Roma, due nuovi parchi al posto dell’asfalto a piazzale Clodio e piazza di Porta Metronia: ma con l’ennesimo mutuo

Roma fa un passo avanti nel progetto “Cento Parchi per Roma” ma – forse – anche uno indietro sul fronte economico-finanziario, con l’accensione di un mutuo, l’ennesimo mutuo a carico delle casse comunali, come spigheremo bene a breve, ma procediamo per gradi. È stato approvato dal Comune di Roma il progetto esecutivo per quello che tecnicamente il Campidoglio chiama il Lotto A. Si tratta di un nuovo parco che riguarda l’area di via Ipponio, ma adiacente a Piazza di Porta Metronia.
L’intervento prevede la completa depavimentazione della strada che, prima dei cantieri della Metro C, collegava Porta Metronia a via Gallia. Al suo posto, nascerà un parco urbano multifunzionale, con aree verdi, percorsi pedonali, spazi di sosta e giochi per bambini.

Il progetto di trasformazione dell’area adiacente a piazza di Porta Metronia rientra nel piano triennale 2025-2027 del Campidoglio. È stato approvato definitivamente con una determina dirigenziale capitolina firmata il 6 agosto 2025 (che alleghiamo alla fine di questo articolo). La spesa complessiva per questo primo intervento è di 673.668 euro, interamente finanziati attraverso un mutuo.
Un parco nel cuore del traffico
L’obiettivo dichiarato del progetto del Campidoglio è quello di “rinaturalizzare” porzioni di città oggi asfaltate, sostituendo il cemento con elementi vegetali e spazi di aggregazione. In via Ipponio verranno valorizzati i filari alberati già presenti, integrandoli in un nuovo assetto urbano che mira a migliorare la qualità della vita per residenti e passanti.
Sparirà quindi la carreggiata stradale per lasciare spazio a un ambiente pedonale, accessibile, verde e pensato per diversi usi pubblici. Il progetto prevede anche l’abbattimento delle barriere architettoniche, l’installazione di arredi urbani e la realizzazione di un’illuminazione dedicata.

All’orizzonte piazzale Clodio, ma serve ancora l’ok
Accanto al cantiere di Piazza Metronia, il Campidoglio – così riportano le carte, che – lo ripetiamo – alleghiamo alla fine di questo articolo – ha già in cantiere un secondo intervento che chiama il Lotto B. Un nuovo parco che interesserà Piazzale Clodio, all’altezza di viale Mazzini.
Qui l’intervento prevede sempre la depavimentazione, ma delle attuali aiuole spartitraffico, oggi parzialmente asfaltate e in stato di abbandono. L’idea del Campidoglio è quella – anche qui – di creare un nuovo spazio verde-mini parco anche in questo snodo strategico del traffico romano, restituendo respiro e qualità ambientale a un quartiere dominato da auto e uffici.
Ma a differenza del Lotto A, per Clodio non è ancora arrivato il via libera definitivo: gli Uffici sono in attesa dell’approvazione del progetto esecutivo. Il piano è comunque già inserito nel bilancio capitolino ed è previsto che venga finanziato anch’esso – da quanto a nostra conoscenza – tramite fondi derivanti da mutuo.

Progetti sostenibili, ma a caro prezzo
Nonostante l’indubbio valore ambientale e sociale degli interventi, a far discutere è ancora una volta il ricorso allo strumento del mutuo per la gestione dell’attività amministartiva, specie per una città che si trova ancora sotto la scure Commissariale proprio per i troppi debiti accumulati in passato.
Il costo totale dell’intera operazione — considerando sia il Lotto A che il Lotto B — è stimato in oltre un milione di euro, interamente coperti con indebitamento.
Una scelta che solleva interrogativi, soprattutto in un contesto economico in cui Roma già convive per l’appunto con una forte esposizione debitoria, pari a circa 276 milioni di euro. Un maxi debito rinegoziato di recente con Cassa Depositi e Prestiti. Gualtieri, del resto, per i prossimi tre anni, oltre al ruolo di sindaco, riveste anche quello di Commissario per il rientra dal debito della Capitale, sotto stretto controllo del Governo nazionale.
100 Parchi per Roma, ma a quale costo?
Non è la prima volta che uno dei “100 nuovi parchi per Roma” viene finanziato con debiti, prestiti e mutui. Tali ricorso al debito è una pratica che, pur legittima, apre il dibattito politico sull’effettiva sostenibilità economica nel lungo periodo di questi progetti, che poi dovranno anche essere adeguatamente manutenuti, con ulteriore spesa.
Il rischio è che la rigenerazione urbana, pur positiva, si trasformi in un ulteriore peso per le casse comunali. E, soprattutto, in un balzello che dovrà essere pagato dalle prossime generazioni nei tre decenni a venire, ossia da qui fino al 2055.