Roma, gli ambulanti vincono in Tribunale: Gualtieri chiamato a decidere se ri-aprire il centro ai ‘soliti’ camion bar

Roma, l'area attorno a piazza Augusto Imperatore vista dall'alto, foto Google Maps, in primo piano il sindaco Roberto Gualtieri e l'assessore alle Attività Produttive Monica Lucarelli

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Roma, gli ambulanti vincono in Tribunale: Gualtieri chiamato a decidere se ri-aprire il centro ai ‘soliti’ camion bar. Il 23 giugno 2025, una sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio ha ribaltato un diniego di occupazione di suolo pubblico emesso dal Campidoglio tre anni fa, aprendo nuovamente il dibattito sulla presenza delle attività commerciali – ossia ai ‘soliti’ camion bar – nelle vie più centrali della Capitale. Al centro della contesa, le interpretazioni delle norme sulla “viabilità principale” e il futuro, in particolare, di Piazza Augusto Imperatore, ma non solo.

Il sindaco Roberto Gualtieri, l’assessore alle Attività Produttive Monica Lucarelli e l’assessore alla Mobilità Eugenio Patanè si trovano ora a dover gestire una situazione complessa. Una situazione che vede gli operatori del commercio ambulante, spesso monopolisti del settore, pronti a rivendicare i ‘propri‘ spazi, spazi in realtà pubblici.

La svolta del Tar sui camion bar di Roma? Annullato il ‘No’ del 2022

La vicenda prende le mosse da un ricorso presentato da una nota azienda del settore alimentare e bevande nel 2022 contro il comune di Roma. Azienda a cui era stato negato, da parte del Campidoglio, il permesso di occupare suolo pubblico in Piazza Augusto Imperatore con una determinazione dirigenziale.

Il ‘No’ del Comune di Roma si basava sulla classificazione della piazza come “viabilità principale” secondo il Piano Generale del Traffico Urbano (PGTU) e il Regolamento Viario di Roma Capitale del 2015. Tale classificazione, secondo l’amministrazione, rendeva l’occupazione incompatibile con l’articolo 12, comma 2, del Regolamento COSAP, che vieta le occupazioni sulla sede stradale della viabilità principale.

Roma, camion bar in arrivo anche a piazza Augusto Imperatore?

L’azienda, tuttavia, ha contestato non solo il provvedimento di diniego, ma anche la classificazione stessa di Piazza Augusto Imperatore all’interno del PGTU, sostenendo che rientrasse in una tipologia di strada “interzonale” (IZ), un sottotipo di strada di quartiere. Il TAR del Lazio, nella sua decisione, ha accolto le censure sul PGTU, ritenendole “fondate e ammissibili“.

Questa pronuncia rappresenta una vittoria significativa per gli ambulanti e per tutte quelle attività che, a seguito delle normative emergenziali introdotte durante la pandemia, avevano ampliato le proprie occupazioni di suolo pubblico.

Eugenio Patanè, assessore capitolino alla Mobilità
Eugenio Patanè, assessore capitolino alla Mobilità – www.7colli.it

Il paradosso delle leggi sui dehors di Roma equiparata ai camion bar

La sentenza del TAR si inserisce in un contesto più ampio, caratterizzato dalle difficoltà affrontate dai ristoratori durante il periodo pandemico. Nel 2020, con la Deliberazione dell’Assemblea Capitolina (DAC) 81/2020, era stata introdotta una normativa emergenziale per facilitare l’ottenimento di maggiori spazi di suolo pubblico per l’installazione di dehors.

Molte attività avevano approfittato di questa misura per creare nuovi luoghi di aggregazione all’aperto, trasformando il panorama urbano. Tuttavia, la stessa DAC 81/2020 imponeva il rispetto del Codice della Strada e delle norme di sicurezza stradale.

