Roma, fiaccolata in piazza Don Bosco per Valeria Fioravanti: “Chiediamo giustizia”

Una lunga fiaccolata silenziosa ha attraversato il quartiere Tuscolano in memoria di Valeria Fioravanti, la giovane madre di 27 anni scomparsa nel gennaio 2023 a causa di una meningite batterica non diagnosticata in tempo. Oltre 200 persone si sono radunate in Piazza San Giovanni Bosco, accendendo fiaccole e sfilando in corteo per le strade del quartiere, con cartelli e slogan che chiedevano giustizia. Un momento di raccoglimento e protesta pacifica, in cui il dolore privato si è trasformato in una richiesta collettiva di chiarezza e verità.
Valeria Fioravanti si è spenta tra diagnosi sbagliate e cure mancate
Valeria lavorava nella sicurezza all’aeroporto di Fiumicino. A dicembre 2022 era stata sottoposta a un intervento chirurgico per un ascesso, ma nei giorni successivi aveva iniziato a lamentare forti dolori. Si era rivolta a diversi pronto soccorso romani, ricevendo sempre diagnosi rassicuranti: si parlava di cefalea o semplici emicranie, mai di infezioni. Nessuno dei medici consultati aveva ritenuto necessario prescriverle un antibiotico o effettuare esami approfonditi.

Il 6 gennaio 2023, all’ospedale San Giovanni, le è stata finalmente diagnosticata una meningite batterica, ma a quel punto la situazione era ormai compromessa. Il giorno seguente Valeria è entrata in coma e poco dopo è deceduta, lasciando una figlia piccola, che crescerà senza sua madre.
I familiari chiedono giustizia
La famiglia di Valeria, profondamente colpita da quanto accaduto, ha denunciato una lunga serie di omissioni e superficialità da parte del personale medico. Secondo quanto riferito dai genitori, Valeria avrebbe potuto salvarsi con una cura semplice e accessibile, ma la gravità del suo quadro clinico non sarebbe mai stata riconosciuta. I familiari si dicono convinti che le strutture ospedaliere a cui si era rivolta abbiano adottato un atteggiamento freddo e burocratico, incapace di cogliere la reale urgenza della situazione.
Il dolore non si limita alla perdita della giovane donna, ma coinvolge anche la condizione della sua bambina, rimasta senza madre in tenera età. Una tragedia familiare che oggi si trasforma in un’azione collettiva, con l’obiettivo di evitare che altri casi simili possano ripetersi.
Tre medici a processo per omicidio colposo: il 16 settembre si apre il processo
La vicenda è ora nelle mani della giustizia. Tre medici sono stati rinviati a giudizio con l’accusa di omicidio colposo. Il processo è fissato per il 16 settembre 2025, davanti a un giudice monocratico. Si tratta di un momento cruciale per accertare eventuali responsabilità e fare luce sulle decisioni mediche che, secondo l’accusa, avrebbero compromesso irrimediabilmente le possibilità di sopravvivenza della giovane donna.
Gli avvocati della famiglia esprimono fiducia nel percorso giudiziario, auspicando che vengano chiariti tutti gli elementi legati alle mancate cure e agli errori commessi nelle fasi precedenti al decesso.
Intanto, Roma ha già manifestato la propria solidarietà con le fiaccole accese nel quartiere Don Bosco.