Roma, elezioni 2027, le priorità di Gualtieri e D’Amato: “Prima l’inceneritore”. Scuola al 7° posto, Ambiente 8°, Cultura ultima
Roma, la scena dice più delle dichiarazioni: dietro Gualtieri e Calenda campeggia una classifica di priorità scritta a caratteri cubitali che è – niente di più, niente di meno – di un programma elettorale, quello che i rispettivi partiti (PD e Azione) sono probabilmente pronti a proporre ai cittadini in vista delle elezioni romane del 2027. Questo programma, letto senza anestesia, racconta una verità semplice: a Roma si governa inseguendo l’emergenza dei rifiuti e delle case-cemento, poi si prova a ‘vestirla da visione’ politica. L’incontro è andato in scena a Palazzo Santa Chiara, con Alessio D’Amato (Azione) a fare da padrone di casa e Gualtieri invitato a discutere di “temi comuni”. Gualtieri e D’Amato hanno riscritto il famoso motto di Trump, ‘America First‘, e lo trasformano in una sottospecie di ‘Prima l’Inceneritore’. Poi la scuola? Settimo posto. L’Ambiente? Addirittura ottavo. La Cultura? Ultima in classifica. Un vero e proprio smacco per il primo cittadino Roberto Gualtieri, di professione professore universitario alla Sapienza. Ma partiamo dal programma elettorale completo proposto da Gualtieri e Calenda.
Ecco la classifica per Roma 2027 di Gualtieri e Calenda (quella esibita a caratteri cubitali):
- Rifiuti, inceneritore.
- Sicurezza urbana (tema nazionale, non del Comune)
- Mobilità
- Giovani (housing sociale, ovvero nuovo cemento per nuove case, alla faccia del consumo di suolo e del cambiamento climatico)
- Città bene comune, decoro
- Sicurezza stradale (tema nazionale, di governo)
- Scuola
- Ambiente
- Periferie, litorale
- Cultura

Il primo punto non ha bisogno di spiegazioni: l’inceneritore. Il resto? “Sicurezza” al n.2 e al n.6, con la postilla “non dipende da noi”, ma dal Governo Meloni, brutto e cattivo, è il trucco più antico della politica. Si agita la parola che scalda la pancia e poi ci si prepara l’alibi in anticipo. “Giovani”? Tradotto in housing è l’altra furbata: chiamalo sociale, chiamalo emergenza, ma resta il nodo politico dei prossimi anni — dove si costruisce cemento, per chi, con quali servizi e soprattutto chi ci guadagna e paga. Periferie e cultura, invece, finiscono in coda: utili nei discorsi, meno nei sondaggi. È una gerarchia che non prova a cambiare Roma: prova a non farsi travolgere da Roma.
Il palco: Santa Chiara, Santa Caterina e la politica che annusa il voto
Sul piano politico il messaggio è chiarissimo: si riapre il canale tra Campidoglio e Azione, che nel 2021 fu decisiva al ballottaggio e oggi rivendica un’opposizione “nel merito”. E non è un caso che il punto di contatto principale sia quello più “materiale”, più misurabile, più sporco: i rifiuti.
Il cemento dell’intesa: il termovalorizzatore (e il cambio di linea)
Gualtieri lo ammette: quando Calenda lo propose in campagna elettorale, lui non era d’accordo; poi “ho studiato e fatto i conti”, dice. Qui non siamo più nel teatro: Roma Capitale ha già comunicato l’aggiudicazione definitiva del termovalorizzatore di Santa Palomba, previsto per trattare 600mila tonnellate l’anno, con concessione trentennale e una grande torta da circa 7,5 miliardi di euro, una mini-finanziaria nazionale.
Mobilità: metro di notte, biglietto a 1,50 e la realtà che presenta il conto
Sulla metro notturna il sindaco la mette giù così: bello, “sogno”, ma costa troppo. Ed è qui che la “sintonia” rischia di diventare fumo: perché senza soldi, a Roma, anche i sogni fanno sciopero.
Quanto ai biglietti, Gualtieri apre un tema politicamente esplosivo: perché i turisti dovrebbero pagare poco? Però la città è già entrata in quella logica: dal 1° luglio 2025 sono aumentati diversi titoli turistici (Roma 24/48/72 ore e settimanali), mentre il BIT resta a 1,50 euro. Quindi non è una discussione teorica: è un binario già posato.
Il dettaglio che conta: Azione corre da sola (ma tratta)
Calenda infatti non firma cambiali: Azione alle prossime comunali farà la sua lista. È la frase che dice tutto: dialogo sì, annessione no. E per Gualtieri il sottotesto è altrettanto chiaro: se vuoi il “centro” al secondo giro, devi iniziare a parlarci prima, non quando senti odore di ballottaggio.
Roma voterà, salvo scossoni, tra il 15 aprile e il 15 giugno 2027: c’è tempo per i tatticismi, ma non per perdere altro tempo sulle decisioni che incidono davvero — rifiuti, trasporti, costi.