Il problema è sorto quando il Dipartimento Mobilità e Trasporti di Roma Capitale, nel 2021, ha emanato una circolare che dichiarava inammissibili le richieste di occupazione di suolo pubblico che ricadevano al di fuori dei marciapiedi o sugli stalli di sosta, se situati su strade classificate come “viabilità principale”. Questa interpretazione ha portato a una serie di dinieghi automatici, anche a distanza di anni dall’installazione dei dehors, senza una valutazione caso per caso dei reali problemi di sicurezza. Il paradosso: una norma nata per agevolare i commercianti si è trasformata in fonte di contenziosi e ulteriori spese.

La questione della “viabilità principale” e il PGTU di Roma

Il fulcro della questione, come evidenziato dal TAR, risiede nella definizione di “viabilità principale” contenuta nel PGTU di Roma Capitale. Il Piano, infatti, classifica come “viabilità principale” tutte le strade che non sono considerate “locali”, includendo quindi anche molte arterie che non sono caratterizzate da alto scorrimento e per le quali, di fatto, non sussistono concreti problemi di sicurezza. Questo approccio “per esclusione” ha portato all’identificazione di strade con livelli di servizio molto diversi (dall’autostrada alle strade interzonali) sotto la medesima etichetta, con conseguenti restrizioni generalizzate alle occupazioni di suolo pubblico.

Il TAR ha sottolineato come la classificazione operata dal Campidoglio sia stata basata sulla “semplicità di individuazione” piuttosto che su motivazioni tecnico-funzionali specifiche, portando a una carenza istruttoria.

Nonostante il Codice della Strada preveda diverse tipologie di strade, e anche occupazioni temporanee della carreggiata in determinati casi, il PGTU romano ha adottato un’interpretazione ampia e restrittiva. Questo ha generato un’anomalia per cui un dehor in Via Sistina, una strada classificata come “interzonale” e che di fatto non presenta criticità per la circolazione, subiva lo stesso destino di un’occupazione su un’autostrada.

La sentenza del TAR, pertanto, apre la strada a una revisione di queste classificazioni, che potrebbero essere considerate arbitrarie e irragionevoli. Una revisione che dovrà tenere conto della differenza degli storici ristoranti di Roma e certo operatori del settore alimentare ambulante, che in passato coi camion bar e le bancarelle hanno monopolizzato fin troppo le strade della Capitale.

Le implicazioni politiche e il futuro del commercio a Roma, la questione camion bar e bancarelle

La palla passa ora al sindaco Gualtieri e all’assessore Lucarelli, in prima battuta, ma anche nelle mani dell’assessore alla Mobilità Eugenio Patanè.

La sentenza del TAR, infatti, non si limita a un singolo caso, ma mette in discussione l’impostazione stessa della pianificazione del traffico urbano a Roma, con ripercussioni dirette sulle politiche di occupazione del suolo pubblico.

Se la classificazione di “viabilità principale” dovesse essere rivista, un numero considerevole di strade, attualmente precluse alle occupazioni, potrebbe tornare a ospitare dehors e bancarelle.

La decisione del Campidoglio sarà fondamentale per definire il futuro del commercio ambulante e dei dehors nella capitale. Si dovrà bilanciare la necessità di garantire la sicurezza e la fluidità del traffico con il sostegno alle attività economiche, soprattutto quelle che hanno investito per adeguarsi alle nuove esigenze post-pandemiche.

La questione non è solo tecnica o burocratica, ma ha un forte impatto sociale ed economico, toccando migliaia di operatori e la vivibilità della città stessa. Il dibattito è aperto, e la politica romana è chiamata a una scelta che determinerà il volto di alcune delle piazze e vie più iconiche della Capitale.

Roma, l'area attorno a piazza Augusto Imperatore vista dall'alto, foto Google Maps, in primo piano il sindaco Roberto Gualtieri e l'assessore alle Attività Produttive Monica Lucarelli
Roma, l’area attorno a piazza Augusto Imperatore vista dall’alto, foto Google Maps, in primo piano il sindaco Roberto Gualtieri e l’assessore alle Attività Produttive Monica Lucarelli – www.7colli.it