Roma fuori controllo: cresce la violenza (e la paura) in tutto il VII Municipio

Roma, paura e insicurezza nel VII Municipio

Contenuti dell'articolo

Non è più soltanto una questione di degrado, furti o microcriminalità. Nel VII Municipio di Roma, tra Don Bosco, Cinecittà Est e l’asse della Tuscolana, la violenza ha alzato il livello, lasciando sul territorio una sensazione diffusa di paura, insicurezza e abbandono. Gli episodi non solo si moltiplicano, ma si concentrano nel tempo e nello spazio, rendendo sempre più fragile l’equilibrio quotidiano dei residenti.

Un’escalation di violenza in meno di un mese

Il segnale più evidente arriva dalla sequenza temporale degli ultimi fatti. Lo scorso novembre, nel quartiere Don Bosco, un uomo di 28 anni è rimasto gravemente ferito dopo essere stato colpito da colpi di arma da fuoco esplosi in strada. Spari in pieno contesto urbano, tra palazzi e abitazioni, che hanno immediatamente fatto scattare l’allarme tra i residenti.

Nella serata di ieri, giovedì 11 dicembre 2025, sempre a Don Bosco, la situazione è precipitata ulteriormente: un ragazzo di 19 anni è stato gambizzato sotto casa, colpito nella notte a pochi metri dalla propria abitazione. Due episodi distinti, ravvicinati, che mostrano come le armi siano tornate a essere uno strumento reale di regolazione dei conti sul territorio.

A Cinecittà Est, intanto, la violenza ha colpito anche i più giovani. Un sedicenne è stato aggredito con una spranga e accoltellato in viale Ciamarra, riportando ferite serie. Un fatto che ha scosso famiglie e commercianti della zona, alimentando un clima di crescente tensione.

La Tuscolana e l’episodio della studentessa inseguita

Il quadro si completa lungo via Tuscolana, nella zona di Furio Camillo, dove una studentessa è stata inseguita da un uomo che le ha versato dell’olio addosso nel tentativo di fermarla. Un episodio inquietante che va oltre il concetto tradizionale di furto o rapina e che colpisce direttamente la libertà di movimento, soprattutto delle donne.

Un fatto che rafforza la percezione di una imprevedibilità crescente, capace di trasformare anche gesti quotidiani, come tornare a casa o prendere la metro, in situazioni di allarme.

Criminalità organizzata e territorio

A rendere ancora più chiaro il quadro è la maxi operazione delle forze dell’ordine che ha portato a numerosi arresti nell’ambito di un’indagine su traffico di droga, sequestri e tentati omicidi, a conferma dell’esistenza di reti criminali strutturate, attive anche nei quartieri del VII Municipio.

Un elemento che per molti residenti rappresenta la chiave di lettura di sparatorie e gambizzazioni: episodi non casuali, ma inseriti in dinamiche più ampie.

“Abbiamo paura ad uscire di casa ormai”, racconta una residente alla redazione de Il Nuovo 7 Colli. “Ieri sera stavo rientrando dalla palestra e stamattina leggo sui giornali della sparatoria ai danni del 19enne. Se fossi rincasata un po’ più tardi avrei assistito personalmente alla scena. La cosa mi mette i brividi”.

A confermare il clima di microcriminalità diffusa è anche un’altra testimonianza raccolta dalla redazione de Il Nuovo 7 Colli nei pressi della fermata della metropolitana Lucio Sestio.

“Un borseggiatore ha preso lo smartphone a un turista con la valigia approfittando della confusione. Quando alcune persone se ne sono accorte e poco più avanti c’era un agente che stava iniziando a insospettirsi, ha fatto cadere il telefono fingendo che fosse stato il turista a perderlo. Gliel’ha restituito e se n’è andato come se nulla fosse. Qui succede spesso: se ti va bene recuperi il telefono, altrimenti no.

“Va tutto bene”: la denuncia del Comitato di quartiere Don Bosco

A rompere il silenzio è stato anche il Comitato di Quartiere Don Bosco – VII Municipio, che sui social ha denunciato apertamente la situazione. Nel post si parla di due gambizzazioni avvenute a breve distanza temporale, di paura crescente e di un senso di abbandono che attraversa il quartiere.

Il Comitato chiede che la realtà venga finalmente affrontata nella sua giusta dimensione, sollecitando cittadini e istituzioni a non minimizzare più quanto accade.

Una richiesta che non può più restare inascoltata

Il filo rosso che unisce sparatorie, aggressioni e borseggi è uno solo: la paura è diventata strutturale. Non è allarmismo, ma il risultato di fatti concreti, ravvicinati e documentati.

I residenti chiedono più presenza, più ascolto e meno silenzi. Chiedono che il VII Municipio non venga trattato come una periferia sacrificabile e che le istituzioni affrontino finalmente il problema per quello che è.

Perché Roma non è fatta solo di “semplici” borseggi. E qui, ormai, è evidente.