Roma, furti in chiesa da Don Bosco al Quadraro: cresce la preoccupazione tra i fedeli

Negli ultimi mesi, i furti in chiesa tra la zona di Don Bosco e Quadraro a Roma stanno diventando un fenomeno sempre più frequente e preoccupante. Episodi che un tempo sembravano eccezioni, oggi si ripetono con una regolarità inquietante. Diversi fedeli hanno denunciato episodi in cui, durante la celebrazione della Messa, si sono visti sottrarre borse, portafogli o effetti personali lasciati incustoditi anche solo per pochi minuti.
Il momento più critico sembra essere quello della Comunione o della benedizione finale: in quegli attimi, in cui l’attenzione dei presenti è concentrata sulla liturgia o sulla preghiera, i ladri approfittano per agire indisturbati tra le panche. La tecnica è spesso la stessa: mani rapide, movimenti silenziosi e un’uscita veloce dalla chiesa, mescolandosi ai fedeli.

Furti in chiesa: un fenomeno in crescita
Solo pochi giorni fa, sabato 30 agosto 2025, una donna è stata derubata durante la Messa serale nella parrocchia di San Policarpo. Mentre era inginocchiata in preghiera, qualcuno le ha portato via la borsa appoggiata sulla panca. La vittima ha lanciato un appello al ladro tramite social, chiedendo la restituzione almeno dei documenti e del telefono.
Pochi giorni prima, un’altra testimonianza simile è arrivata da una fedele della parrocchia di Santa Maria del Buon Consiglio. Anche lei è stata derubata al termine della Messa, nel momento della benedizione finale. La sensazione di essere violati proprio in un luogo considerato sicuro ha generato profonda amarezza.
Tutto questo si aggiunge ad un fatto già riportato su Il Nuovo 7 Colli lo scorso giugno, quando una giovane ha raccontato sui social di essere stata derubata nella parrocchia di Don Bosco durante la Messa. Mentre era seduta, qualcuno le ha portato via lo zaino, contenente documenti, effetti personali e un portafoglio azzurro di Carpisa. Anche lei ha lanciato un appello pubblico, sperando almeno di riavere indietro i documenti.
Una perdita economica ed affettiva
Chi subisce un furto in chiesa racconta un’esperienza traumatica, fatta di incredulità e amarezza. “Non avrei mai immaginato che potesse succedere in un luogo così sacro”, dicono in molti. Oltre al danno economico — spesso non trascurabile — ciò che ferisce di più è la profanazione di uno spazio che per sua natura dovrebbe essere sicuro e protetto.
Molti oggetti rubati non hanno un grande valore commerciale, ma rappresentano per i proprietari un importante valore affettivo: vecchi telefoni con foto di famiglia, documenti personali, rosari, libretti di preghiere, piccoli ricordi di una vita. Ed è proprio questa dimensione personale e intima a rendere questi furti ancora più dolorosi.
Per questo, ènecessaria una maggiore attenzione da parte di tutti: fedeli, sacerdoti, volontari e residenti devono collaborare per difendere i luoghi di culto da questi atti di microcriminalità.
La speranza è che questo fenomeno non venga sottovalutato. Perché rubare in chiesa non è solo un reato, ma è anche un gesto che ferisce profondamente l’intera comunità.