Roma, fratellini intossicati dal cloro: “Indagato il proprietario del Centro Sportivo”

Roma, un pomeriggio che doveva essere di svago si è trasformato in un incubo per cinque bambini, finiti al Pronto soccorso del Policlinico Umberto I di Roma per un’intossicazione da cloro. Era il 2 giugno quando, durante un’attività in una piscina privata nel quartiere Borghesiana, i piccoli hanno iniziato a manifestare gravi sintomi respiratori e neurologici dopo il bagno. Il sospetto è subito ricaduto su un’eccessiva concentrazione di cloro nell’acqua, probabilmente mal gestita o mal dosata.
I medici del Policlinico si sono subito attivati, disponendo ricoveri in terapia intensiva pediatrica per tre dei cinque bambini. Due di loro, fortunatamente, sono stati dimessi dopo poche ore, ma per gli altri tre la situazione è apparsa più grave sin dall’inizio.

Roma, la situazione clinica: miglioramenti ma una prognosi ancora riservata
I bollettini medici aggiornati confermano un progressivo miglioramento delle condizioni dei piccoli pazienti. Due bambini, AA, 7 anni, e FE, 5 anni e 8 mesi, dopo un primo ricovero in Terapia intensiva sono stati trasferiti in Pediatria d’urgenza. Hanno proseguito l’ossigenoterapia per 24 ore e risposto positivamente alle cure. FE sarà dimessa oggi, 4 giugno, mentre AA potrà lasciare l’ospedale domani, 5 giugno, a causa di una persistente, seppur lieve, necessità di supporto respiratorio.
Più delicata la situazione di MF, 9 anni, ancora ricoverato in Terapia intensiva pediatrica. Non è più intubato, il fabbisogno di ossigeno è diminuito, ma persistono preoccupanti disturbi neurologici. I medici mantengono la prognosi riservata.
Indagini in corso: sotto accusa il titolare del centro sportivo di Roma
Nel frattempo, la Procura di Roma ha aperto un’inchiesta per lesioni gravi. Il fascicolo, coordinato dal procuratore aggiunto Giovanni Conzo, ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati del titolare del centro sportivo situato in via della Capanna Murata, dove si trova la piscina incriminata.
Il centro sportivo è stato posto sotto sequestro già nella giornata del 3 giugno. I tecnici dell’ASL hanno effettuato un sopralluogo accurato, prelevando campioni d’acqua dalla vasca per sottoporli ad analisi chimiche. Le verifiche puntano ad accertare la presenza di sostanze tossiche e a capire se vi sia stato un errore umano nella gestione dei prodotti chimici utilizzati per la disinfezione dell’acqua.
Un caso che solleva interrogativi sulla sicurezza
Il caso ha sollevato forti interrogativi sul livello di sicurezza e controllo delle piscine private destinate a ospitare bambini. La gestione delle sostanze chimiche nei centri sportivi non può essere lasciata alla superficialità o all’improvvisazione, soprattutto quando in gioco c’è la salute dei più piccoli. Le indagini potrebbero ora allargarsi anche ad altri aspetti gestionali della struttura, per capire se esistano precedenti o mancanze nei controlli.
Mentre si attendono i risultati degli esami sull’acqua e gli sviluppi dell’inchiesta giudiziaria, resta alta l’attenzione dell’opinione pubblica su un episodio che avrebbe potuto avere conseguenze ancora più gravi. La speranza è che l’incidente possa servire da monito e stimolare controlli più stringenti in tutte le strutture frequentate dai bambini.
