Roma, “Faccia questo intervento, migliorerà la sua vita”: si rompono i punti al cuore, morto 53enne di Cisterna di Latina
Doveva fare un intervento “di routine”, anche se al cuore, un’operazione consigliata, ma non urgente, per migliorare la qualità della vita. Invece, quella vita l’ha persa proprio lì, in ospedale, dopo tre interventi “fallimentari” nello stesso ospedale specializzato in cardiologia in via Portuense, a Roma. Vittima un 53enne di Cisterna di Latina. Il quadro è precipitato nel giro di pochi giorni. Prima la rottura dei punti di sutura al cuore, poi le emorragie, infine una serie di infezioni ospedaliere micidiali. Il 53enne, che all’ingresso in ospedale godeva di una condizione “più che discreta”, come conferma il legale di famiglia, non è più tornato a casa.
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Le accuse: “Se non fosse entrato in ospedale, oggi sarebbe vivo”
A rappresentare la moglie e i due figli è l’avvocato Renato Mattarelli, che ha notificato l’atto di citazione alla struttura sanitaria: la prima udienza è fissata per il 18 marzo 2026 al Tribunale di Roma. Parole pesanti quelle del legale, che non nasconde l’amarezza della famiglia: “È vero che sarà il processo a dover accertare l’eventuale responsabilità e condanna della struttura sanitaria – afferma l’avvocato – ma una cosa è evidente: il 53enne è entrato in ospedale in buone condizioni. È logico ritenere che le infezioni che lo hanno ucciso siano tipicamente ospedaliere. Se non fosse stato ricoverato, oggi sarebbe vivo. Non ci sarebbe una vedova. Non ci sarebbero due orfani”.
Secondo Mattarelli, la documentazione parla chiaro, dalla cartella clinica ai riscontri autoptici del professor Fineschi della Sapienza. Lì, per l’avvocato, si parlerebbe di errori chirurgici ripetuti, con punti di sutura che cedono e causano emorragie interne, e di un quadro infettivo compatibile solo con la degenza ospedaliera. Il paziente, prima del ricovero, non era affetto da alcuna infezione, fa sapere il legale. Dentro l’ospedale, invece, gli vengono diagnosticati batteri come Staphylococcus epidermidis e hominis, Klebsiella pneumoniae, Candida albicans. Agenti patogeni che, in appena pochi giorni, hanno mandato in tilt organi vitali fino al collasso.
A pesare, secondo la linea difensiva, c’è anche altro: la presunta mancanza di una informazione chiara e completa sui rischi reali dell’intervento. Il legale sostiene che il 53enne non avrebbe mai accettato di operarsi se avesse saputo che l’intervento non era strettamente necessario e che esistevano alternative, inclusa quella, tutt’altro che remota, di non operarsi affatto. Una scelta diversa, che avrebbe probabilmente significato una storia diversa.