Roma dovrà restituire 400mila € allo stabilimento dei vip di Ostia: “Concessione troppo cara”

Roma dovrà restituire 400mila € allo stabilimento dei vip di Ostia: “Concessione troppo cara”. Il Campidoglio è stato condannato a restituire oltre 400mila euro allo stabilimento balneare V-Lounge di Ostia. La decisione segue una sentenza del Tribunale Civile che ha riconosciuto l’illegittimità dei canoni demaniali applicati per oltre un decennio dalla città eterna. La decisione, firmata dal giudice Pietro Persico, chiude una battaglia legale avviata nel 2021 dalla società Picenum S.r.l., che gestisce lo stabilimento, e rappresenta un colpo duro per l’amministrazione capitolina.
Il cuore della vicenda riguarda i costi esorbitanti richiesti per la concessione di un’area demaniale marittima, giudicati eccessivi e non giustificati dai parametri normativi.

Roma deve restituire oltre 400mila euro allo stabilimento dei vip di Ostia
La notizia è stata diffusa da Labur-Laboratorio di Urbanistica che scrive sui suoi canali social: “Con la sentenza del Tribunale Civile 12103/2021 del Roma, 12 maggio 2025 a firma del giudice Pietro Persico, si conclude positivamente la causa dello stabilimento V-Lounge contro il Comune di Roma che dovrà risarcire oltre 400 mila euro. La sentenza del Tribunale è un grande successo di LabUr a fronte della introduzione della dividente demaniale vhe costituisce un precedente per 400mila mq sul Lungomare di Levante di Ostia.
Una sentenza con effetti a catena?
La pronuncia giudiziaria non riguarda solo un caso isolato. Il Tribunale ha infatti riconosciuto che i canoni richiesti da Roma Capitale e dall’Agenzia del Demanio erano superiori a quanto previsto dalla normativa vigente.
In particolare, sono stati annullati i pagamenti in eccesso per gli anni dal 2010 al 2019. Oltre alla richiesta di 84 mila euro avanzata nel 2020. Il giudice ha disposto la restituzione integrale degli importi indebitamente incassati, per un totale di 375.367 euro. A cui si aggiungono interessi legali e spese processuali. Si tratta di un precedente destinato a pesare su circa 400mila metri quadrati del Lungomare di Levante. Mettendo in discussione, forse, l’intero sistema tariffario adottato dalla Capitale.
Il ruolo di LabUr nel contenzioso tra Roma e stabilimento dei vip di Ostia: la svolta legale
Determinante nella vicenda è stato il lavoro dell’associazione LabUr, che da tempo denuncia irregolarità e arbitrarietà nella gestione delle concessioni sul litorale romano. L’azione legale avviata dal V-Lounge ha aperto un varco giuridico che potrebbe avere conseguenze rilevanti per molti altri operatori balneari della zona, i quali da anni contestano la sproporzione tra i canoni richiesti e la reale natura delle concessioni. Con questa sentenza, il Tribunale riconosce per la prima volta il principio della “dividente demaniale”, un criterio nuovo che rivede il modo in cui vengono calcolate le tariffe per l’occupazione del suolo pubblico sul demanio marittimo.
Un impatto economico, ma anche politico e amministrativo
La condanna non riguarda solo il risarcimento economico. Il Comune di Roma e l’Agenzia del Demanio dovranno anche farsi carico delle spese processuali, che superano i 19 mila euro, oltre a quelle relative alla consulenza tecnica d’ufficio. La sentenza evidenzia un problema strutturale nella gestione delle concessioni balneari e impone un ripensamento del modello attuale, fondato su calcoli poco trasparenti e spesso svantaggiosi per i concessionari. Si profila ora un contenzioso di vasta portata, con decine di stabilimenti che potrebbero avviare analoghe azioni legali per ottenere rimborsi simili.
Verso una nuova stagione per il litorale romano
La vicenda del V-Lounge potrebbe segnare un punto di svolta per Ostia e per tutto il litorale romano, a lungo al centro di critiche per la scarsa trasparenza nella gestione pubblica delle spiagge. La giustizia ha riconosciuto che il Comune ha imposto canoni sproporzionati, aprendo la strada a una possibile revisione generale delle tariffe applicate alle concessioni demaniali.
Una partita che coinvolge non solo l’economia del mare ma anche il futuro della gestione del patrimonio pubblico. Con questa decisione, si apre una fase nuova in cui l’ente pubblico dovrà dimostrare maggiore rigore, equità e capacità amministrativa.