Roma Est, il racket delle “mediazioni”: quattro arresti per estorsione

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Si presentavano come risolutori di problemi.In realtà, il conto arrivava sempre con le minacce. All’alba, a Tor Bella Monaca, nella periferia est di Roma, i Carabinieri della Compagnia di Frascati hanno chiuso il cerchio su un giro di estorsioni che mescolava violenza, intimidazioni e richieste di denaro sempre più alte.

Su delega della Procura di Velletri, i militari hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di quattro personeTre sono finite in carcereuna agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. Tutti gravemente indiziati, a vario titolo, di estorsione aggravata. L’intervento è scattato alle prime luci dell’alba, tra Tor Bella Monaca e Zagarolo, territori dove gli indagati sarebbero stati ben conosciuti e temuti.

Il sistema: “ti risolvo il problema”, ma a caro prezzo

Le indagini, condotte tra giugno e settembre 2025, sono partite da una denuncia presentata alla Stazione dei Carabinieri di Colonna. Da lì, intercettazioni, osservazioni e pedinamenti hanno permesso di ricostruire un quadro inquietante. I quattro si sarebbero proposti come una sorta di servizio parallelo di vigilanza e mediazione, intervenendo in liti private dietro compensi elevati e usando metodi violenti. Un ruolo informale, ma ben strutturato, che avrebbe fatto leva sulla paura e sull’intimidazione.

Uno degli episodi chiave riguarda un “cliente” che si sarebbe rivolto al gruppo a seguito di una molestia e aggressione subita dalla figlia da parte di un uomo di nazionalità albanese. Gli indagati avrebbero promesso di “sistemare la questione”, organizzando una vera e propria attività di “vigilanza” e minacciando l’albanese accusato di aver molestato e percosso la figlia di chi aveva chiesto il loro intervento. La mediazione va a buon fine, ma il conto è salato: 15.000 euro consegnati in cambio della “protezione”.

L’estorsione: altri 37.500 euro

La vicenda non si sarebbe fermata lì. Gli stessi soggetti avrebbero successivamente preteso altro denaro dalla persona che li aveva ingaggiati. Questa volta la richiesta era di 37.500 euro, giustificati come risarcimento per una presunta “brutta figura” pubblica e per un incidente stradale che sarebbe avvenuto in uno stato d’ira collegato a quell’episodio. Di quella somma, 10.000 euro sarebbero stati effettivamente consegnati.

Il punto di rottura arriva durante un nuovo incontro, organizzato con un pretesto, all’interno di un esercizio commerciale a Valle Martella. Secondo quanto ricostruito dai Carabinieri, durante il confronto sarebbero stati rivolti apprezzamenti pesanti sulla figlia dell’uomo. Ne nasce una colluttazione, alcuni spintoni, davanti ad altri clienti. A quel punto le minacce si fanno esplicite: partono alcuni spintoni, volano apprezzamenti pesanti sulla figlia dell’uomo. E poi si passa alle percosse violente, anche con l’uso di una pistola. È questo il quadro che ha convinto il giudice a disporre le misure cautelari. Un contesto fatto di intimidazioni sistematicherichieste di denaro e un controllo del territorio esercitato con metodi da racket. Gli indagati, già noti alle forze dell’ordine, sono ora sottoposti alle misure disposte dal giudice.

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