Roma, esplosione in via dei Gordiani, Facebook ci avvisa, IT-Alert no: perché non è suonato nulla?

L’esplosione del distributore di carburante in via dei Gordiani, a Roma, ha sconvolto una città già provata. Un boato nel cuore della Capitale, decine di feriti tra civili, forze dell’ordine e vigili del fuoco, panico e evacuazioni. Ma mentre il fumo si alzava visibile in mezza periferia est, nessun avviso di emergenza è arrivato sui telefoni dei cittadini.
Silenzio. Anche da parte di IT-Alert, il sistema nazionale di allarme pubblico pensato – almeno sulla carta – per segnalare pericoli imminenti. Eppure, solo qualche mese prima, lo stesso sistema era stato usato per comunicare la chiusura di Piazza San Pietro durante i funerali di Papa Francesco, senza alcun rischio per la popolazione.

Due pesi e due misure? Non proprio. Il motivo del mancato allarme ha radici legali e tecniche ben precise. E sono proprio queste regole, forse troppo rigide, che oggi ci impediscono di dire che tutto ha funzionato come doveva.
L’esplosione di via dei Gordiani non era tra gli scenari previsti da IT-Alert
IT-Alert non si attiva per qualunque emergenza. È uno strumento istituzionale, gestito dalla Protezione Civile, pensato per comunicare in tempo reale con la popolazione in caso di pericoli gravi, concreti e immediati. Ma solo in cinque tipologie di eventi previste dalla normativa attuale:
- incidenti nucleari o emergenze radiologiche;
- incidenti in impianti industriali classificati “Seveso”;
- crollo di grandi dighe;
- attività vulcanica nei Campi Flegrei, al Vesuvio o a Stromboli;
- precipitazioni intense (per ora in fase di sperimentazione).
Il distributore esploso a Roma era dotato di serbatoi di GPL, ma non era uno stabilimento Seveso. Quindi, niente attivazione automatica. Non era un disastro naturale, né un evento previsto dai protocolli. E siccome nessuno – né Comune, né Regione, né Dipartimento – ha emesso un’ordinanza speciale, come invece accaduto per altri eventi, il sistema non ha potuto fare nulla.
Funerali del Papa sì, esplosione in via dei Gordiani no
Il precedente più sconcertante è fresco: 25 aprile 2025, funerali solenni di Papa Francesco in Vaticano. IT-Alert si attiva per segnalare la chiusura degli accessi a Piazza San Pietro alle 17:00. Nessun pericolo, nessuna emergenza. Ma un’ordinanza speciale – la n. 1139 del 23 aprile – firmata dal Capo della Protezione Civile, autorizza un uso non emergenziale del sistema, proprio per ragioni logistiche e di gestione dell’ordine pubblico.
Stavolta no. L’esplosione di via dei Gordiani, sebbene grave, non ha ricevuto lo stesso trattamento. Nessun provvedimento d’urgenza, nessuna attivazione straordinaria. E allora IT-Alert resta muto. Non per malfunzionamento, non per negligenza, ma perché la legge – oggi – dice di non usarlo.
Facebook ha avvisato tutti in tempo: il Safety Check attivato in automatico
C’è però un altro dettaglio che ha fatto infuriare molti romani. Chi si trovava vicino all’esplosione ha ricevuto una notifica da Facebook, il cosiddetto Safety Check: un sistema che rileva automaticamente situazioni critiche basandosi su post, geolocalizzazioni e picchi anomali di traffico social. Nessuna burocrazia, nessuna ordinanza, solo un algoritmo che monitora in tempo reale.
IT-Alert non funziona così. Si attiva solo nei casi previsti e con l’ok delle autorità. Un sistema pensato per la sicurezza nazionale, non per l’adattabilità. Ma alla fine, per chi si trovava in mezzo al caos, è stato un social network a parlare, non lo Stato.
Le regole sono state rispettate, ma c’è un buco comunicativo che fa riflettere
Dal punto di vista tecnico e legale, nessuno ha sbagliato. Le regole sono state rispettate. Ma c’è un cortocircuito evidente tra ciò che prevede la legge e ciò che si aspetta il cittadino. Perché vedere un allarme attivo per una cerimonia papale e il silenzio più totale davanti a un’esplosione in una zona densamente popolata, fa sorgere una domanda legittima: ma questo sistema a chi serve davvero?
L’impressione è che IT-Alert venga usato per rafforzare l’immagine istituzionale in occasioni simboliche, mentre resta bloccato nelle pastoie normative quando servirebbe davvero.
Serve una revisione seria del sistema
Il punto non è solo perché IT-Alert non si è attivato. Ma perché nessuno si è posto il problema se doveva farlo. L’evento non era tecnicamente classificabile come “emergenza attivabile”, ma chi ha vissuto quell’incubo ha percepito tutt’altro.
Forse è arrivato il momento di ripensare la normativa. Di prevedere scenari ibridi, non codificati ma di forte impatto. Di preparare la cittadinanza a cosa aspettarsi da IT-Alert, e di chiarire quando si attiva e quando no.
E magari, quando l’evento supera le definizioni rigide, dare alle autorità locali la possibilità di intervenire con ordinanze speciali in tempi rapidi. Perché tra l’intervento di Facebook e il silenzio istituzionale, il cittadino si sente solo. E quando lo Stato appare assente proprio nei momenti peggiori, la fiducia crolla. Anche se le regole sono state seguite alla lettera.