Roma, esplode il debito di AMA, 115 milioni nel solo 2024: la Giunta affida i conti ‘last minute’ al solito colosso

Sullo sfondo, un furgoncino Ama, in primo piano il sindaco Gualtieri e il presidente Ama Bruno Manzi - www.7colli.it

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Roma, per i prossimi tre anni quindi fino al 2027 i conti di Ama – la municipalizzata dei rifiuti capitolina – saranno in mano al colosso del settore Ernst & Young spa, che già li gestiva dal 2022. La Giunta Capitolina ha confermato l’incarico all’azienda lo scorso 11 novembre, mentre si svolgeva l’assemblea dei soci Ama chiamata a ratificare questa stessa decisione, nonostante la bozza di proposta dell’affidamento fosse arrivata in Campidoglio il 22 agosto, quindi tenuta inspiegabilmente nei cassetti per settimane. Inoltre, al momento del voto della Giunta – a dire ‘Sì’ all’affidamento – mancavano il sindaco Gualtieri (che è anche Commissario per il rientro dal debito di Roma), la vice sindaco Scozzese (delegata al Bilancio), e l’assessore allo Sport Alessandro Onorato.

Il buco di Ama esplode: 286 milioni nel 2024, 115 in un solo anno solare

In soldoni, proprio mentre il Campidoglio ha deciso di prorogare il controllo sui conti di una società che ha perdite importanti, chi dovrebbe vigilare sui numeri è fuori scena. Eppure, lo stato dei conti Ama è tutt’altro che rassicurante, i debiti sono esplosi: nel 2022 – anno di arrivo di Gualtieri – erano pari a 151 milioni, nel 2023 sono saliti a 171 milioni. Ma poi sono letteralmente esplosi nel 2024 toccando il picco di quasi 287 milioni, quindi aumentati in un solo anno solare di 115 milioni.

Roma, i dati ufficiali di Ama sui debiti

Roma assegna in ritardo l’incarico al solo concorrente: vince (ancora) Ernst & Young

In ogni caso, la gara avviata dal Comune di Roma per scegliere chi controllerà i conti di AMA in profondo rosso fino al 2027 si è conclusa con un solo concorrente, poi risultato aggiudicatario, ossia il colosso Ernst & Young S.p.A., già revisore nel triennio 2022–2024. L’importo che riceverà dal Comune di Roma previsto per il triennio è pari a 632.018,40 euro oltre IVA.

Ma c’è un dettaglio che racconta meglio di ogni articolo la logica politica del Campidoglio: la stessa Giunta che ha tenuto in sospeso il dossier-conti di Ama per settimane, dal 22 agosto all’11 settembre, quando finalmente si decide a votare, lo dichiara “immediatamente eseguibile” per l’“imminente svolgimento dell’Assemblea”.
Imminente? L’assemblea Ama era fissata alle 16.00 dell’11 novembre; la Giunta Gualtieri si è riunita alle 17.10. La delibera di Giunta è stata approvata quindi in ritardo, dopo l’avvio dell’assemblea Ama, tra l’altro senza sindaco e vice. Per due mesi e mezzo nessuna fretta. Poi, nel giorno X, scatta l’urgenza, a tempo scaduto e si procede lo stesso. Un modo di governare che trasforma la programmazione in gestione ‘emergenziale permanente’.

Il ruolo fantasma di Gualtieri, Scozzese e Onorato nella Giunta di Roma

In tutto questo, resta una domanda politica pesante: dov’erano Gualtieri e Scozzese? Dov’era l’assessore Onorato? Il sindaco, socio unico di AMA in rappresentanza della città, è formalmente componente della Giunta che decide sulla società simbolo del disastro rifiuti romano. Al momento del voto non c’era.
La vicesindaca Silvia Scozzese, che ha la delega al Bilancio, è altrettanto assente. Assente anche Onorato. Eppure, sul tavolo c’è la scelta di chi dovrà vigilare su una partecipata con quasi 287 milioni di debiti verso i fornitori. Formalmente tutto legittimo. Politicamente, l’assenza suona come un abdicare al controllo diretto su una delle questioni più esplosive per i conti di Roma.

Fornitori in attesa, cittadini nel buio, Ama sommersa dai debiti

Mentre la Giunta ‘gioca’ a rincorrere le scadenze, dall’altra parte ci sono 2.181 fornitori in attesa di essere pagati e di ricevere 287 milioni di euro e una città che continua a convivere con cassonetti pieni e servizi spesso contestati. La delibera fa salva la possibilità di non pagare una parte del compenso a Ernst & Young se non sarà necessario il bilancio di sostenibilità, ma non dice una parola su come e quando AMA ridurrà lo stock di debiti accumulato.
Nessun cronoprogramma pubblico, nessun impegno politico esplicito sulla riduzione dei tempi di pagamento. Solo un altro incarico milionario a un grande player, deciso all’ultimo minuto da una Giunta a ranghi ridotti.
Il conto, quello vero, lo pagano i fornitori e i cittadini romani. E su questo, dal Campidoglio, continua ad emergere solo un silenzio abissale.

Roma, gli Uffici Ama, pagamento Tari
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