Roma, ex Miralanza, via alla bonifica: al suo posto parco Papareschi: Giunta (senza Gualtieri e tre assessori) approva il mutuo da 2,5 milioni

Roma, sullo sfondo, l'ex Mira Lanza, in primo piano il sindaco Gualtieri e l'assessore Veloccia

Roma sblocca un tassello della rigenerazione urbana nel quadrante Ostiense–Marconi. La Giunta capitolina ha approvato il progetto per la bonifica dell’area “Parco Papareschi”, più conosciuto per la presenza dell’ex Mira Lanza, la ex fabbrica di sapone chiusa negli anni ’50, nel Municipio XI. La bonifica e la rinascita del parco sono stati approvati nei giorni scorsi dalla Giunta Gualtieri. Entrambe le operazioni verranno pagate con 2,55 milioni di mutuo. Parliamo del recupero di circa 15mila metri quadrati (l’equivalente di tre campi da calcio di serie A) destinati a diventare un nuovo spazio verde pubblico, il nuovo parco Papareschi.

L’area godrà indubbiamente di una rinascita, quindi, dopo anni – decenni – di degrado e segnalazioni dei residenti. E dopo occupazioni e incendi anche recentissimi. Un’operazione di pubblica utilità, perché qui non si tratta solo di “abbellire”. Ma di mettere mano a un’area dove le analisi hanno evidenziato contaminazioni nel terreno con presenza di sostanze come arsenico, piombo e mercurio, pericolose per la salute e l’ambiente.

La Giunta Gualtieri (senza Gualtieri e Onorato) stanzia 2,55 milioni, con mutuo per l’ex Mira Lanza di Roma

Il punto che fa discutere non è tanto cosa si fa, ma come si paga. Il quadro economico approvato dalla Giunta indica un importo complessivo di 2.550.000 euro, con la parte principale destinata ai lavori e il resto tra progettazione, sicurezza, verifiche (anche archeologiche), collaudi e IVA. Fin qui, normale amministrazione. Ma la copertura, nero su bianco, è un’altra storia: la Giunta Gualtieri (assenti il sindaco e gli assessori Onorato-Turismo, Alfonsi-Ambiente, Funari-Servizi Sociali, ) ha detto ‘Sì’ all’accensione di mutuo. In altre parole: anche per un intervento che viene presentato come urgente e indifferibile, Roma sceglie la strada del finanziamento “a rate”, aggiungendo un altro impegno a un bilancio che già corre con il fiato corto.

Roma “commissariata” dal debito: il macigno che non sparisce

Ed è qui che entra il contesto, quello che spesso resta fuori dai comunicati. Roma convive da anni con una gestione straordinaria del debito pregresso, nata per separare e smaltire le obbligazioni accumulate fino al 28 aprile 2008. E il sindaco che svolge anche il doppio ruolo di commissario per il rientro dal debito. In questo scenario, ogni nuovo mutuo – anche se “piccolo” rispetto ai miliardi – diventa un simbolo politico:

Roma continua a fare investimenti (anche utili) aumentando l’esposizione, mentre il debito storico resta lì, e la discussione nazionale sulla “Roma speciale” torna ciclicamente. Non a caso, nelle proposte sulla manovra 2026 circola l’idea di ritoccare le regole del Fondo di solidarietà comunale per stabilizzare quanto Roma versa e trattiene: più ossigeno a bilancio per la Capitale, ma con inevitabili tensioni con gli altri Comuni.

Nonostante l’aiutino bitartisan, i problemi rimangono e pesano su Roma e i romani

La delibera è passata passa comunque all’unanimità dei presenti, ma l’immagine è plastica. Un provvedimento che intreccia ambiente, quartieri e soldi (a debito) viene approvato senza due figure di vertice, sindaco Gualtieri e assessore Onorato. E questo, per una città che chiede trasparenza e priorità nette, conta almeno quanto le cifre: perché la vera domanda, per i romani, resta sempre la stessa. Quanti “mutui necessari” può ancora permettersi Roma prima che l’emergenza contabile diventi normalità permanente?

Roma, l’area ex Mira Lanza – www.7colli.it