Roma, Gualtieri assenteista record, l’assessore Onorato in ‘trasferta’ politica permanente: la classifica delle presenze in Giunta a settembre
Per Roma e i romani settembre è il mese della ripartenza: scuole, uffici, cantieri e aziende riprendono a pieno ritmo. Tutti al lavoro o scuola, tranne i vertici del Campidoglio. Mentre i romani arrancano tra traffico, bollette e mezzi pubblici zoppicanti, sindaco Gualtieri e assessore Onorato (Sport e Grandi Eventi) si sono trasformati in due ‘fantasmi‘ del Campidoglio. E non è solo un’impressione: i numeri delle presenze in Giunta del mese di settembre, carte alla mano, parlano chiaro.
Roma, a settembre il sindaco Gualtieri è un “fantasma”
Su 29 sedute della Giunta capitolina di settembre, il primo cittadino Roberto Gualtieri si è presentato solo cinque volte. Un record al contrario che lo incorona come il più assenteista tra gli assessori della sua stessa squadra di governo. Non un bel segnale per chi dovrebbe incarnare la guida politica e amministrativa della città. Le carte del Campidoglio raccontano di un sindaco spesso assente e di una Capitale che procede a colpi di ‘automatismo burocratico’. Tanto per intenderci, Gualtieri non era presenta mentre la sua Giunta diceva ‘Sì’ a due nuovi maxi mutui da 58 e 117 milioni di euro che pagheranno i romani per i prossimi 30 anni. Nonostante, tra l’altro, Gualtieri rivesta il doppio ruolo sia di sindaco che contestualmente anche di Commissario per il rientro dal debito che grava sulla Capitale pari a oltre mezzo miliardo di euro.
Onorato, l’aspirante leader nazionale dei ‘civici’ che ‘latita’
Subito dopo Gualtieri, ecco il secondo della “classifica nera” degli assenteisti del Campidoglio: l’assessore allo Sport e ai Grandi Eventi, Alessandro Onorato. Onnipresente sui social. Ma presente appena sette volte su ventinove votazioni in Giunta a settembre, con quattro ‘strani’ abbandoni di seduta in corsa: si è presentato, ma poi se n’è andato per motivi ignoti. Un ruolino che lo colloca stabilmente tra i “fantasmi” del Campidoglio. Anche se per lui il discordo è diverso, rispetto a Gualtieri.
L’assessore Onorato, a settembre, forse aveva altro a cui pensare. Sembrava infatti essere impegnato in ‘trasferta’ per un’avventura politica nelle Marche. Proprio nelle Marche, l’assessore ha portato avanti una campagna elettorale da aspirante leader nazionale alla guida di una lista di ‘civici’ che avrebbe voluto utilizzare come trampolino nazionale. Una lista che si è presentata a sostegno del candidato governatore dem Matteo Ricci, uscito poi sconfitto dalla tornata elettorale marchigiana, esattamente come Onorato. La domanda, certo, sorge spontanea: ma un assessore impegnato su più fronti politici può garantire la dedizione necessaria a una città complessa come Roma? O il Campidoglio è diventato, per lui, solo una pedana di lancio personale? A maggior ragione visto e considerato che Onorato, anziché desistere dalle avventure elettorali regionali, sembra rilanciare in vista delle prossime tornate in Calabria e Toscana, con una iniziativa in programma a Roma al Parco dei Principi il 20 ottobre in compagnia anche dei sindaci di Genova, Silvia Salis, Udine, Alberto Felice De Toni, e Napoli, Gaetano Manfredi.
Gli altri assessori
La graduatoria delle presenze in Giunta conferma il quadro: dopo Gualtieri e Onorato, spiccano le assenze della vicesindaco Scozzese – Bilancio (17 presenze su 29 votazioni), Barbara Funari – Servizi Sociali (12 presenze, con cinque abbandoni) e Veloccia – Urbanistica (20 presenza con cinque abbandoni). Tra i più assidui figurano Alfonsi – Ambiente e Zevi – Patrimonio (23 volte), Pratelli – Scuola (20) e soprattutto l’assessore Patanè – Mobilità con 27 presenze. Recordman di puntualità sono Battaglia -Pinqua e Segnalini – Lavori Pubblici: 29 su 29, gli unici due assessori senza ombre di assenteismo.
Una questione politica, non solo burocratica
Il problema, ovviamente, non è solo statistico, ma politico. Le assenze in Giunta non sono numeri vuoti: rivelano una linea politica incerta, una Capitale che sembra priva di guida forte e di un governo stabile. La ‘diserzione’ di sindaco e assessore più in vista lancia un segnale inquietante: Roma rischia di essere amministrata a tempo ‘perso’, mentre le priorità reali — sport, decoro urbano, grandi eventi, turismo, etc— vengono trascurati. Non si sa a vantaggio di quali di altre priorità.
Le assenze che pesano di più: Gualtieri e Onorato
Quando a mancare non è un funzionario, ma un sindaco e un assessore come Onorato, l’assenza diventa una questione politica di primo piano. Non è solo una casella vuota sul registro delle presenze: è un vuoto di potere, un segnale di ‘disinteresse’ verso la città e i suoi cittadini. Governi locali fragili producono servizi fragili. E se chi guida Roma ‘abdica’ al suo ruolo politico i romani rischiano di pagare un prezzo altissimo. E non solo quello dei debiti da onorare per i prossimi trent’anni.
(Articolo redatto sulla base dei documenti pubblicati fino al 3 ottobre incluso).
