Roma, due nuove ‘super strade’ più maxi ciclabile tra i Municipi V e VI: ok in Giunta al mutuo da 9,4 milioni
Roma, la Giunta capitolina ha approvato il progetto per la riqualificazione e messa in sicurezza di via Walter Tobagi e di via di Tor Tre Teste (Municipi V e VI). In soldoni: l’intervento punta a rendere due delle arterie più trafficate di Roma Est meno pericolose e più “camminabili”. Nel progetto entrano: attraversamenti pedonali più sicuri, incroci riorganizzati, marciapiedi allargati o riqualificati, nuova segnaletica anche con dispositivi luminosi/lampeggianti. Ma anche abbattimento delle barriere architettoniche (fermate bus, scivoli, attraversamenti), percorsi tattili e ripristino del verde. E c’è un tassello politicamente sensibile: una pista ciclabile lungo l’asse, accompagnata da interventi di moderazione della velocità (rotatorie e assetto degli incroci).
L’intervento risulta finanziato nell’annualità 2026 tramite – così riportano le carte – “accensione mutui e altri finanziamenti a medio-lungo” di 9.000.000,00 euro. Tradotto: il “via libera” porta in dote un nuovo, ennesimo mutuo, per aprire il cantiere.
Chi ha votato (e chi mancava): la Giunta “senza i vertici”
Qui arriva il dettaglio politico che fa rumore. Al momento della seduta risultano: Presenti gli assessori: Segnalini, Alfonsi, Funari, Lucarelli, Pratelli, Smeriglio, Veloccia, Zevi, Battaglia, Patanè. Assenti: Gualtieri, Silvia Scozzese (Vicesindaca, con delega al bilancio) e Alessandro Onorato (assessore a Sport e Turismo). Di fatto: un atto da 9 milioni di debito passa senza il sindaco e senza la sua vicesindaca al Bilancio seduti al tavolo nel momento decisivo.
Via alla ciclabile bidirezionale
In concreto, il cantiere su via Walter Tobagi significa strada “aperta” e rifatta pezzo per pezzo: prima le demolizioni (taglio dell’asfalto, rimozione di cordoli e tratti di marciapiede), poi la ricostruzione del pacchetto stradale e la sistemazione delle quote per far funzionare pendenze e smaltimento dell’acqua piovana. In parallelo si lavora sui “nervi” della via: spostamenti di sottoservizi (cavidotti, pozzetti, ecc.) e ricollocazione di 25 pali della pubblica illuminazione. Il cuore dell’intervento è l’assetto di sicurezza: nuovi attraversamenti e scivoli, percorsi tattili per ipovedenti, segnaletica orizzontale e verticale completamente rifatta e, dove previsto, adeguamento/riordino degli impianti semaforici. Infine si realizza la pista ciclabile bidirezionale in sede protetta e si rimettono ordine e protezioni alle intersezioni, con inevitabili effetti temporanei su corsie, sosta e fermate durante le lavorazioni.
Il contesto: Roma e il debito, tra opere “buone” e zavorra storica
Questo voto va letto dentro un dato strutturale: Roma convive ancora con la Gestione Commissariale per il debito pregresso (quello maturato fino al 28 aprile 2008, pari a circa 300 milioni di euro). Anche se tale commissariamento del debito storico starebbe per concludersi anzitempo. La notizia è del 4 dicembre, rilanciata dal sito internet del Comune di Roma e non ripresa dai media mainstream. Una vicenda che lo stesso Gualtieri ha salutato come risultato della collaborazione con il Governo, ringraziando apertamente Giorgia Meloni e il ministro dell’Economia Giorgetti. È la narrazione della “pagina del debito che si chiude” in anticipo, largo anticipo rispetto alla data indicata nei mesi scorsi del 31 dicembre 2028. Una buona notizia per tutti, se e quando verrà confermata in via definitiva e non per comunicato stampa.
Mutui su mutui, continua la politica a debito di Gualtieri
Eppure, mentre si festeggierebbe la fine di un’epoca, il Comune di Roma continua a scrivere la successiva con la stessa penna. Nuovi mutui per i prossimi venti o trent’anni. Perché questi 9 milioni per due ‘sole’ strade si sommano ai 10 milioni per gli attraversamenti pedonali di nuovo mutuo. Ai 58 milioni già varati di recente per rifare strade e asfalti e che verranno gestiti da Risorse per Roma, divenuta la nuova Anas di Gualtieri, ai 117 per il Ponte Roma-Fiumicino. E, più in generale, alle decine di nuovi mutui da decine di milioni ciascuno per i 100 parchi per Roma, per canili, scuole, etc. Cambiano le ‘etichette’ mediatiche: grande viabilità, manutenzione, sicurezza, attraversamenti rialzati. Ma la sostanza percepita da chi guarda i bilanci resterebbe sempre e solo una. Roma prova a rimettersi in sesto, però lo fa accendendo nuovi finanziamenti, nuovi mutui bancari, per un valore non trascurabile da decine di milioni di euro, uno dietro l’altro.
Ecco perché ogni nuovo mutuo non è mai “solo un mutuo”: è una scelta politica che pesa su capacità di spesa futura, interessi e margini di manovra. Specialmente quando l’operazione viene raccontata come “rigenerazione urbana” (sacrosanta, per carità) ma poggia su una leva antica: il debito per aprire cantieri.
Se l’obiettivo è mettere in sicurezza una strada dove si vive, si studia e si prende il bus, benissimo. Ma il punto politico resta: Roma investe (anche) a debito. E stavolta lo fa con un voto in cui, al momento chiave, mancano proprio Sindaco e Vicesindaca al Bilancio.