Roma, duplice omicidio a villa Pamphili, nuovo arresto per Kaufman, la Procura: “Uccisa nel sonno”

Roma, un’altra ordinanza di custodia cautelare, la seconda in poco più di due mesi, raggiunge Charlie Francis Kaufman nella sua cella di Rebibbia. L’americano, già accusato dell’omicidio della figlia di undici mesi, ora deve rispondere anche della morte della compagna, Anastasia Trofimova. La Procura di Roma parla di una verità agghiacciante: la donna sarebbe stata uccisa nel sonno, strangolata senza alcuna possibilità di difesa.
La notte di sangue a villa Pamphili
È il 3 giugno quando, secondo gli inquirenti, la tragedia si consuma a Villa Doria Pamphili. La famiglia vive da qualche settimana accampata nella storica villa romana. In quella notte, accanto ad Anastasia dormiva la figlia Andromeda. Per i magistrati non ci sono dubbi: Kaufman avrebbe prima soffocato la compagna, poi, qualche ora dopo, anche la bambina. Due delitti consumati nello stesso luogo, a pochi metri di distanza l’uno dall’altro.

Il corpo tra i segni della violenza
Il cadavere della donna viene ritrovato con segni inequivocabili. Abrasioni su braccia e gambe, polsi graffiati, lesioni compatibili con il trascinamento attraverso la fitta vegetazione del parco. È la prova che il corpo fu spostato dopo la morte, forse per occultarlo. Anastasia aveva 38 anni, era originaria della Siberia, ed è stata sorpresa nel sonno, indifesa, accanto alla sua bambina.
L’autopsia non lascia dubbi
Il referto medico-legale è chiaro: morte per asfissia violenta. I consulenti parlano di “stravasi ematici nei tessuti molli del collo, nelle aree peri-ioidea e tiroidea”. Lesioni tipiche dei casi di strangolamento manuale. Nessuna malattia, nessuna causa naturale. La ricostruzione porta dritta a un’unica ipotesi: l’omicidio.
La seconda accusa per Kaufman
Per Kaufman, già sotto processo per la morte della figlia, l’accusa si aggrava. Ora dovrà rispondere di duplice omicidio, aggravato dal legame affettivo, oltre che di occultamento di cadavere. Una catena di accuse che apre lo scenario peggiore per la sua difesa: l’ergastolo. Il provvedimento è stato firmato dal pubblico ministero Antonio Verdi e dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini.
I prossimi passi giudiziari
Nei prossimi giorni il gip fisserà l’interrogatorio di garanzia. Ma gli investigatori non si aspettano rivelazioni. Fino ad oggi Kaufman si è chiuso in un silenzio ostinato, intervallato da poche frasi sconnesse. Nessuna confessione, nessuna ricostruzione. Dopo questa fase, sarà la volta della richiesta di giudizio immediato, che porterà il processo al centro della scena.
La fuga e la cattura in Grecia
Il percorso giudiziario si intreccia con quello internazionale. Dopo i delitti, Kaufman aveva tentato di far perdere le proprie tracce. Il 12 giugno era stato catturato sull’isola greca di Skiathos, dove si nascondeva da giorni. Estradato in Italia il 10 luglio, ha messo piede a Rebibbia come detenuto con l’accusa dell’omicidio della figlia. Ora, per portarlo formalmente a processo anche per l’uccisione della compagna, sarà necessaria una nuova domanda di estradizione alla Grecia.
Una vicenda che sconvolge Roma
Il duplice omicidio di Villa Pamphili scuote Roma e il Paese intero. Due vite spezzate in circostanze atroci, all’interno di uno dei luoghi più amati dai cittadini. Una tragedia familiare che diventa cronaca giudiziaria e che apre interrogativi profondi: come sia stato possibile che una madre e una figlia, in una delle ville storiche della Capitale, abbiano trovato la morte in un contesto così drammatico.
L’ombra dell’ergastolo
La partita si giocherà in tribunale. La Procura spinge per un giudizio rapido, convinta delle prove raccolte. Se la colpevolezza verrà confermata, per Kaufman la prospettiva sarà una sola: l’ergastolo. Una vicenda che appare già segnata, ma che dovrà passare attraverso il rigore del processo, l’unico luogo deputato a trasformare i sospetti in sentenza.