Roma, doppia manifestazione a Don Bosco: “Basta violenza”, il video inedito dalle telecamere del bar della guerriglia
Il quartiere Don Bosco, nel VII Municipio di Roma, è diventato negli ultimi giorni il simbolo di una città che vive la tensione tra esasperazione e desiderio di convivenza: nel giro di 48 ore, piazza dei Consoli ha ospitato una doppia manifestazione. Sabato 25 ottobre 2025, i residenti italiani sono scesi in piazza per denunciare il degrado e la mancanza di legalità.
Lunedì 27 ottobre, la Comunità Bangladesh Tuscolano ha risposto con un corteo pacifico per dire “basta violenza, basta odio, basta razzismo”. Due eventi che raccontano la frattura e la fragilità di un quartiere che non si riconosce più, ma che cerca, con voci diverse, una via d’uscita comune.
Sabato 25 ottobre: cittadini esasperati in piazza contro il degrado
Sabato pomeriggio, piazza dei Consoli si è riempita di cartelli, striscioni e testimonianze. Il Comitato di Quartiere Don Bosco ha organizzato la terza manifestazione in due anni per chiedere più sicurezza, legalità e controlli nel territorio.
A spingere i residenti in piazza sono stati i recenti episodi di violenza — tra cui la rissa col piccone del 17 ottobre in via Flavio Stilicone — e una sensazione diffusa di abbandono e insicurezza. Di recente, inoltre, sono state diffuse le immagini della rissa trasmesse dalla telecamera del bar che ha subito il raid.
“Com’è la situazione qui a Don Bosco? Pessima. Una volta era un quartiere tranquillo, oggi è invivibile”, racconta una residente storica. Molti cittadini denunciano risse notturne, schiamazzi, spaccio e vendita di alcolici fino a tarda notte da parte di alcuni esercizi commerciali.
“È la terza volta che il comitato di quartiere Don Bosco organizza questo tipo di manifestazioni perché ancora d’oggi, malgrado le promesse, non abbiamo avuto delle risposte. Il Segnali che stiamo denunciando da 2 anni ad oggi ancora sono sottovalutati, in realtà evidenziano una situazione di estrema pericolosità che noi vogliamo che vengano assolutamente risolti dalle forze dell’ordine”, ha commentato l’avvocata Tiziana Siano, presidente del Comitato di Quartiere Don Bosco.
Il comitato chiede da tempo un presidio fisso delle forze dell’ordine, pattuglie a piedi e una maggiore presenza sul territorio: “Servono controlli continui, non solo blitz occasionali. La situazione è ormai pericolosa e il degrado ci sta superando”, afferma uno degli organizzatori.
Lunedì 27 ottobre: la comunità Bangladesh scende in piazza
Due giorni dopo, nello stesso luogo, piazza dei Consoli ha visto una manifestazione completamente diversa. La Comunità Bangladesh del Tuscolano ha organizzato un corteo pacifico dalle 15 alle 18, per lanciare un messaggio forte: “Basta violenza, basta criminalità”.
L’iniziativa, nata anche in solidarietà al cittadino bengalese accoltellato pochi giorni prima, ha visto la partecipazione di famiglie, donne e bambini, in un clima ordinato. Presente anche il Comitato di Quartiere Don Bosco, in segno di solidarietà. “Anche noi oggi presenti alla manifestazione! Chiaramente attendiamo gli esiti delle indagini che accerteranno responsabilità e modalità degli eventi ma volevamo esserci… Non però per fare i soliti radical chic che marciano tanto per farsi vedere ma per solidarietà vera perché comunque la violenza non può conoscere razze ed etnie!“
“Non ci dimentichiamo il fatto che purtroppo molto spesso le regole nella vendita degli alcolici non viene rispettata da questi mini market e su questo siamo e saremo intransigenti! Ma il nostro quartiere ha un problema serio legato sicuramente alla multi etnicità e lo dobbiamo affrontare perché altrimenti a breve affronteremo problemi più seri e profondi!”
La manifestazione è stata anche una risposta alle accuse lanciate nei giorni precedenti dalla trasmissione televisiva Fuori dal Coro (Rete 4), che aveva collegato i minimarket bangladesi al racket e alla vendita di alcolici che favorirebbe le risse dei latinos. Parole che la comunità ha giudicato “offensive e irresponsabili”.
“Ci accusano di alimentare la violenza — ha detto un manifestante — ma noi siamo le prime vittime. Vogliamo vivere in pace rispettando le regole, come tutti”.
“Per poche schegge impazzite si sta alimentando un clima di odio e sospetto verso un’intera comunità”, ha dichiarato l’avvocato della Comunità Bangladesh.
Doppia manifestazione, un solo grido: Don Bosco chiede risposte
Le due manifestazioni, a distanza di soli due giorni, mostrano il volto complesso del quartiere Don Bosco: da un lato la rabbia dei residenti italiani, dall’altro la voglia di riscatto della comunità del Bangladesh. Entrambe, però, chiedono la stessa cosa: più sicurezza, più rispetto, più ascolto.
Nel quartiere dove è esplosa la rissa col piccone e dove oggi si alternano paura e solidarietà, la sensazione è che serva una politica più presente e una città più attenta. Perché tra le paure dei residenti e la dignità ferita degli stranieri, Don Bosco resta un quartiere che non vuole arrendersi al degrado, ma cerca, con fatica, una nuova convivenza possibile.