Roma, frode fiscale da 25 milioni: imprese fantasma cinesi e bonifici verso l’Oriente, maxi inchiesta “Golem”

Roma è finita al centro di una colossale frode fiscale da oltre 25 milioni di euro. False fatturazioni, prestanome, conti all’estero e aziende fasulle hanno inscenato per anni un sistema truccato che ha drenato risorse allo Stato italiano. Il tutto orchestrato da una rete di imprese riconducibili a soggetti di origine cinese, con base operativa anche nella Capitale. A scoprirlo è stata la Guardia di Finanza di Oristano, nell’ambito dell’Operazione “Golem”, condotta in coordinamento con la Procura della Repubblica di Sassari.
Le indagini si sono estese in tutta Italia, ma è Roma uno dei punti nevralgici emersi nel sistema fraudolento. Qui, tra abitazioni private, uffici contabili e sedi aziendali, sono scattate perquisizioni mirate, alla ricerca di prove e documentazione.

Roma nel mirino dell’operazione “Golem”
Il meccanismo era ben oliato. Società intestate a prestanome nullatenenti, spesso di origine cinese, emettevano fatture per operazioni inesistenti. Incassato il denaro, questo veniva trasferito con bonifici verso l’Estremo Oriente, rendendo impossibile risalire alla destinazione finale. Intanto le aziende cessavano l’attività prima che scattassero i controlli del fisco.
A Roma, le società coinvolte operavano principalmente nei settori della ristorazione, della vendita al dettaglio e della telefonia. Ma dietro le vetrine c’era poco o nulla. In realtà si trattava di aziende di facciata, create con lo schema dell’“apri e chiudi”: aprire un’attività, farla operare per pochi mesi, evadere il dovuto e sparire, per poi ripetere il ciclo con una nuova ragione sociale.
Ritenute non versate, contributi evasi e ricavi fantasma
Le cifre parlano chiaro: 2,6 milioni di euro di ricavi non dichiarati, 500.000 euro di IVA evasa, oltre 300.000 euro di ritenute IRPEF e contributi previdenziali non versati. Il vero dominus di questo sistema era sempre lo stesso, ma formalmente appariva come dipendente delle stesse imprese che gestiva.
Le indagini sono ancora in corso. A Roma, così come a Milano e Sassari, oltre 60 militari della Guardia di Finanza hanno agito simultaneamente per raccogliere prove su emissione di fatture false, evasione fiscale, autoriciclaggio e omesso versamento di imposte e contributi.