Roma, flop biblioteche a rischio internalizzazione: il Campidoglio tenta la ‘carta’ del nuovo direttore, arriva Simona Cives

Le biblioteche di Roma sono a rischio internalizzazione e riduzione di personale. Non un bilancio approvato negli ultimi tre anni, come da noi rivelato in una recente inchiesta, da parte del Campidoglio. Pomesse di rilancio rimaste lettera morta e un futuro che sa di ‘commissariamento permanente’ nonostante il commissariamento sia finito, almeno dal punto di vista formale, a inizio 2023. Mentre il rischio di internalizzazione – cioè lo smantellamento dell’ente pubblico Sistema Biblioteche e l’assorbimento diretto nel Comune di Roma – incombe come una spada di Damocle, proprio il Campidoglio gioca la sua ultima carta: la nomina di un nuovo direttore. A guidare il traballante Sistema Biblioteche e Centri Culturali di Roma sarà Simona Cives, già dirigente culturale con esperienze trasversali nel settore. Una scelta che la Giunta capitolina guidata dal Roberto Gualtieri ha presentato come “atto necessario” per riportare ordine e credibilità.
Un incarico ‘pesante ‘in un momento delicato, per il Sistema Biblioteche di Roma
La Giunta Capitolina ha deliberato l’instaurazione di un contratto triennale con Cives, con stipendio complessivo vicino ai 140mila euro annui tra retribuzione base e posizione dirigenziale. Una cifra da vertice che, però, stride con la realtà delle biblioteche romane: sedi fatiscenti in attesa dei cantieri PNRR, personale ridotto all’osso e bilanci fantasma. Un direttore da solo, per quanto preparato, può davvero invertire la rotta di un sistema che dal 2022 non è riuscito nemmeno ad approvare i conti? La Cives resterà in carica fino al post elezioni amministrative di Roma in programma per la primavera 2027.

Bilanci fantasma e silenzi imbarazzanti
La fotografia più cruda arriva dalla delibera 349 della stessa Giunta Gualtieri: le biblioteche sono state escluse dall’analisi dei conti consolidati del Comune perché i rendiconti 2022, 2023 e 2024 non sono mai stati approvati. Un’anomalia senza precedenti, che equivale a dire che la rete bibliotecaria romana vive da tre anni senza contabilità ufficiale. Eppure, sul punto, in Campidoglio cala un silenzio imbarazzante: il sindaco, l’assessore alla Cultura Massimiliano Smeriglio e gli altri membri di Giunta più social e mediatici evitano accuratamente di parlarne.
Promesse disattese da Roma
Solo due anni fa, nel gennaio 2023, Gualtieri annunciava la “rinascita” del sistema bibliotecario, ponendo fine al commissariamento e nominando un nuovo CdA guidato da Elisabetta Mondello, docente universitaria e collega di vecchia data dello stesso sindaco e dell’ex assessore alla Cultura Miguel Gotor. Quella che doveva essere la discontinuità si è trasformata in immobilismo. Nessun bilancio, nessun rilancio. Solo attese infinite e segnali contraddittori.
Il rischio dello smantellamento del Sistema Biblioteche di Roma
Dietro la nebbia dei bilanci non approvati si nasconde, secondo i sindacati, il vero obiettivo politico: l’internalizzazione delle biblioteche. Una mossa che significherebbe sciogliere l’ente e riportarne la gestione dentro le rigidità del Comune di Roma. Tradotto: meno autonomia, meno personale, meno servizi. Il rischio è che la rete culturale romana venga ridotta a un guscio vuoto, con tagli draconiani e la chiusura di sedi oggi vitali per migliaia di cittadini.
Il paradosso del PNRR: fondi PNRR ma Sistema in crisi nera a Roma
A rendere tutto ancora più assurdo è la contraddizione con il PNRR. Roma si prepara ad aprire 21 cantieri di ristrutturazione delle biblioteche grazie ai fondi europei. Investimenti milionari, cantieri avviati, inaugurazioni promesse. Ma cosa accadrà quando i lavori saranno terminati, se nel frattempo l’ente sarà stato svuotato e i bilanci resteranno carta straccia? Cattedrali nel deserto, con edifici nuovi ma senza risorse per garantire apertura e servizi?
Il peso sociale di una crisi della Cultura di Roma
Le biblioteche non sono un lusso. Sono presidi sociali, culturali e perfino educativi. Sono i luoghi dove studenti, famiglie, pensionati e migranti trovano un punto di riferimento. Vederle affondare nel silenzio politico e nel disinteresse mediatico è uno schiaffo alla Capitale. Non si tratta di bilanci tecnici, ma del futuro stesso della cultura pubblica a Roma.
La sfida ‘impossibile’ di Simona Cives
Ora tocca a Simona Cives, chiamata a guidare un ‘sistema in macerie’. Le sue competenze sono state ritenute “multidisciplinari” e adatte a risollevare la rete bibliotecaria di Roma. Ma la sfida sembra più politica che tecnica: senza trasparenza, senza bilanci e senza un piano chiaro per scongiurare l’internalizzazione, nessun direttore potrà salvare da solo un intero sistema.
La domanda resta sospesa: il Campidoglio vuole davvero rilanciare le biblioteche o sta semplicemente guadagnando tempo fino alle elezioni della primavera 2027?