Roma, Gualtieri e Renzi “corteggiano” M5S e Calenda, sul tavolo anche il rapporto con la ‘Lista Raggi’: sullo sfondo l’inceneritore
Il 22 dicembre 2025 in Campidoglio non è passato solo un bilancio: è passato un segnale politico. Italia Viva ha votato a favore e, con quel “sì”, ha smesso di stare in equilibrio tra critica e collaborazione. I due consiglieri renziani, Valerio Casini e Francesca Leoncini, hanno di fatto certificato l’ingresso nell’area che sostiene Roberto Gualtieri. Una mossa che vale più delle dichiarazioni: perché quando un partito decide di metterci la faccia in Aula, cambia la geografia della maggioranza.
Perché Renzi entra adesso: Roma come laboratorio (e vetrina)
Matteo Renzi non fa regali: se Italia Viva si avvicina, è perché vede un’occasione. Roma è una vetrina nazionale e anche un laboratorio: qui si misura la possibilità di un’alleanza larga, capace di reggere nonostante differenze e rancori. Per Gualtieri l’operazione è oro politico: può dire di avere un perimetro più ampio e di lavorare a un “campo largo” che non resti una formula da talk show. Per Renzi, invece, significa contare sulle scelte e non limitarsi a commentarle.
Calenda nel mirino: il dialogo che può cambiare la partita
Dopo il passo di Italia Viva, inevitabilmente si guarda ad Azione e a Carlo Calenda, ex candidato sindaco, poi dimissionario. Il leader “centrista” sa che a Roma c’è un elettorato che chiede soluzioni pratiche e detesta le coalizioni improvvisate. Proprio per questo il dialogo con Gualtieri è un gioco di equilibrio: avvicinarsi senza farsi inglobare. Ma il punto è politico, non personale: se Calenda entra davvero in un percorso comune, il sindaco amplia la base e manda un messaggio forte anche fuori dal raccordo anulare.
M5S, la scelta più difficile: governare o restare alternativa
Il vero nodo resta, però, il Movimento 5 Stelle. A Roma la tentazione di un accordo con Gualtieri esiste, ma convive con una paura: perdere identità. I 5 Stelle sanno che stare fuori significa poter attaccare ogni giorno, ma anche contare meno. Stare dentro, invece, vuol dire sporcarsi le mani e accettare compromessi. E qui pesa il passato: la stagione della giunta Raggi non è solo un ricordo, è ancora un confine emotivo e politico tra mondi che faticano a fidarsi.
La “Lista Raggi”: un fattore che può far saltare i nervi (e i voti)
Quando si parla di M5S a Roma, si parla anche del mondo che ruota attorno a Virginia Raggi. La cosiddetta “Lista Raggi” è un pezzo di città che non vorrebbe saperne di accordi. Anche se la ex sindaca non decide da sola, la scelta del ‘gruppo Raggi’ peserà. Perché, a Roma, basta qualche punto percentuale spostato per cambiare gli equilibri al primo turno e, soprattutto, per avvelenare il clima nel campo progressista. In pratica: mentre Gualtieri prova a sommare, qualcuno potrebbe sottrarre. A sua insaputa.
Santa Palomba, la prova del fuoco: l’inceneritore come spartiacque politico
Sul tavolo, però, c’è un tema che vale più di mille riunioni: l’inceneritore di Santa Palomba. Per Gualtieri è la risposta strutturale alla crisi dei rifiuti, la promessa di chiudere una ferita storica della città. Per l’area Raggi e per una parte del M5S è una linea rossa, simbolo di un modello sbagliato. È qui che si capirà se il “campo largo” romano è un progetto vero o solo una somma di convenienze: perché su Santa Palomba non puoi restare nel mezzo per sempre. E nel 2027, più delle parole, conteranno le scelte vere, portate avanti fina in fondo, non le dichiarazioni di facciata pre-elettorali.