Roma, evade dai domiciliari per aggredire l’ex compagna: 31enne in manette

Roma, Casilina Est. Nei giorni scorsi, un uomo di 31 anni è stato arrestato per aver violato gli arresti domiciliari e aver aggredito la sua ex compagna all’interno del suo posto di lavoro, un salone di parrucchiere.
L’uomo, romano e già noto alle forze dell’ordine, era detenuto presso la propria abitazione per reati legati allo spaccio di sostanze stupefacenti. Ma ciò non gli ha impedito di uscire di casa, violando le misure cautelari, per compiere un atto di violenza che si inserisce nel tragico e purtroppo quotidiano bollettino della violenza di genere.

Roma, minacce e paura in pieno giorno
L’aggressione è avvenuta in pieno giorno, in un ambiente lavorativo frequentato da clienti e colleghi. L’uomo, una volta raggiunto il salone, ha aggredito fisicamente la donna e ha rivolto gravi minacce. Anche nei confronti della figlia minorenne della vittima, aggravando ulteriormente la sua posizione. La scena ha generato panico tra i presenti e ha richiesto un intervento urgente delle forze dell’ordine. La donna è rimasta profondamente scossa, ma fortunatamente non ha riportato gravi ferite. L’episodio è l’ennesimo caso che conferma come i dispositivi di protezione spesso non siano sufficienti a garantire la sicurezza delle vittime di violenza domestica e relazionale.
Una fuga durata poco, a Roma est
L’uomo, dopo l’aggressione, si era dato alla fuga, ma è stato rintracciato poco dopo dagli agenti della Polizia di Stato. Le forze dell’ordine, intervenute prontamente in seguito alla segnalazione, hanno avviato le ricerche nella zona e lo hanno individuato grazie a un’attività investigativa rapida ed efficace.
L’arresto è stato eseguito senza ulteriori incidenti. Ora il 31enne si trova nuovamente in custodia. Ma questa volta rischia una condanna ben più grave rispetto alla pena per la quale era stato posto ai domiciliari.
Roma, quella spirale di violenza che non si arresta
L’episodio avvenuto nella zona Casilina si aggiunge a una lunga lista di casi di violenza contro le donne. Molti dei quali legati a dinamiche familiari o sentimentali interrotte. Il fatto che l’aggressore fosse già sottoposto a misure restrittive dimostra l’urgenza di rivedere i meccanismi di protezione delle vittime e la necessità di un sistema più incisivo per prevenire la recidiva.
Nonostante gli arresti domiciliari e le misure cautelari, molte donne continuano a vivere nella paura di aggressioni da parte di uomini che non accettano la fine di una relazione. Le minacce alla figlia della donna, inoltre, mostrano un’escalation inquietante e l’assenza totale di freni inibitori.