Roma, Giubileo dei Giovani, 284 scuole e palestre per 37mila pellegrini: la mappa del Piano Ospitalità

Giubileo dei Giovani 2025, foto generica

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Roma si prepara ad accogliere una marea pacifica di giovani pellegrini in arrivo da ogni parte del mondo per il Giubileo dei Giovani, in programma nella Capitale dal 28 luglio al 3 agosto 2025. In vista dell’evento, che culminerà nella veglia del 2 agosto e nella messa solenne del giorno successivo, il Campidoglio ha messo in campo un imponente piano di ospitalità pubblica. Al centro del progetto ci sono 284 scuole e palestre distribuite tra Roma e il Lazio, pronte a ospitare fino a 37mila partecipanti, di cui circa 9.500 al di fuori dei confini della Capitale.

La mappa dell’accoglienza

Il piano, costruito con il coinvolgimento diretto dei municipi romani e delle istituzioni scolastiche regionali, punta a trasformare le palestre e gli spazi comuni degli istituti in dormitori temporanei. La mappa dell’ospitalità è stata presentata ufficialmente dal sindaco Roberto Gualtieri nel corso della cabina di coordinamento per il Giubileo 2025. Ogni municipio ha fornito un contributo in termini di strutture e capienza, con numeri variabili a seconda della densità scolastica e della disponibilità logistica.

I numeri attuali, seppur provvisori, fotografano una distribuzione capillare dell’ospitalità. I municipi centrali come il I e il II potranno ospitare rispettivamente 1252 e 830 pellegrini, mentre nella zona nord-ovest, il XV municipio ne accoglierà 943. Il VI municipio, tra i più attivi, ha messo a disposizione 2147 posti, a cui si aggiungono ulteriori 75 posti disponibili nell’area di Corcolle.

Dalla scuola alla palestra: il modello del 2000

Il modello adottato ricalca quello già sperimentato durante il Giubileo del 2000, con le palestre scolastiche riconvertite in dormitori dotati di servizi igienici essenziali. Ogni struttura coinvolta dovrà garantire standard minimi di vivibilità, tra cui spazi ampi, bagni e docce funzionanti, e sarà supervisionata da squadre logistiche dedicate. Alcuni dei licei più noti della Capitale, come il Mamiani, il Virgilio e il Talete, hanno già dato la propria disponibilità ad accogliere i giovani pellegrini.

Accanto alle scuole, centri sportivi extrascolastici contribuiranno ad ampliare la capacità ricettiva, con circa 4.500 posti disponibili, di cui 744 nel solo territorio cittadino. Le stime restano comunque flessibili: la cifra di 37mila ospiti rappresenta una potenzialità, non una previsione definitiva.

Accoglienza diffusa e partecipata

Parallelamente al circuito scolastico, un secondo canale di ospitalità coinvolge strutture religiose, parrocchie, famiglie e istituti privati, che già da mesi stanno lavorando per prepararsi all’arrivo dei pellegrini. Questa accoglienza diffusa, più informale ma altrettanto centrale, rappresenta un tassello importante del mosaico logistico che Roma sta componendo in vista del grande appuntamento.

Un’attenzione particolare è stata riservata alla coordinazione tra enti pubblici, Protezione Civile e associazioni di volontariato, che saranno chiamati a garantire la sicurezza, l’assistenza e il supporto quotidiano a decine di migliaia di giovani. La cabina di regia è al lavoro per monitorare ogni fase del processo, con aggiornamenti costanti in vista dell’evento.

Una città pronta all’invasione pacifica

In totale, durante la settimana del Giubileo dei Giovani, oltre un milione di persone è atteso a Roma, con un picco tra il 2 e il 3 agosto. Non tutti dormiranno nelle scuole, ma le 284 strutture pubbliche attivate rappresentano la spina dorsale di un sistema di accoglienza che ha pochi precedenti in Europa.

L’invasione pacifica dei giovani pellegrini rappresenterà una prova generale per la città, anche in vista del Giubileo ordinario del 2025. Una sfida logistica, ma anche un’occasione per rilanciare il ruolo pubblico dell’istruzione e della partecipazione civica. Per una settimana, le scuole di Roma e del Lazio diventeranno luoghi di incontro e solidarietà, trasformandosi in veri e propri presidi di comunità.

Roma si prepara, dunque, non solo a ospitare i pellegrini, ma a mettere alla prova sé stessa. Una città antica chiamata, ancora una volta, a fare i conti con il futuro.