Roma, doppio mandato di cattura per maltrattamenti in famiglia e rapina: 38enne in carcere
La Polizia di Stato di Roma ha eseguito un doppio mandato di cattura nei confronti di un uomo di 38 anni, originario dello Sri Lanka, già condannato in via definitiva per gravi reati commessi nella Capitale. Il primo provvedimento riguarda episodi di maltrattamenti in famiglia avvenuti tra il 2019 e il 2021, che hanno portato a una condanna a 3 anni e 9 mesi di reclusione.
Un secondo mandato, emesso per fatti separati, si riferisce invece a due rapine compiute nella primavera del 2023, per le quali l’uomo ha ricevuto una pena di 2 anni e 4 mesi. Entrambe le sentenze sono ormai definitive, e l’uomo deve scontare interamente la pena detentiva.
Maltrattamenti in famiglia
La prima condanna si lega a un arco temporale di circa due anni, durante i quali l’uomo ha tenuto condotte violente all’interno del nucleo familiare. Gli episodi di maltrattamenti, accertati dalle autorità giudiziarie, hanno portato a un processo che si è concluso con la pena più severa.
Il reato di maltrattamenti in famiglia viene considerato tra i più gravi sul piano sociale, poiché mina le fondamenta della convivenza domestica e colpisce le persone più vicine all’autore. In questo caso, l’azione repressiva ha seguito un iter lungo, che si è chiuso solo negli ultimi mesi con la conferma definitiva della condanna.
Le rapine del 2023
Oltre ai fatti familiari, l’uomo si è reso protagonista di due distinte rapine commesse a Roma nella primavera del 2023. Gli episodi, portati in tribunale, hanno mostrato la sua pericolosità sociale anche al di fuori dell’ambito domestico.
La giustizia ha inflitto una seconda condanna, pari a 2 anni e 4 mesi di reclusione. In aggiunta, al condannato è stato notificato anche un ordine di pagamento legato ai danni provocati dalle azioni criminose. Una misura che si affianca alla detenzione, completando così il quadro sanzionatorio.
L’arresto e la traduzione a Rebibbia
La Polizia di Stato, ricevuti i mandati, ha dato esecuzione al doppio provvedimento. Gli agenti hanno rintracciato il 38enne e lo hanno condotto in carcere. L’uomo è stato trasferito presso la casa circondariale di Rebibbia, dove sconterà le pene inflitte per entrambe le condanne.
L’ingresso in istituto chiude così la fase esecutiva del procedimento, che ha visto convergere due diversi percorsi giudiziari in un unico destino detentivo. La scelta di un istituto come Rebibbia, uno dei più importanti del sistema penitenziario romano, risponde all’esigenza di gestire detenuti con condanne plurime e profili di pericolosità sociale.
Un caso emblematico
L’arresto del 38enne mette in luce la capacità del sistema giudiziario e delle forze dell’ordine di intervenire anche a distanza di tempo, garantendo che le sentenze non rimangano lettera morta. Nel giro di pochi anni, l’uomo è passato da episodi di violenza domestica a reati predatori commessi in strada, mostrando un’evoluzione criminale che ha richiesto risposte ferme.
Il caso dimostra inoltre come la cooperazione tra magistratura e polizia sia decisiva per assicurare alla giustizia chi, nonostante condanne già pronunciate, rimane in libertà fino all’emissione del mandato esecutivo. Con il trasferimento a Rebibbia, le istituzioni hanno posto un punto fermo, assicurando alla collettività un intervento di tutela e di sicurezza.