Roma e il Lazio pagano il lockdown: nessuno ci difende da Conte

Conte lockdown

Fateci sapere quanto è costato a Roma lo sciagurato lockdown imposto da Giuseppe Conte. Il territorio della Capitale vale tantissimo per il prodotto interno lordo della Nazione, è al secondo posto dopo l’area lombarda e abbiamo un presidente del Consiglio che ci ha messo sotto chiave per diversi mesi. Il comitato tecnico scientifico aveva negato il dovere di chiudere le zone esterne al nord d’Italia.

Di più: anche lo smart working è stato imposto con enorme superficialità. Risultato: economia in ginocchio, negozi chiuse, centro storico svuotato di turisti e di dipendenti.

Il lockdown di Conte e il silenzio di Raggi e Zingaretti

Virginia Raggi e Nicola Zingaretti, possiamo chiedervi di alzare la voce a difesa del territorio e non solo delle vostre terga nei riguardi di un premier semplicemente folle, accecato dalla vanagloria, che ci ha costretti tutti ai domiciliari senza che i tecnici a lui cari lo avessero ritenuto necessario?

Spetta proprio a chi rappresenta Roma e il Lazio sollecitare il risarcimento del territorio. Siamo stati nelle mani di un uomo che ha deciso della nostra vita e della nostra economia agendo in maniera insensata.

Aveva il terrore delle responsabilità, Giuseppe Conte, e ora ne dovrà subire il conto. Abituato a rinviare sempre tutto, il premier non potrà contare sul silenzio complice dei cittadini. Perché si è agito davvero male e anche sulla pelle dei romani.

Ora siamo tutti noi alle prese con i licenziamenti, le attività che non riprenderanno perché rimaste chiuse per troppo tempo. A Palazzo Chigi si sono baloccati con i monopattini per la gioia della Raggi, escogitando bonus a ritmo continuo, una volta per le vacanze come per i ristoranti, per i babysitter come per i nonni. Tutte chiacchiere a vuoto senza uno straccio di prospettiva per economia e lavoro.

Neanche per le scuole sappiamo alcunchè di preciso. Ogni giorno leggiamo di presidi indisponibili a riaprire i battenti di fronte all’autentico casino creato dalla Azzolina con le sue strambe idee, a partire dai banchi con le rotelle e le classi in plexigas.

Una città rimasta senza la classe dirigente

Roma ha bisogno di una classe dirigente che dica al governo di smetterla. Ma purtroppo i suoi massimi rappresentanti tacciono, al massimo sollecitano spiccioli per la clientela e non va affatto bene.

Conte e i suoi compari hanno una sola urgenza in testa, quella della legge elettorale. E il lockdown è l’arma per tacitare qualunque forma di dissenso, altro che coronavirus in agguato in quei mesi.

Settembre rischia di essere davvero il mese terribile per la Capitale e non possiamo permetterci il lusso che chi deve decidere rinvii ogni scelta. E’ intollerabile pagare le tasse in un anno che è senza entrate per tutte le attività. Ma su questo versante non hanno pronunciato una sola parola né Raggi né Zingaretti. Il potere e la paura per la poltrona contano molto più delle tragedie dei cittadini.