 ha superato i 4 milioni di ingressi e oltre 14,7 milioni di euro di introiti. Nella stessa classifica, il Colosseo resta irraggiungibile: 14,7 milioni di visitatori e oltre 101,9 milioni di incassi nel 2024.

Tra “Disneylandizzazione” e risorse: perché la partita è politica

Il punto, ora, è capire se la proposta diventerà davvero operativa nei dettagli: perimetro dell’area a pagamento, modalità di controllo, eventuale prenotazione e gestione delle fasce orarie. Sullo sfondo c’è una città che cerca nuove entrate “dedicate” al turismo, da investire in manutenzione e qualità dell’accoglienza, mentre il dibattito pubblico resta diviso tra chi chiede più tutela e chi teme l’effetto “parco a tema” nel cuore della Grande Bellezza.