Roma, furti in casa in aumento del 5%: tutti i nuovi dati del Censis

COLLEFERRO - I Carabinieri impegnati nei controlli

I furti in abitazione sono tornati a crescere a Roma e più in generale in Italia. Nel 2024 le denunce di furto in casa sono state 155.590, con un incremento del 5,4% rispetto all’anno precedente. Anche le rapine domestiche mostrano una lieve crescita: 1.891 denunce, pari a +1,8%. Sono numeri che fotografano una tendenza preoccupante per famiglie e anziani e che impongono risposte chiare da parte delle istituzioni.

La classifica per incidenza sulla popolazione evidenzia sorprese geografiche. A guidare la graduatoria è Pisa, con un tasso di 75,7 furti in abitazione ogni 10.000 abitanti: un dato che mette in luce come il fenomeno non sia prerogativa esclusiva delle grandi metropoli. Seguono Modena, Bolzano, Udine e Verona: territori con caratteristiche urbane e turistiche diverse, ma tutti vulnerabili alle stesse dinamiche criminali.

Roma, il peggior capoluogo d’Italia: i dati del Censis

Roma resta però il comune capoluogo con il maggior numero assoluto di furti: 8.699 segnalazioni nel 2024, pari a 31,7 reati ogni 10.000 abitanti. Milano e Torino occupano le posizioni successive per numero assoluto di episodi. Il dato della Capitale va letto con attenzione: Roma è il comune con il territorio amministrativo più esteso d’Europa, ma il volume di denunce segnala anche punti critici nella prevenzione e nella coesione sociale.

Cosa dicono i numeri in termini di rischio per i cittadini? Il Rapporto Censis–Verisure integra dati oggettivi con la percezione della sicurezza: per il 48% degli italiani il furto in abitazione rimane la paura principale. La combinazione tra reati denunciati e senso di insicurezza genera stress sociale e ricadute economiche: spese per allarmi, beni sostitutivi, e minore fiducia nelle relazioni di vicinato.

Quali risposte? Sul piano operativo servono tre mosse chiare. Primo: più presenza visibile delle forze dell’ordine nelle fasce orarie e nelle zone identificate come “calde”. Secondo: miglior coordinamento tra polizia, carabinieri e polizie locali per scambiare informazioni e intervenire in modo rapido. Terzo: campagne di prevenzione mirata — dai controlli sui portoni condominiali alle verifiche sui sistemi di videosorveglianza — rivolte soprattutto alle fasce più vulnerabili della popolazione. Queste misure non eliminano il problema, ma ne riducono l’impatto.

La prevenzione domestica è anche pratica quotidiana. Poche abitudini possono ridurre il rischio: non lasciare segnali di assenza prolungata, potenziare serrature certificate, valutare l’installazione di sistemi anti-intrusione collegati alle centrali operative, e creare reti di vicinato attive. I dati indicano che l’adozione diffusa di semplici strumenti di sicurezza ha un effetto mitigante sul fenomeno.

Politiche pubbliche e investimenti. Le amministrazioni locali devono mettere in ordine le priorità: illuminazione pubblica efficiente, controllo degli accessi nelle aree residenziali e sostegno alle vittime. A livello nazionale serve poi una strategia coordinata per la raccolta dati e per il sostegno alle attività di prevenzione privata, senza scaricare tutto il peso sulle famiglie. Investire in sicurezza domestica significa ridurre costi sociali e aumentare la resilienza dei quartieri.

Cosa possono fare subito i cittadini? Denunciare resta il primo passo: solo così il fenomeno si misura e si programma il contrasto. Segnalare situazioni sospette alle Forze dell’Ordine, aderire ai progetti di vicinato e informarsi sui contributi o agevolazioni per la sicurezza domestica sono azioni concrete. Infine, chiedere trasparenza alle istituzioni sui piani di intervento locale: la sicurezza è un bene collettivo che richiede responsabilità condivise.

I numeri del Censis non sono un allarme fine a sé stesso: sono un invito all’azione. Ridurre i furti in casa dipende da controlli efficaci, da prevenzione diffusa e da scelte politiche coerenti. Per i cittadini, conoscere i dati è il primo passo per difendere ciò che è più prezioso: la propria casa.