Roma, è morto il rapper Jesto: il cordoglio social dei colleghi Piotta e Fedez

Roma, lutto nel mondo della musica italiana. È morto Jesto, nome d’arte di Justin Rossi Yamanouchi, rapper romano di origini italo-giapponesi, considerato una delle voci più originali e irriverenti del panorama hip hop nazionale. L’artista si è spento nella notte tra il 31 luglio e il 1° agosto, a soli 40 anni. A dare l’annuncio è stato il fratello maggiore, il musicista e producer Hyst, con un messaggio carico di affetto e spiritualità pubblicato su Instagram. Le cause della morte non sono state rese note.
Roma in lutto per il rapper Jesto
Nato nel 1983, Jesto avrebbe compiuto 41 anni il prossimo 25 novembre. Cresciuto a Roma, ha mosso i primi passi nella scena freestyle dei primi anni 2000, diventando rapidamente un punto di riferimento per il rap indipendente, grazie al suo stile provocatorio, ironico e al tempo stesso poetico. I suoi testi mescolavano introspezione e critica sociale, mantenendo sempre un’identità forte e indipendente dalle mode del mainstream.

L’annuncio del fratello e il funerale a Roma
Il post di Hyst ha commosso migliaia di fan. «Non si dica che lascia il vuoto», ha scritto, «perché non è così. Lascia un’eredità di valore incalcolabile ed uno slancio all’elevazione morale e spirituale che le anime affini sapranno cogliere». Con queste parole, il fratello ha voluto sottolineare il valore umano e spirituale dell’artista, al di là della sua musica.
I funerali di Jesto si terranno martedì 5 agosto alle ore 11 presso la Chiesa di Santa Maria in Trastevere. L’accesso sarà riservato a familiari e amici stretti, ma il pubblico potrà partecipare al saluto finale dalla piazza antistante la basilica. È stato richiesto il massimo rispetto e riserbo da parte di tutti i presenti.
L’eredità artistica a Roma ma non solo
Jesto ha saputo ritagliarsi uno spazio unico nel rap italiano, rifiutando compromessi con il mercato discografico e portando avanti una carriera indipendente ma ricca di progetti. Tra i suoi album più noti si ricordano Supershallo, Buongiorno Italia e Morire come una rockstar. Ha sempre alternato momenti di comicità surreale a riflessioni profonde su disagio, solitudine e crescita personale.
Nelle sue ultime produzioni aveva mostrato un lato più introspettivo e maturo, senza però perdere l’energia polemica che lo aveva reso famoso. Oltre alla musica, era noto per i suoi contenuti online, le battaglie per la libertà espressiva e il rifiuto di ogni omologazione culturale. Per molti giovani fan, è stato un esempio di coerenza artistica e libertà di pensiero.
Il cordoglio del mondo della musica, Piotta e Fedez
Alla notizia della sua scomparsa, sono stati tantissimi i messaggi di cordoglio da parte di colleghi e artisti. Fedez, tra i primi a reagire, ha ricordato la sua prima esperienza al celebre contest 2TheBeat, proprio al fianco di Jesto: «Vederlo fare freestyle mi fece capire cosa significasse avere carisma sul palco», ha scritto.
Tommaso “Piotta” Zanello lo ha definito «un genio assoluto, avanti anni luce», mentre nomi di spicco del rap e del cantautorato urban come Ghemon, Shade, Fred De Palma, Willie Peyote, Tormento e Clementino hanno espresso vicinanza e stima nei confronti dell’artista scomparso. I social si sono riempiti di messaggi, testimonianze e video d’archivio, a conferma dell’impatto che Jesto ha avuto sulla scena musicale italiana.
Una leggenda dell’underground rapper
Sebbene lontano dai riflettori della musica commerciale, Jesto ha segnato un’epoca per il rap underground. Ha ispirato generazioni di giovani artisti, dimostrando che si può fare musica con autenticità, senza dover scendere a compromessi. La sua capacità di passare dal sarcasmo alla poesia, dalla rabbia alla delicatezza, lo ha reso un unicum nel panorama nazionale.
Il suo nome resterà scolpito nella memoria di chi ha amato un certo modo di intendere il rap: viscerale, libero, diretto. Per molti, non è stato solo un artista, ma una guida spirituale, un simbolo di resistenza culturale e integrità. In un’epoca di plastica e conformismo, Jesto rappresentava la voce fuori dal coro. E quella voce, oggi, manca già.